Chi era ragazzino negli anni Ottanta potrebbe ricordarsi di “Ralph Supermaxieroe”, protagonista di uno di quei telefilm americani, dove non ci sono dubbi su chi siano i buoni e chi i cattivi.
A differenza però dei suoi colleghi Superman, Batman, Uomo ragno ecc, si potrebbe dire che Ralph era il cugino sgangherato, stile Paperino: gli extraterresti gli avevano consegnato un vestito rosso fiammante ben attillato, con l’immancabile mantello, dotato di poteri magici, le cui potenzialità Ralph aveva però appena potuto intuire quando, purtroppo, perse il libretto delle istruzioni che gli omini verdi avevano saggiamente aggiunto al loro pacco regalo.
Ralph però è pur sempre un eroe e così cerca in tutti i modi di mantenere fede alla richiesta di impegnarsi per sventare complotti e per soccorrere le persone in difficoltà, portando comunque a compimento la sua missione.
In tal modo, da una puntata all’altra, il nostro beniamino si destreggia goffamente mostrando abilità di volo piuttosto instabili, con manovre impacciate per far fare prodezze ad un costume piuttosto refrattario, come quando clicchiamo più o meno a casaccio sullo schermo del pc, alle prese con un nuovo software di cui non conosciamo il funzionamento.
Ebbene, ogni tanto mi torna in mente Ralph, perché mi sento come lui. Intuisco che la vita è piena di potenzialità, ma mi manca il libretto delle istruzioni. Vado avanti per tentativi ed errori (molti errori), protesto che le cose non vanno come vorrei io, che la vita non fluisce ai miei ordini, mi sforzo di trovare la risposta giusta e puntualmente mi ritrovo a ricominciare ogni volta a ricomporre il puzzle, china nell’affannosa ricerca della tesserina che mi permetta di ricostruire l’immagine.
Ma poi mi chiedo: non è che sto sbagliando prospettiva? Forse non si tratta di far emergere una figura già data, ma di crearne una nuova di zecca.
Il libretto delle istruzioni forse non l’abbiamo perso, soltanto ci è chiesto di imparare a leggerlo. Non vi troveremo la trama precisa della nostra esistenza da recitare battuta per battuta, non è il manuale delle soluzioni a tutti i problemi e a tutti i dilemmi che mettono in crisi la nostra coscienza.
Per chi, come me, abbia ricevuto un’educazione cattolica tradizionale, la caccia alla volontà di Dio si è aperta fin dall’inizio e così ben presto sono fioccati i sensi di inadeguatezza per non saper capire quale fosse questa volontà, perché la pretesa, ovviamente, era quella di scoprirla fino al più piccolo particolare. Di fronte all’insormontabilità del compito, si aggiungeva il terrore di cadere vittima dell’implacabile verdetto del divino giustiziere.
Ma Gesù, il Figlio, ci viene in aiuto e l’evangelista Giovanni ne fa tesoro per tutti: Gesù, infatti, continuamente dice di fare la volontà del Padre senza però mai darne una descrizione dettagliata, come invece ci piacerebbe leggere, per dare di tanto in tanto una sbirciatina, quando veleggiamo sottocosta, al riparo dal rischio.
Invece, anch’Egli, il Figlio, procede da vero uomo e scopre la volontà del Padre man mano che la interpreta nelle situazioni del quotidiano, imparando dal proprio patire (Eb 5,8): la pensa, la ripensa, qualche volta la ritratta, come con la cananea che prima respinge bruscamente e di cui poi, interpellato dall’insistenza della donna, riconosce la preziosità della fede, slegandola dall’identità religiosa e andando all’essenziale dell’umano (Mt 15,21-28). Come noi, aperto sull’abisso, ma ben radicato nella fede nell’incontrovertibile affidabilità del Padre, Gesù scopre risorgendo che l’Abbà ha riconosciuto come adeguatamente umane e quindi ha assunto come propria volontà le scelte di vita del Figlio.
Allo stesso modo anche per noi, la vita è da inventare/creare nella novità di ogni giorno. Decidendo di affidarci a Gesù di Nazareth, come Colui che ha saputo vivere una vita veramente umana attraverso cui ha raccontato il vero volto di Dio, Egli è il libretto delle istruzioni che ci serve per dare la direzione alle nostre scelte, per delineare i confini dentro cui abitare. Di lì in avanti, la vita è un open source, cui ciascuna creatura è chiamata a dare il proprio contributo nella comprensione del senso di questa avventura.
Ogni gesto creativamente accordato sulla cura dell’altro, intesa come criterio fondamentale di umanità, allora, si fa specchio di quella volontà di Dio che man mano appare con il modellarsi della nostra identità.
7 risposte
Bellissimo Iside.
Il tuo stile espositivo apre il mio cuore al sorriso, ed è un bel modo per iniziare la settimana; inoltre, concordo pienamente nel merito di quanto scrivi.
Il nostro lavoro/compimento è proprio quello di vivere nella gratuità, con un cuore (ri)conoscente e grato nell’esultanza di ogni nuovo giorno di vita che ci viene donato.
Certo, difficile è capire come tutto ciò abbia a che vedere proprio con quell’ ultima lezione impartitaci dal Figlio che ci guarda dalla croce.
