Famiglie come giocattoli “Lego”

Commenti

  1. Stefano Sandron dice

    Grazie Giancarlo,
    qualche tempo fa grazie al lavoro proposto in darsi Pace, osservavo di me: “se taglio il filo dell’ipocrisia che mi tiene appeso ad un metro da terra, impatto con la realtà cruda del mio cuore, della “mia terra”. Tutto il mondo di illusioni svanisce, ed in questo luogo, in questa realtà cruda, posso finalmente imparare a sorridere sul serio, a sperare, perché strisciare nella realtà è meglio che volare nell’illusione”.

    Mi pare che l’uomo di oggi, come forse l’uomo di ogni tempo, nel tentativo di trans-figurare il proprio ego in un IO relazionale, sfiguri l’IO, in brutte copie di ego.

    Queste realtà che bene descrivi,
    mi pare siano tentativi ideologici, illusori di realizzare egoicamente un potere che sta nelle profondità del cuore dell’uomo,
    un forte potere creativo,
    ma che il nostro (mio) io distorto non è assolutamente in grado di incarnare, anzi ogni tentativo di creare nell’io distorto, impaurito, genera un mare di sofferenza nelle persone più deboli e sensibili, che realmente vivono in condizione di indigenza, di precarietà e che poi pagano sulla loro carne il prezzo di queste illusioni e distorsioni.

    Credo sempre di più, che si debba continuamente ammorbidire gli strati dell’ io piccolo ed impaurito, del nostro ego, lavorarli fino a renderli cosi sottili che maggiori quozienti di IO relazionale passino tra le trame del “velo del tempio”, che finalmente logoro, un giorno (cioè in ogni momento) “si squarcerà”.

  2. Maria Carla dice

    “Famiglie come giocattoli Lego”…perché fondate sull’ Ego.
    Questo mi sembra, in estrema sintesi, il tuo pensiero, caro Giancarlo.
    E l’assonanza tra i due termini ha qualcosa d’inquietante che porta inevitabilmente a pensare ad una realtà frammentata dove i pezzi si compongono, ricompongpno, scompongono di nuovo in un gioco che sembra non finire mai.
    Sono d’ accordo con te: se non si accede alla dimensione spirituale non si esce dalla crisi antropologica che stiamo vivendo (con tutte le sue aberrazioni), restiamo impaludati nel mondo della frammentazione, del non senso…se l’uomo ha un “quid” che lo differenzia dagli altri animali è in questa dimensione che lo dobbiamo cercare…e coltivare!
    Un lavoro che ci chiama tutti indistintamente…
    mcarla

  3. Silvia Chiminelli dice

    Carissimo Giancarlo,
    famiglie come giocattoli lego.
    Bellissima analisi.
    Auguri. Silvia.

  4. Giuliana Martina dice

    Il problema che poni alla riflessione è frutto di una cultura che per conoscere ha atomizzato, manipolato e dominato, ed ha avuto la pretesa, così è stato per come io l’ho respirata, di assolutizzare questo modo di conoscere.

    Il pensiero è complesso e stare nella complessità del pensiero richiede oggi la capacità di comprendere un po’ più a fondo come funziona la nostra mente che non è solo il cervello, solo il corpo, solo la psiche, ma è un modo di essere me, è il mistero dell’Io che ognuno di noi è.

    Possiamo anche dire di valorizzare la vita che consideriamo rete di connessioni, ma se poi pensiamo nella separazione, non creiamo connessioni nè relazioni vitali tanto meno riusciamo a comunicare vita.

    Il percorso iniziatico ci sta apre ad una nuova comprensione di noi stessi, della storia e del mondo, e sono sempre più convinta che possa aiutarci ad evolvere, a compiere quel salto di qualità di coscienza per entrare più radicalmente nella domanda con cui si è chiuso il XX secolo come Marco ha detto nel video Riconnettersi all’Unità.

    Oggi possiamo farlo con maggiore radicalità e credo che lavorare a questo passaggio di umanità sia la migliore eredità che possiamo lasciare ai nipotini, agli uomini e alle donne di domani.

    Grazie nonno Giancarlo!
    Giuliana

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