Come in cielo così in terra

Commenti

  1. Carla Ribichini dice

    Caro Marco,
    i miei alunni (seconda media ) ed io siamo molto affezionati al tema dell’unione fra Terra e Cielo.
    Consapevoli che la vita degli esseri umani è una storia in costruzione, percepiamo il bisogno di conoscerla in profondità. Insieme abbiamo intrapreso questo affascinante viaggio di ricerca, in un movimento continuo tra quella terra e quel cielo che abbiamo scoperto dentro e con lo sguardo romantico del viandante abbiamo ritrovato una Terra nuova e un Cielo nuovo che continuamente si apre, si dilata e si dona per contenerci e salvarci.
    Grazie dello stimolo interessante che ci hai offerto.

    CHI HA RUBATO IL CIELO AI RAGAZZI?
    Sto per entrare in classe e… un improvviso raggio di sole mi colpisce; si fa strada prepotentemente tra i rami di un castagneto, attraversa le grandi vetrate dell’aula ed entra illuminando i volti dei ragazzi che, raggianti e affascinati da questo inatteso evento (è una fredda giornata invernale) rispondono prontamente.
    Eccoli, sono tutti orientati verso la fonte di luce, il vocio è quasi insopportabile, con poco hanno fatto il pieno di energia e di spensierata allegria.
    Una voce si insinua dentro di me: ” Chi ha rubato il cielo ai ragazzi?”. Il loro credo è l’entusiasmo, il loro mondo è fatto di cose semplici, ma vere, di sogni, di poesia e di celeste magia.
    Qualcuno lo ha contaminato e vi ha introdotto il timore e la delusione, nei casi più gravi, ha spento il raggio di sole.
    Nel diario di Anna Frank si legge: “La gioventù è più solitaria della vecchiaia”; ciò sarà vero fino a quando non impareremo a penetrare con rispetto nei cuori dei ragazzi, ricordando che ogni creatura ha un dentro che la distingue da tutte le altre. Con loro l’impossibile si può realizzare, nei loro sorrisi c’è una grande umanità e nei loro gesti semplici c’è l’essenziale, il loro cielo.
    Non derubiamoli e non facciamoli morire dentro perché è il dentro che dà vigore e forza; diamogli una mano a capire che il modello di perfezione che cercano è nella fiducia assoluta, nella speranza, nonostante tutto, e nella purezza dei loro cuori.
    Si avvicina Giulio, è portatore di un grave handicap psicofisico, è stato abbandonato dai genitori e vive in istituto, parla con grande difficoltà, ma sorride. Mi stringe una mano, percepisco appena ciò che mi dice: “Carla entra, oggi è una bella giornata”.
    Grazie, anche nelle giornate più buie, c’è sempre qualche inaspettato spicchio di cielo.

    IL CIELO LIMPIDO E AZZURRO TACE…A TERRA LE FOGLIE GIALLE NON MORMORANO
    Il silenzio regna
    su di una terra bagnata
    da un temporale passeggero,
    popolata da foglie gialle,
    immobili, silenziose
    come immerse in un profondo sonno:
    Su di essa un cielo
    ora limpido e azzurro,
    e nell’aria il buon profumo
    della vita. Cristina

    I miei occhi sono rivolti al cielo
    e fanno piano per non svegliare il silenzio.
    Intanto la terra sotto di me
    sprofonda, si sfoga,
    non vuole più essere prigioniera.
    Si libera, si ammutolisce,
    gli uccelli non cantano più,
    il vento non soffia più
    e tutto sembra essere morto.
    La terra e il cielo si avvolgono
    in una nebbia
    e questa mi stordisce,
    crea un urlo dentro di me,
    vuole uscire, vuole liberarsi,
    vuole scappare lasciandomi
    immobile
    a guardare il cielo. Moreno

    DAL VERSO DI UN POETA, PABLO NERUDA
    E vidi d’improvviso il cielo sgranato

    E vidi d’improvviso il cielo sgranato,
    volando arrivo da ogni parte,
    riesco persino a toccare le stelle,
    non sono più un granello di sabbia
    di una desolata spiaggia,
    sono tutta la spiaggia. Filippo

    CIELI GRIGI E SQUARCI AZZURRI
    Tutti dicono che in un freddo e cupo cielo
    non si può trovare nulla di speciale,
    fulmini e tuoni governano quel regno,
    timori e paure sovrastano i cuori,
    ma anche un bambino può accorgersi
    che in un luogo così desolato
    si può trovare uno squarcio azzurro.
    Non voglio un cuore triste e chiuso,
    voglio essere felice
    come quello squarcio azzurro. Eliano

    Inafferrabile, ma se vogliamo
    possiamo portare il cielo in terra.
    Ognuno contiene dentro di sé uno spicchio di cielo
    che deve saper estrarre e unire agli altri spicchi
    come in un meraviglioso puzzle
    e così costruiremo il cielo sulla terra
    e potremo afferrare le stelle
    che prima credevamo così lontane. Filippo

    I ragazzi non vogliono rimanere “a terra”, chiusi nei limiti delle loro gabbie dorate, ma senza cielo.
    Le risposte parziali e le scorciatoie non li soddisfano, tesi come sono verso il senso profondo della vita.
    Poniamoci insieme a loro davanti al mistero dell’esistenza e, passo dopo passo, scopriremo che un cielo infinito ci aspetta.

  2. Maria Carla dice

    Che meraviglia questi testi!
    “Non rubiamo il cielo ai ragazzi (e a ognuno di noi)”…potrebbe essere un motto della Nuova Umanità!
    Grazie Marco e grazie Carla?
    mcarla

  3. Ringrazio di cuore la prof. Carla Ribichini, per il suo commento al mio post.

    Il suo lavoro appassionato di educatrice (che si dedica con pazienza ed entusiasmo ad un’Opera che, tra l’altro, presenta sbalorditivi punti di contatto con il pensiero e la prassi di Darsi Pace) mi ha affascinato immediatamente, tanto da coinvolgermi in una serie di incontri nel suo istituto (ICC Corradini, Vermicino, provincia di Roma), con i ragazzi e con i genitori. Fin dall’inizio l’impostazione di questo lavoro mi è parsa affascinante, per come appare centrata sulla scommessa verso una nuova umanità, declinata molto concretamente nel suo aspetto di formazione ed educazione https://blog.marcocastellani.me/una-scuola-visionaria-e-bella-7f2cfbd8f3f0

    Esattamente il pomeriggio prima che fosse pubblicato questo post, nell’incontro pomeridiano con i genitori, alla scuola, si risuonava – direi con notevole sincronicità – su questa dinamica di coniugazione tra Terra e Cielo. E quel che ci ritorna dai ragazzi, è un testimonianza vera e commovente dell’utilità di questo lavoro, oggi più che mai. Credo che sia veramente questione di vita o di morte, investire su questa scommessa educativa.

    Nella bella storia che ci riporta Carla, vediamo che “anche nelle giornate più buie, c’è sempre qualche inaspettato spicchio di cielo”: proprio quel cielo che ammirava Etty, fuori e dentro di lei – in un luogo e un momento dove si stava abbattendo la catastrofe storica, che sappiamo. Lei già vedeva oltre, scommetteva in qualcosa di più, della circostanza pur tragica.

    In questo mondo in caduta libera ed insieme in profondo ri-cominciamento, questa scommessa è un investimento per il nostro futuro, un investimento tra i più preziosi.

    Grazie.

  4. Grazie Maria Carla, è proprio un laboratorio di “nuova umanità”, quello su cui stiamo ragionando.
    Un laboratorio esaltante e rincuorante!

