L’inesorabile amore – accadere a se stessi, erodere la morte

Commenti

  1. Paola Balestreri dice

    Grazie, caro Giuseppe!
    Questa si che è la ‘critica letteraria’ di cui c’è bisogno: un’introduzione all’uso iniziatico di testi poetici, parole rivelate al poeta stesso, oltre la sua, sempre povera e incompleta, immaginazione.
    Parole che possano risvegliare in chi ascolta vera-mente il desiderio infinito che abita il proprio cuore.
    Un saluto e continua a nutrirci!
    Paola

  2. Mariapia Porta dice

    Caro Giuseppe, non ti conosco, ma ti avverto giovane, pieno di energia e profondo.
    I versi poetici che hai qui riportato e commentato arano la nostra anima, la sconvolgono, tirano fuori semi rimasti sepolti, la preparano ad accoglierne altri e a farli fruttificare. Stamane sono contenta per averti letto: talvolta non basta il discorso prosaico: ci vuole quello poetico. Anche per comprendere che l’amore di Dio è implacabile, come troppo non sono i poveri amori che spesso cerchiamo e… ci fermiamo lì.
    Mariapia

  3. Giuseppina Nieddu dice

    Grazie davvero, Giuseppe, per la profondità della tua lettura poetica “iniziatica”!
    Non conoscevo i versi : Origine di A.Gatto.
    Il tuo accostamento coi versi di R.Char li illumina facendoci gustare la forza creatrice misteriosa, profetica, terapeutica e contagiosa della Parola che spinge dall’interno e ci consegna un Amore inesorabile, una Gioia originale che ci salva dalla paura della morte e del morire. Grazie per la tua profonda lettura poetica che sa mettersi in ascolto e si fa Ponte risonante di esperienze di infinito e trasformante desiderio di Vita che, gratuita e inesorabile, continua ad accadere.
    Un caldo saluto a te e al gruppo Poetico insurrezionale!
    Giuseppina

  4. Maria Carla dice

    Mi piace quel “desiderio grande e bello di accadere a noi stessi” ( quando la chiacchera mentale si placa)…è l’aprirsi di una possibilità che ordinariamente non consideriamo nemmeno più, intossicati e anestetizzati come siamo dai veleni di quella
    chiacchiera!
    Grazie Giuseppe, ci hai rinnovato il desiderio di respirare aria più pulita…mcarla

  5. Enrico Macioci dice

    Molto belli il commento e la poesia.
    Io fra l’altro vivo a Salerno e sono buon amico della nipote di Alfonso Gatto, un poeta a mio avviso fra i più sottovalutati. Non compare, se non di striscio, nelle antologie; e gli vengono preferiti, a livello scolastico ma anche, mi pare, universitario, poeti a mio avviso di ben minore caratura, che non posseggono quest’ampiezza e profondità, questo respiro spirituale, metafisico e al tempo stesso ben incarnato nel quotidiano.
    Grazie per la stimolante proposta.
    Enrico

  6. Claudio Rampazzi dice

    “L’Azzurra felicità” di René Char si sposa con i “vetri turchini” di Gatto. Sembrano momenti di improvvisa consapevolezza, descritti con due sfumature di blu che è poi il colore della verità e della pace. Mentre nel primo la felicità irrompe prepotente, nel secondo “l’inesorabile amore” nasce da una “calma eternità”. Due modi di vivere un’emozione rigenerante.
    (Azzeccatissimo il riferimento alla donna turchina di Pinocchio).
    Bellissima poesia della quale è stata fatta una pregnante lettura. Complimenti, continuate così, questa è vera insurrezione.

  7. Una lettura veramente nutriente. Bellissima la poesia di Gatto, e molto vivido e pregnante il commento di Giuseppe.

    Confesso che, dal punto di vista di chi prova a fare versi, scrivere una poesia che fosse bella anche la metà di questa, sarebbe un sogno celeste! Ma non è triste, è invece bello, molto bello, avere maestri da cui imparare, da seguire. Sapere che c’è molto di più, ancora molto di più, c’è una strada bella aperta da percorrere.

    La bellezza della poesia veramente riverbera un’armonia profonda di tutte le cose, che sopravvive perfino alla “recitazione silenziosa e ossessiva di parole cattive, di rosari involontari” (che bella questa critica letteraria che non dimentica, finalmente, la condizione umana, non dimentica la “carne” dolente, ma anzi – come in ogni seduta di meditazione – parte espressamente da lì: altrimenti, penso, sarebbe un’ulteriore menzogna).

    Non voglio aggiungere altre parole, sono già bellissime quelle della poesia e del commento.
    Grazie.

  8. Giuseppe Spinnato dice

    Grazie a tutti per i commenti, più la leggo, questa poesia, più mi risulta sfuggente, viva, indecifrabile nel fondo. Bello che dopo un’analisi (ecco un po’ di virgolette: “”””””) certa poesia si richiuda in se stessa, nella sua unità sintetica, come se si avvolgesse in un grande mantello – il suo senso, la sua bellezza -, con grazia e riserbo. Quanto dolore da sommersi, quando non c’è risalita, stupore. E’ triste non riuscire ad accadere a se stessi, a non raccogliere il bandolo della memoria più antica. Dell’amore cosa rimane? Qual è il contrario dell’inesorabilità? Il fatto di essere opzionale, non necessariamente conseguente? Ci rifletto ancora: “inesorabile” (attributo dell’amore di cui scrive Gatto) è forse l’attributo di qualcosa che non cede, non consegue a preghiere-richieste (in – ex- orabilem), ma è invece inevitabile, gratuito, slegato da una richiesta? Ce ne basterebbe poi una goccia, di morte, in meno. Forse la pratica meditativa e il lavoro contribuiscono a bucare il fondo delle nostre anime calafatate, ad aprire una falla. E la pesantezza, si sa, cola verso il basso. Chissà.

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