LA POLITICA PRIMA DI DARSIPACE?

Commenti

  1. Anna Tessaro dice

    Concordo parola per parola.

  2. Articolo saggio e importantissimo in questa delicata fase del movimento. Di quello capaci di restituire una direzione.

    Grazie di cuore Giancarlo.

  3. “Siamo in contenitori politici diversi e desideriamo stare nello stesso contenitore iniziatico”

    Quanto mi mancava sentir risuonare questa parola che finalmente mi comprende, dunque mi guarisce.

    Scusate il doppio post ma sono veramente contento di questo articolo, non me lo aspettavo. Felice di essermi sbagliato!

    Un abbraccio Giancarlo carissimo.

  4. Flavio Biondi dice

    Grazie Giancarlo, la via nuova, che lo si voglia o no è questa, sono contento di aver iniziato questa esperienza con voi quest’anno.

  5. Giuseppina Nieddu dice

    Anch’io ringrazio di cuore Giancarlo per il dono di questa profonda riflessione che riesce a trasmettere con “autorevolezza ” la sua triplice esperienza: quella iniziatica, riconosciuta come basilare, quella politica e quella umana caratterizzata dalla sua appassionata matura e sempre giovane presenza.
    Grazie per il tuo saper aspettare in maniera vigilante, pacifica e propositiva.
    Un abbraccio
    Giuseppina Nieddu

  6. Anna Maria dice

    Condivido molto di queste considerazioni, sia nella sostanza che nel modo di porle.

  7. Davvero bello, profondo e vero.
    Grazie infinite Giancarlo.
    Benigno

  8. Maria Carla dice

    Buongiorno Giancarlo,
    concordo con molte delle affermazioni contenute nel tuo ‘post’ soprattutto quando descrivi la politica come una realtà “asfittica e spenta” , un “luogo inquinato” da cui i giovani si allontanano perché non li entusiasma, anzi li stressa!
    In particolare “poco si interroga sui perché esistenziali e quindi è debole nell’ individuare un senso e
    una direzione…” !
    Ecco, penso che stia proprio qui il nucleo centrale del suo fallimento,
    la sua incapacità a dare risposte autentiche (il gruppo giovani DP direbbe “indispensabili”) al vivere quotidiano delle persone .
    Condivido anche i tuoi dubbi sui “giubbini gialli” francesi quali reale espressione di nuova umanità…poco mi convince invece
    la tua affermazione secondo cui sembrerebbe che
    solo l’Italia sia malata di schizofrenia mediatica mentre “negli altri Stati europei non è così, e i confronti sono civili,
    pacati, e si parla uno alla volta “.
    Non seguo le tivù estere ma francamente mi sembra un po’
    troppo ‘rosea’ la descrizione che ne fai…ciò detto non tifo di certo
    per i vari talk show nazionali dove faziosità, maleducazione ed arroganza spesso trionfano!
    Ben venga ( e si diffonda) l’auspicata priorità per il lavoro iniziatico, il solo in grado di utilizzare le nostre negatività e il nostro dolore per fecondare “l’humus interiore” di noi tutti!
    Un caro saluto, mcarla

  9. ….”Tutti incontriamo ogni giorno persone che definiamo “schizzate”, e io credo che questa sia una caratteristica molto italiana, e che sia la conseguenza di un dibattito politico in tv sempre sopra le righe, urlato, bellico: questo crea tensione in tutti, mattina e sera, e distilla veleno nelle vene.”
    Proprio a questo riguardo, trovo stamattina un interessante articolo de IL POST, che rintraccia la genesi di questa degenerazione tutta italiana del talk show a partire dal popolo dei fax (primi anni ’90) fino alle Iene. Ecco il link
    //www.ilpost.it/2019/03/25/populismo-italiano-rocca/?
    Benigno

  10. giancarlo salvoldi dice

    Amici praticanti Darsipace, carissimi, grazie di essere entrati tutti insieme nello stesso spirito.

    Nel comune cammino iniziatico, che cementa le nostre fondamenta, sono in piena empatia:
    con te, amico mio del PD,
    con te, amico mio M5S,
    con te, amico mio della Lega,
    con te, amico mio di LEU, e con te che tendi ad essere anarco-insurrezionalista, e con te che voti Fratelli d’Italia, e anche con te berlusconiano in incognito, e con te disorientato deluso e astenuto.

    Non sto parlando in astratto, ma di persone praticanti Darsipace, nostri compagni di viaggio.
    Secondo gli schemi ideologici novecenteschi sarei un qualunquista o addirittura un confuso.
    Invece ho le mie chiare e forti idee politiche ed anzi rischio il fondamentalismo, come tutti.
    Solo che non ho “attaccamento” alla politica che apprezzo, ma alla quale non nconcedo la priorità.
    Cerco di concentrarmi sui “presupposti” per la nuova umanità, e di entrare sempre più in una visione antropologica nuova, alta e creativa, e tutti lo possiamo fare.