Solo un percorso interiore che permetta la trasfigurazione del dolore nel senso nuovo della pace e nella gioia del Risorto, può consentire di volare alto, al disopra del bene e del male, come il supereroe della tua giovinezza, che non conosco.
Buona giornata a te e a tutti
Rosella
Anch’io ho iniziato questa giornata con un sorriso di gioia, leggendo il bel post di Iside.
Ralph Supermaxieroe poi me lo ricordo, lo guardavo ogni tanto in tv.
Quella del libretto di istruzioni è una bella metafora.
Anch’io spesso cerco a tentoni la cosa giusta da fare e desidererei tanto una conferma che devo fare proprio così, per potermi poi rilassare e andare avanti con il pilota automatico.
Ho ancora tanta paura, più o meno conscia, di fare errori non rimediabili in tanti campi della mia vita.
Invece tu scrivi una frase molto forte: “Gesù scopre risorgendo che l’Abbà ha riconosciuto come adeguatamente umane e quindi ha assunto come propria volontà le scelte di vita del Figlio.”
Bisogna proprio fare i conti con questo mix potente di libertà e responsabilità. La strada la creiamo noi ad ogni passo, in una incertezza non risolvibile, e in una fiducia/fede che dà la direzione ma non le singole tappe.
Continuiamo allora a guardare nella direzione che abbiamo scelto (o che ci ha scelto), e buttiamoci nell’avventura, come Ralph.
Ciao 🙂
Antonietta
Molto simpatico questo eroe maldestro, che si arrangia come può, senza libretto di istruzioni, ma si dedica comunque alla cura dei più deboli! Io da ragazzina amavo Paperino, pasticcione, limitato, sfortunato, ma ricco di iniziativa e creatività,amato molto dai nipotini! Anch’io avrei voluto avere uno zio così e invece avevo un padre molto severo…Ora sono madre e padre di me stessa e quale enorme responsabilità! Però Gesù è il libretto di istruzioni sempre alla portata della parte migliore di ciascuno di noi, anche se c’è anche la parte riottosa da tenere a bada! La vita è proprio una bella impresa! Mariapia
Grazie Iside,
anche a me il tuo post ha aperto il cuore, rasserenandomi anche su qualcosa che mi arrovellava da qualche giorno…..
Il libretto delle istruzioni, non è statico, ma va aggiornato in continuazione perché l’attrezzo a cui si riferisce (noi e il mondo con noi) è in continuo cambiamento.
Solo lo Spirito di Gesù è il cuore del libretto: sa farci volare leggeri tra gli alti e bassi della vita.
Lavoriamo per imparare ad abbandonarci a lui!
Un abbraccio di cuore! Paola
Gusto sempre le tue riflessioni in cui riesci a coniugare leggerezza e profondità.
La scoperta più bella nella ricerca del libretto di istruzioni è quella di trovarlo dentro le nostre profondità viventi.
Allora l’abbandono, l’incessante spegnimento del vecchio io non è annientamento, ma diventa realizzazione di sè.
Ed è molto bello realizzare che al fondo di tutte le nostre turbolenze e di tutte le paure ci attende una grande quiete che è lucidità consapevole e Amore accogliente.
Ti abbraccio.
Giuliana
Grazie, Iside, e grazie alle commentatrici tutte.
Ho cercato tutta la vita libretti di istruzioni, e ho pensato che se li avessi trovati avrei evitato tanti errori irrimediabili.
Alcuni libretti a me sono mancati e ho subito danni rilevanti. Sbaglio perchè ne sto cercando ancora, mentre capisco che se li trovassi dovrei bruciarli, per costruirmi io le mie istruzioni: forse “l’uomo costruisce la sua strada coi suoi passi”.
E’ bello, è amorevole, è consono al nostro essere umano/divino che ” Gesù scopre risorgendo che l’Abbà ha riconosciuto come adeguatamente umane, e quindi ha assunto come propria volontà, le scelte di vita del figlio”, e potrebbe essere vero.
Vuol dire che il Padre accoglie anche tutti i miei limiti, impacci e inadeguatezze, e ne ricava qualcosa di buono, e se li accoglie Lui sorridendo, aiuta anche me ad accoglierli. Ma è fatica sempre ritornante, e farò un “esercizio a 9 punti” su quanto mi ha detto oggi, mio compleanno, uno dei figli venuto a trovarmi dopo che mi son rotto qualche costola sciando.
L’esercizio in 9 punti mi dà sempre luce e pacificazione: questo per me è ottimo libretto di istruzioni.
Un abbraccio, giancarlo
Per dirla con un teologo delle mie parti, Dio ci prende molto più sul serio di quanto non facciamo noi con noi stessi.
Libertà e responsabilità viaggiano insieme nella serietà del compito di trovare se stessi in una relazionalità a mano tesa verso l’altro/Altro e nella leggerezza del sapersi già perdonati da una Parola che sa risorgere la Vita passandola al vaglio di una giustizia superiore.
iside
PS per Giancarlo: buona guarigione, so che quel tipo di frattura ha conseguenze particolarmente dolorose dato che un anno fa ho visto mio padre soffrire terribilmente.