  5. Mariapia Porta dice

    Auguri per questo bel lavoro didattico, molto promettente, Mariapia

  6. Caro Marco,
    Grazie mille per questo interessantissimo articolo!
    Da non-scienziata, mi permetto di farti una domanda tecnica (che pero’ per me e’ molto importante) riguardo a quando scrivi: “come non si può dividere un quark, l’elemento ultimo della materia”. A me era sembrato di capire da quel poco di fisica per dilettanti che ho letto, che non solo non si e’ scoperto ancora l’elemento ultimo della materia.. ma che addirittura si inizi a dubitare della sua esistenza. E da quello che ho capito, questo suggerirebbe che la “solidita'” della materia e’ in realta’ un illusione… Forse mi sbaglio? Ho fatto probabilmente confusione?
    Un chiarimento al riguardo mi sarebbe davvero utile. E’ difficile trovare online delle risposte affidabili e convincenti.
    Ti ringrazio ancora per l’interessante spunto di riflessione,
    Lea

  7. Gentile Lea,

    ti ringrazio per il commento molto interessante: ti dico subito, che non è senza ragioni quello che scrivi. In effetti nel post ho dovuto forzatamente semplificare (poiché l’argomento “portante” era appunto un altro) e ho accennato alla faccenda dei quark solo di sfuggita, non descrivendo la situazione nella sua completezza. Qui non posso approfondire la cosa oltre un certo limite, perché il focus del blog DarsiPace è certamente un altro. Però possiamo certo fare un po’ di luce.

    Il quark, nel “modello standard” della fisica (ricordiamoci che non parliamo mai della “realtà”, ma di modelli interpretativi della stessa, la cosa è abbastanza importante), è considerata una “particella elementare”, in quanto non si dà alcuna sottostruttura al suo “interno”. In più – ed è a questa proprietà che accennavo di passaggio nell’articolo – il quark non ammette di essere “nudo”, o se vuoi di essere “solo”. Mi piace vederla in questo modo: è una particella relazionale, perché si può presentare solo unita ad altre, secondo certi schemi logici che sarebbe complicato ora descrivere, ma che sostanzialmente poi vanno a comporre le particelle “usuali”, come protoni e neutroni.

    In un certo senso, però, l’idea di “mattoncini ultimi” della materia – come ben dici tu – è un prodotto illusorio della mente, che estrapola un modello oltre la sua ragionevole portata. Infatti questi costituenti della materia, quando si cerca di enuclearli, o di studiarne a fondo le proprietà, si trasformano continuamente in altre particelle, di diverso tipo (segnalo che ci sono alcuni capitoli del famoso libro di Capra, “Il Tao della Fisica”, dove la enorme portata culturale – ancora non percepita – di questo è descritta molto bene).

    Insomma, è come se la realtà ti sfuggisse di mano, quando ci vai dentro con intento troppo “divisivo”… “Dividendo la materia in unità sempre più piccole, non giungiamo alle unità fondamentali e indivisibili; giungiamo però a un punto in cui la divisione non ha più senso.” diceva già Heisemberg (uno che la fisica la sapeva abbastanza bene…). Quindi, più che dubitare dell’esistenza di un elemento ultimo, dubitiamo della sensatezza dell’accanimento nel cercarlo (lo so, sembra una battuta, ma è uno spostamento culturale decisivo).

    C’è, difatti, come uno strato “morbido” e cangiante, al fondo del fondo della materia, e non una struttura rigida di mattoncini sempre uguali. Uno strato in cui poi la materia si trasforma continuamente in energia e viceversa, in cui l’energia stessa che “spendi” nel tentativo di separare le particelle per cercarne la struttura ultima si trasforma – ironicamente – in altre nuove particelle, con una abbondanza mirabile. Trasmettendoci l’ultima evidenza che non la materia – ma la “materia-energia” riempie il cosmo, ed è cosa diversa da una struttura “solida” perché muta continuamente. La materia è, in altre parole, “energia organizzata”, la cui “solidità”, a livello microscopico, appare del tutto illusoria.

