Guarire

Condividi articolo

5 risposte

  1. Grazie Iside, conoscendoti personalmente ormai da diversi anni, e avendo condiviso con te il lavoro del gruppo DarsiSalute, leggo in queste righe, e tra le righe, la mappa del tuo cammino così profondo verso la guarigione.
    E non ho che da imparare, in quanto mi ricordi quanto sia importante, ogni momento, ri-incamminarsi verso quella Via.
    Spesso ho l’impressione che la “tensione” nel ricercare la guarigione sia controproducente, mentre un “abbandono” sia molto più salvifico. Quanto può essere inutile aggiustare un corpo se l’anima è gelata e già sotterrata?
    Non più pretese di salute, o di risoluzione di altre problematiche della vita, ma un lasciarsi dirigere e risanare continuamente nell’ascolto dello Spirito.
    Un abbraccio
    Pier

  2. Grazie mille, cara Iside, di questa bellissima testimonianza che ci regali.
    Anche per me, negli anni, il significato di “guarigione” è cambiato molto. Scopro, a poco a poco, grazie anche al nostro percorso, che guarire non significa più reclamare qualcosa che è tutto mio o solo mio; di visivamente ristretto al mio dominio.
    Al contrario. Quando rinuncio alla pretesa di guarire, scopro che se mi riesce far star bene, anche solo di un grammo, un’altra persona in mia presenza, lì già mi sento rigenerato. Nella mia integrità, come scrivi anche tu.
    Ciò porta con sé emozioni che avevo già sperimentato in passato a tratti, ma che si rinnovano potentemente. Tra cui un profondo senso di gratitudine e un sano orgoglio o autostima di me.
    Un abbraccio e grazie ancora.
    Simone

  3. La guarigione, ma mi verrebbe da dire tutta l’esperienza della vita, è la ricerca di un sottile bilanciamento di concentrazione ed abbandono, mollare la presa e mantenere la mente penetrante come un laser, lasciare andare – lasciarsi andare e andare controcorrente. Mai rassegnati, ma morbidi, capaci di adattarsi, disposti al cambiamento come continuo rimodelamento di sé, eppure capaci di tenere la postura.
    Grazie Pier, amico di viaggio.
    Grazie Simone, perché il dolore ha sfumature diverse, ma ili cuore è lo stesso.
    iside

  4. Vi ringrazio. Pian piano, a fatica, le vostre parole mi conducono a pensare che tutto porta all’Accettazione. Se non accetto, metà della mia mente sta lottando contro l’altra metà, esaurendosi inutilmente. Se inizio il cammino verso l’accettazione, libero la mente, non solo il livello razionale e la mente troverà una soluzione che poi mi farà intuire.

    Un caro saluto

  5. In effetti, l’accettazione è un passaggio cruciale nel percorso di guarigione. Anche in questo caso il bilanciamento è sottile. Rischiamo infatti di intendere l’accettazione come una sorta di passività rassegnata, una specie di resa disperata, del tipo “tanto non c’è niente da fare”.
    Al contrario, l’accettazione implica un continuo impegno della decisione per fare esattamente il contrario della rassegnazione: è la realistica realizzazione che, a partire da una data situazione che effettivamente non si può cambiare, possiamo sempre mettere in campo tutte le nostre energie per scoprire ogni anfratto lasciato libero dalla sofferenza, appropriarcene e farlo diventare luogo di fioritura. Affinché anche l’ultimo talento rimasto sia messo a buon frutto.
    iside

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *