Fare il punto

Commenti

  1. beatrice ciardi dice

    grazie

  2. Sabrina Trotter dice

    Cara Iside,
    GRAZIE!
    La tua riflessione mi dà molto conforto.
    Un caro saluto.
    Sabrina

  3. Maria Letizia Santi dice

    Grazie, Iside, per la tua testimonianza che per me è un bellissimo dono.
    La tua esperienza di vita mi dice di qualcosa di grande e di speciale, mi parla di umiltà, di coraggio, di perseveranza e mi infonde fiducia nella Vita, nella possibilità di fare qualcosa di importante nella piccola quotidianità della mia povera esistenza. Come te, anche se sono solo al terzo anno di Darsi pace, sperimento fasi alterne nel mio percorso interiore, piccole conquiste e grandi sconfitte, ma resta e cresce sempre la convinzione di essere sulla strada giusta e questa non è cosa da poco. Un abbraccio
    Maria Letizia

  4. Stando in Marocco per il matrimonio di un mio amico, mi ha interessato quando parli di riconoscere la comune umanità dietro le diversità. Un pluralismo culturale é cosa buona però non è sufficiente, una profondità di cuore e coscienza realmente integrativa dei diversi livelli culturali delle diverse culture mi sembra il cammino della evoluzione della coscienza

  5. Cara Iside,
    Eppure, mi andavo dicendo già da qualche tuo precedente post, dovrò pur trovare il modo di significarti quanto mi consuona ciò che vai scrivendo suo questo sito, e il modo in cui lo scrivi. Quanto mi ci ritrovo e quanto bene mi fanno certe tue considerazioni lasciate sfuggire un po’ così… come questa per esempio: ” Credo con tutte le mie forze che anche io, piccolo puntino nell’universo, posso essere canale di quel radicale cambiamento che vado cercando dentro di me e che così può tracimare fuori di me per il bene del mondo?”. Oppure quest’altra:”Ho poche cose per le mani, sono solo due monetine ma è tutto ciò che ho e non lo trattengo.” Ebbene, cara Iside, io non so il mondo, ma io mi sento molto fortunato, e grato, di raccogliere ciò che tracima dal piccolo puntino nell’universo che dici di essere. Ma anch’io sono mondo, o no? E allora lasciamo andare ogni dubbio e affidiamoGli le due monetine che abbiamo (siamo), che poi, come già fece con due pani e due pesci, è tutto quello che Gli serve per stupirci con effetti speciali, fino a farci dire in certi momenti “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!”
    Grazie di esistere Iside.
    Benigno

  6. In effetti, l’umanità sempre più relazionale cui tentiamo di dare forma non potrà che cercare continuamente punti di incontro con l’altro lì dove l’altro si trova. La grande sfida è quella della negoziazione di che cosa sia l’umano che è comune, a partire da un atteggiamento di accoglienza non giudicante. Che non significa svendere se stessi, ma appunto lavorare intensamente affinché le differenze siano apprezzate sul campo, ogni volta che si rivelino arricchimento per tutti.
    Dentro la silenziosa umiltà del riconoscersi piccoli, eppure nello sguardo che punta lontano, la mia identità di essere umano prenderà forma sorprendente, perché la conta dei miei capelli è già iniziata, nessuna lacrima rimarrà inasciugata. Sì, bastano cinque pani e due pesci per sprigionare l’eterno.
    iside

  7. giancarlo salvoldi dice

    Cara Iside,
    tu dici:”la meditazione è diventata quotidiana indispensabile pratica”.
    Aggiungo: io lo sto sperimentantando che la meditazione è per me “conversiva” ed “eversiva”.

    Allora, creare Nuova umanità con la politica o con la conversione?
    E’ un dilemma che produce contraddizione, o è ricchezza di due livelli diversi e complementari?
    Per me è ricchezza , e mi vien da pensare a Marcuse che metteva in guardia contro il rischio che l’uomo fosse ridotto alla sola dimensione consumista.

    Mi sembra che in Italia la cultura politica che vuole più giustizia e libertà abbia prodotto molti “uomini a una dimensione” appiattiti solo sulla politica, una politica che ha fagocitato tutto.
    Infatti dopo il crollo del muro di Berlino sono nati il “piccolo è bello” e “il personale è politico”, ma già negli anni ruggenti vivevano correnti di pensiero che proponevano di cambiare il sistema attraverso strumenti come, ad esempio, le “microrealizzazioni”: ma erano sotterranee e snobbate.
    Dopo il fallimento del comunismo, la ricerca di stili di vita alternativi nell’ambito economico e sociale aveva un motore potente nella disperazione, che spingeva molti ad aggrapparsi a qualche ancora di salvezza, che permettesse di continuare a coltivare forme di impegno politico.
    Negli ultimi decenni però la ricerca di stili di vita meno violenti ed aggressivi, e più rispettosi dell’uomo e del Creato, ha trovato nuova linfa positiva e costruttiva, nella crescente consapevolezza che non esiste solo lo sviluppo economico ma anche quello umano nella sua dimensione spirituale.
    E qui io vedo il possibile incontro e dialogo tra l’impegno personale nel “microeconomico”, che non trascura certo l’attenzione al “macroeconomico” della politica, e la politica delle grandi scelte di fondo spettanti agli Organismi nazionali e sovranazionali, che devono rispettare e sostenere la vitalità di una società che aspira all’umanesimo integrale (sorretto da quella spiritualità che il terribile “novecento” non è riuscito a soffocare ).
    Mi sono così riallacciato alla riflessione di Gabriele Guzzi sull’economista Becchetti, che invece separa il micro dell’impegno personale dal macro della politica.

    Su questa dialettica tra conversione e impegno politico, “Avvenire” del 7/11 dedica la terza pagina alla posizione dei cristiani davanti ai disastri provocati dal cambiamento climatico.
    Se interessa ci sono interviste tra cui a padre Fortunato di Assisi, al fisico Massimo Scalia e a me.
    https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ora-lecologia-integrale-deve-conquistare-i-cristiani

    Un caro saluto a tutti, GianCarlo

  8. Maria Carla dice

    Letto e riletto il tuo ‘post’ , cara Iside, e mi viene di partire dalla tua ultima affermazione (“il mare è fatto di gocce”) per aggiungere:
    GUTTA CAVAT LAPIDEM
    (come al solito gli antichi la sapevano lunga…)!
    SÌ perché tutto questo lavoro meditativo, di autoconoscimento e di studio storico/culturale non è altro che uno ‘stillicidio’ quotidiano
    sulla crosta granitica del mondo
    su cui ci è toccato di vivere!
    E sono d’accordo con te quando scrivi che il politico quotidiano di cui ognuno di noi è responsabile possa realizzare “abbozzi di coerenza” nella direzione di uno stile di vita più integro.
    Valorizziamo e pratichiamo quindi alla grande tutti quei comportamenti di consumo (e di turismo) intelligente che ci è dato mettere in atto quotidianamente nella convinzione che, sarà pure ognuno di noi solo “un piccolo puntino nell’ universo” ma può anche diventare davvero “un canale di cambiamento”!
    Volentierissimo leggerò l’ articolo suggerito da Giancarlo!
    Un saluto a tutti, mcarla

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