    Mi rendo conto che una risposta così “riassunta” sia lungi da ogni pretesa di completezza di esposizione, ma non voglio caricare troppo questo ambiente con spunti che richiederebbero una trattazione in sede separata. Se hai altre domande o richieste di chiarimenti, a cui pensi io possa rispondere, puoi sottometterle qui http://www.marcocastellani.me/ask.

    Un caro saluto!

  8. Caro Marco,
    Intanto nn grazie di cuore per l’esauriente sintesi e chiarimento! E poi con calma mi studiero’ il tuo sito. Questi sono argomenti che mi piacerebbe approfondire: mi appassionano perche nutrono profondamente la mia ricerca spirituale.
    Cari saluti,
    Lea

  9. Giuseppina Nieddu dice

    Che gioia cari Marco e Carla toccare con mano con voi e con i ragazzi un cielo che si abbassa e si mostra rispondendo ai viandanti assetati che mai si sono arresi nè si arrenderanno lasciandosi “rubare il cielo” dagli Erodi di turno! Per tanti anni ho insegnato alla Scuola Media. Da pensionata più che settantenne, sono sempre innamorata dei bambini e degli adolescenti e faccio laboratorio di poesia nella scuola primaria.
    A saperli guardare, a saperli accogliere, ascoltare ed accompagnare, gli adolescenti di oggi inquieti più di sempre sono davvero i nostri nuovi profeti, il luogo dell’Utopia dove insieme possiamo veder fiorire il sogno dei sogni: quello di imparare a coniugare il cielo con la terra e di iniziare a fare insieme il viaggio più fecondo e sapiente.
    Quando i ragazzi, che arrivino da Occidente o da Oriente, famelici e audaci, belli e ribelli, insieme a noi vedono e seguono una stella, si apre un nuovo scenario e procede lo stupendo incontro tra la mente e il cuore mostrandoci “il Bambino”.
    Come i pastori e i Re magi, mettendoci in cammino e in ascolto delle profondità dell’ essere, iniziamo a ritrovare e custodire una inalienabile gioia bambina e gli adolescenti diventano i nostri provocatori e preziosi compagni di una insurrezione poetica salvifica che semina cieli nuovi e terra nuova.
    Forse la sfida epocale che ci riguarda tutti, specialmente gli “adulti”, il nostro unico compito , così altamente compiuto da Etty Hillesum, è quello di “portare ordine e armonia nel caos che regna in me” per poter essere testimoni e guide autorevoli con gli adolescenti.
    Potremo così nel laboratorio di nuova umanità, pregustare cieli nuovi e terra nuova e talvolta arrivare a sperimentare l’armonia del canto celeste come rispecchiamento della bellezza delle relazioni risanate e coniugate col Cielo.
    Grazie ancora a Marco, a Carla e ai suoi ragazzi perchè quando intravedo questa Nuova Umanità in cammino, il cuore mi si riempie di gioia…
    Un caldo saluto
    Giuseppina

  10. Caro Marco ti ringrazio per il post e per la risposta che hai dato a Lea, molto chiara, illuminante e rincuorante.
    Scusami se ti spingo ancora ad andare fuori tema, ma questa materia-energia comune al cielo e alla terra, questo “strato morbido e cangiante, al fondo del fondo della materia” ha dato scientificamente anche indizi di “Intelligenza” ?

    Un caro saluto

  11. Filippo Tocci dice

    Grazie Marco per questo tuo articolo. È davvero incredibile pensare a come stanno le cose: noi siamo un dono dell’Universo, e siamo liberi, sempre e in ogni condizione, come ci insegna Etty, di rispondere (corrispondere = rispondere con, insieme) al suo appello a realizzarci come esseri umani. L’Universo non è fisso, immobile, la realtà non è già data, ma ci è affidata, non esiste al di fuori della nostra risposta. Non esiste un Universo là fuori, fatto in un certo modo, magari male, a cui noi possiamo o meno adeguarci, rassegnandoci perché “la dura realtà è questa”. E quindi Etty ci illumina dal campo di concentramento, e Primo Levi tiene lezione su Dante ai compagni. Questa è la libertà radicale che ci è affidata, e da cui spesso sfuggiamo per timore e pigrizia. Nulla ci può ridurre all’impotenza, dipende da noi, sempre: come rispondiamo alla vita che ci provoca? Il “mondo”, con i suoi assurdi metodi repressivi e violenti, ma oserei dire anche con le sue leggi meccanicistiche, fisse, inevitabili e necessarie, è già stato vinto…
    Filippo

  12. GianCarlo Salvoldi dice

    Caro Marco astronomo, hai la Grazia di coniugare in te fede e scienza, e sei una modalità di coniugazione di Cielo e Terra: grazie per il dono che hai ricevuto e che condividi creativamente con noi.
    Il Cosmo ha sempre parlato all’uomo anche quando lo considerava “Firmamento”, cioè fermo e stabile e statico.
    Anche il pastore senza scienza né filosofia, quando guardava il cielo stellato, si sentiva connesso all’infinito e alla sua vita e lo desiderava.
    Infatti il termine “desiderio” che deriva dal latino “de-sidera”= dalle stelle”, significa la spinta potente che l’uomo avverte in sé a rispondere ad un richiamo che viene dalle stelle.
    Guardando il cielo stellato l’uomo avverte poeticamente “nostalgia”, termine che deriva dal greco antico
    “nòstou-àlgos=dolore del ritorno”, e significa anelito a ritornare.
    E ritornare dove, se non dove sei già stato, da dove cioè provieni, da qualcuno di cui sei figlio, e con cui sei Uno?
    L’uomo è vivo nel Cosmo e non gettato a caso, ed è in un’unica Storia che ha un Senso.
    Marco ci stai dicendo che il Cosmo ” vivo, plastico, morbido” che intravediamo parla ancora all’uomo e più di allora ed anzi ci chiama al dialogo ed alla relazione.
    Se nella fede crediamo che tutto è Uno nell’unico Spirito, con la visione scientifica che tu ci offri diventa meno assurdo il mistero dell’Incarnazione, scandalo per i sapienti del “mondo”.
    E le dicotomie anima/corpo, cielo/terra, spiritualità/materialismo si indeboliscono.
    E in misura direttamente proporzionale al loro indebolimento cresce la bellezza dell’integrità, dell’Unità nella distinzione tra Padre e Figlio, cioè tra Dio e l’uomo.
    Vede il cielo come un cieco chi guarda il Cielo senza la Terra o la Terra senza il Cielo: non può abitare realmente, in pace e con gioia, né l’una né l’altro.
    In “Darsipace” abbiamo la possibilità di cercare e cercarci nella terra profonda del nostro io affidandoci ad un “Cielo”, del quale oggi anche la scienza intravede che qualcosa condividiamo.
    Un abbraccio, Giancarlo

  13. Gentile Aldo,

    perdonami la apparente “paradossalità” della risposta, ma ti assicuro che non è – nella mia intenzione – una “boutade”. Direi proprio di sì, questo strato che io voglio pensare come morbido e cangiante, ha dato chiaramente segnali ed indizi di intelligenza. Li ha dati da tempo.

    Siamo noi stessi.

    Un caro saluto!

  14. Caro Filippo,

    mi sento di sposare al 100% le tue considerazioni. E’ questa la portata enorme di questa rivoluzione che abbiamo in potere di compiere. E che ci fa tanta fatica, perché è un diverso modo di guardare, prima di tutto, ed è necessaria una buona palestra: una guida e una palestra. E poi quando finalmente arriveremo a capire di poterlo fare, di potercela fare, capiremo, come dici tu, che “il mondo è già stato vinto”. Arriveremo a comprendere dall’interno le traiettorie di Etty, e di Levi.

    Ma credo sarà un capire “attivo”, fatto con la pancia e la carne e tutto il resto, non appena con la mente.
    Una vera rivoluzione.

  15. Cara Giuseppina,

    tu ben scrivi, “iniziamo a ritrovare e custodire una inalienabile gioia bambina e gli adolescenti diventano i nostri provocatori e preziosi compagni di una insurrezione poetica salvifica che semina cieli nuovi e terra nuova.”

    Ed hai proprio ragione! E il tuo lavoro appassionato con i ragazzi, come quello di Carla Ribichini, mi riempiono di speranza proprio per questi piccoli uomini che si affacciano adesso al mondo degli adulti. Che in questo (pseudo)universo morente, che è in travaglio acutissimo verso il nuovo, siano esposti ad una parola “diversa”, che è essenzialmente, prima di tutto, una “bene-dizione” su sé stessi, è una cosa quasi dell’altro mondo. Dell’altro mondo, in questo mondo. E come ho detto a Carla, e ne sono convinto, una cosa di una portata potenzialmente altissima, che può letteralmente salvare delle vite.

    Grazie per questo lavoro che fate, un abbraccio!

  16. Caro Giancarlo,

    mi dici “Vede il cielo come un cieco chi guarda il Cielo senza la Terra o la Terra senza il Cielo: non può abitare realmente, in pace e con gioia, né l’una né l’altro”, è proprio quello che mi sentivo di esprimere nel post. Ci sono laboratori che insegnano che “vivendo nella carne” (per rubare il titolo ad un libro di Luigi Giussani) è l’unico modo di vivere su questa Terra: un vivere nella carne riempiendo il cuore di cielo, di stelle. Appena si può. Come faceva Etty, ragazza carnalissima e piena di cielo, allo stesso tempo.

    E Darsi Pace è un laboratorio benedetto, in questo senso. Una grande opportunità, davvero per tutti.

  17. Grazie per la tua risposta sorprendente, ma così vera, così semplicemente VERA.

    Tante volte ho ascoltato Marco Guzzi dire che noi siamo forme dell’universo, forme attraverso le quali l’universo diventa consapevole di se stesso.
    Sono una goccia di universo che, chissà per quale miracolo, ha coscienza di sé, del proprio esistere e si interroga sul perché.

    Ma dimentico subito di guardare la realtà con questi occhi nuovi.

    Un caro saluto

  18. Grazie a Marco C. per il suo affascinante post e per i successivi commenti, uno più interessante dell’altro!
    La scienza mi appare più” vicina” e più” umana” ( parlo ovviamente da profana) dopo queste riflessioni, nelle quali possiamo in un certo senso rispecchiarci tutti!
    Un caro saluto
    Eliana

  19. Grazie a te Eliana!

    Sì, la scienza è propriamente “umanissima”, e vorrei dire “ma è tutto un malinteso!” (oppure la classica “posso spiegare tutto, non è come pensi”, spesa a volte in altre situazioni) quando questa idea, purtroppo ancora molto radicata, di scienza come “apparato tecnico-matematico” decisamente molto poco morbida e relazionale, ci viene ancora incontro o ci viene proposta dai media.

    Per questa immagine, che mi ha fatto molto soffrire, sento l’esigenza di trovare una parola risanante sull’impresa scientifica, di seguire con passione la trama di articolazioni e di rimandi che la scienza “vera” intrattiene con tutta l’avventura umana, nel suo senso più pieno. Perché riappropriarci della scienza, riscoprirne anche gli agganci più “spirituali”, è una operazione culturale potentissima, che avviene a beneficio di tutti.

    Un abbraccio

  20. Grazie davvero infinite, caro Marco C., per questo tuo post, che mi giunge in queste giornate della mia vita (ho 66 anni) in cui sono visitato da Kairos in una maniera così stupefacente da sembrare incredibile. E in questo contesto le tue note si inseriscono alla maniera di un potente rafforzativo, della serie “capiscila dunque!” Per favore, come ti ho già detto in una precedente occasione, continua a scrivere su questa rubrica, e che Dio ti benedica.

  21. Grazie Benigno,

    sono proprio contento delle tue parole, che danno sostegno e alimento al mio piccolo lavoro.
    Sentirne l’utilità è l’emozione più bella, ed è qualcosa che rimane.
    Grazie e seguici, se già non lo fai, anche su altrascienza.it

    Dio benedica te, ci benedica tutti.

  22. Dr. Delmiro Cortini dice

    AND SO, GOD BLESS YOU..AND THANK IN ADVANCE, questa Etty, tra l’altro nei giorni dedicati alla ” Memoria” ,a tutte le derivazioni riflessive che le memorie degli Eccidi più efferati che mani umane hanno perpretato vs. Fratelli altri ( e mi addolora ricordare, in primis, quelli che, ad esempio i Padri Gesuiti hanno lasciato fossero compiuti verso Popoli Inermi, e parlo di Antichissimi popoli che abitavano il Nuovo Mondo,- Maya-Atzechi-Incas) ecco,dicevo la signorina Etty, non a caso “donna” coraggiosa delle proprie idee, Come Teresa d’Avila, ma anche Caterina da Siena, etc. a me risulta particolarmente vicina per il suo background psicologico-analitico e per lo sguardo lieve (e, ripeto ,coraggioso) nell’Apocalisse che l’ha travolta,assieme ad altri milioni di Persone. Grazie per questo incontro virtuale con Etty, ne sono già innamorato, che è la più bella ed intensa esperienza in Vita, possa accadere ( che,scusate, non è-per me- un dono divino, ma alacre lavoro di scavo interiore per riuscire ad addivenire monda zolla di terra pronta,-prona ed accogliente agglomerato di granelli di silicio-,a farsi dissodare da qualunque anelito amorevoe voglia raccoglierCi. Di nuovo grazie per questo incontro mentale Bello. La mia Personale Venere,abbracciata a Dioniso, ringraziano sentitamente. Continuate così, due passi a latere, vi seguirò,se almeno Un cenno avrò…..

  23. Grazie carissimo. Etty è uno straordinario cardine di cambiamento d’epoca, una donna che ha vissuto intensamente e che ha letteralmente, direi, portato sulla sua pelle l’esigenza di questa nuova coniugazione tra cielo e terra: una donna carnalissima con un grandissimo senso del sacro. Lontana anni luce dalle chiacchiere… religiose e anti-religiose! Ti ringrazio per questo messaggio, e per le parole che hai voluto scrivermi.

    Un abbraccio,
    Marco.

Trackbacks

  1. […] L’uomo. Ecco il grande escluso dalle moderne teorie cosmologiche. Ecco il grande furto a cui urgentemente porre riparo: c’è da riconsegnare il cosmo all’uomo. Dare all’uomo – ad ogni uomo – un modello di universo comprensibile, pensabile, lavorabile. Raccontabile, anche nei social. E soprattutto, portatore di senso. […]

  2. […] abitiamo una Realtà, appunto una, che non sa nulla di divisioni nette, di superfici di taglio, sa solo di gradazioni sfumate, di compenetrazioni, di mescolanze. La […]

  3. […] L’uomo. Ecco il grande escluso dalle teorie cosmologiche che ci stiamo lasciando alle spalle. Ecco il grande furto a cui urgentemente porre riparo, l’immenso impoverimento da sanare al più presto: c’è da riconsegnare il cosmo all’uomo. Dare all’uomo – ad ogni uomo – un modello di universo comprensibile, pensabile, lavorabile. Raccontabile, declinabile perfino sui social. E soprattutto, portatore di senso. […]

  4. […] scienza, al suo metodo, alla mia parte razionale, chiedo di guidarmi a stare con i piedi per terra, a ricordarmi che sono pasta terrestre, nella verità di me. Poi vado avanti, non basta, ho ancora […]

Inserisci un commento

*