    Altre volte ho parlato della necessità di coltivare “IDENTITA’ APERTE”, a proposito di etnie e di culture dei popoli diversi, e questo dovrebbe cominciare a valere anche per noi, al nostro interno, con la storia delle nostre identità, dove quelle politiche devono essere imbevute ogni giorno un po’ di più di ascolto e di rispetto.
    Rispetto non moralistico, ma che può usare il criterio politico della trasversalità per valorizare il buono, che non c’è solo nella mia appartenenza politica, ma che c’è in tutte.
    E’ difficile, ma possibile se mettiamo al di sopra non i criteri divisivi ma quelli unitivi, dell’Uno.
    Vi abbraccio con affetto, GianCarlo

  11. Grazie caro Giancarlo,

    da molto tempo, questa è la prima parola chiara che registro, sul fatto di noi praticanti Darsi Pace che ospitiamo nel cuore una pluralità di opinioni politiche diverse, senza essere, dire ipso facto, “collaborazionisti” o “controrivoluzionari” (o almeno, senza averne volontà).

    Questo è un risveglio di primavera in tutti i sensi, una cosa bellissima. Davvero bellissima.
    https://www.youtube.com/watch?v=l566LnNxBZ4

    Un abbraccio!

  12. Maria Rosaria dice

    Grazie Giancarlo! Condivido ogni parola del post e del tuo ultimo commento che mi porta verso un nuovo futuro orizzonte: il superamento di tutti i partiti a favore di pacifici lavori/lotte per comuni valori/interessi che riguardano l’uomo nella sua totalità, quindi l’umanità intera. Ciao Maria Rosaria

  13. giancarlo salvoldi dice

    “Risveglio di primavera”, musica, canto, senso di liberazione, abbandono, sollievo e un po’ di leggerezza primaverile.
    Caro Marco, non conoscevo questa canzone di Battiato, te ne sono grato, come lo sono a chi ha letto e a chi ha scritto.
    GianCarlo

  14. Caro GianCarlo, hai ragione, il tuo scritto evita il pericolo di sembrare qualunquistico proprio perché è scritto da un praticante DP su questo sito, e cioè in quanto si basa sulla priorità di un lavoro interiore che realizza però sempre la trasformazione di questo mondo, ed è finalizzato a questa trasformazione. DP è cioè di per sé un movimento politico, non della politica dominante, alimentata da partiti che da decenni, come dici, sono alberi senza vita, ma della necessaria politica che dobbiamo creare e animare, per la salvezza dei nostri popoli, e della terra, A PARTIRE dal lavoro iniziatico. Tutti i movimenti politici, nella nostra ottica, sono perciò chiamati a radicali conversioni, e tutte le persone di tutti i partiti, che comprendano questo dato storico, possono confluire facilmente nel moto ondoso di DP, ma chi non avverta questo impulso, chi non voglia attraversare umilmente le purificazioni storiche del momento, denunciando le derive nichilistiche, culturali e politiche, a volte con nomi e cognomi, credo che farà fatica a concordare col nostro spirito, e io penso con lo Spirito stesso di chi ha vinto il mondo e rovesciato i potenti dai troni. In tal senso ho postato su Fb questo testo presentando un breve video che ha creato Augias, riprendendo le parole che dicevo ai giovani interlocutori incitandoli alla rivolta radicale non violenta e gioiosa, ma radicale, quella che per davvero dà quiete al cuore:
    Non c’è divario, fratelli, tra la liberazione interiore
    e la contestazione radicale di questo mondo.
    Non fatevi ingannare, ragazzi e ragazze del XXI secolo.
    Non fatevi tagliare in due
    tra anima e mondo, tra psiche e storia,
    tra spirito, fede, e rivoluzione.
    Questo mondo di pura menzogna
    resiste proprio perché
    gli umani non sanno ancora integrare
    le loro parti, le loro emozioni, le loro azioni,
    la loro parola, il fuoco del loro anelito
    con la danza dei loro giorni. Lo so,
    lo sappiamo molto bene, quanto sia arduo
    incarnare un moto rivoluzionario nuovo,
    che tragga dalle profondità sorgive dell’essere
    la propria energia trasformativa. Ma questa
    è la via, e non ce ne sono altre, e questa via
    è quella della vera gioia, e del vero eros,
    in quanto il corpo diventa erotico
    nella misura in cui incarna
    il fuoco sovversivo dello Spirito.
    Un abbraccio, e grazie! Marco

  15. Carlo Gigliotti dice

    Caro Giancarlo, articolo che mi ha fatto riflettere. In effetti anche io tendo molto spesso ad anteporre il politico all’iniziatico, rischiando di perdere la bussola. Grazie. https://youtu.be/9CYbJEBf0WU

  16. Carissimo Carlo, grazie, vedo che sta correndo sottotraccia un discorso che si appoggia alle note sublimi di Battiato.
    La bellezza della musica ci aiuta a liberarci, a convergere in uno spazio di intesa comune.

    Il che, mi pare non fa affatto male.

  17. Fabrizio Sebastiani dice

    Concordo anche io.
    Non ho mai creduto, e oggi ci credo ancora meno, ai partiti che promettono di rinnovare la politica: dovremmo essercene accorti in Italia dopo 30 anni di fallimenti.
    Nel nostro linguaggio: è una tendenza egoica, che stimola a sua volta l’ego.

    Credo invece nel più faticoso rinnovamento all’interno dei partiti: questi infatti sono costutuiti da persone, in carne e ossa, mica da muri.
    Sono queste a essere autentico oggetto di cambiamento: quello interiore innanzitutto.

    Chi si ricorda cosa era veramente il MoVimento 5 Stelle prima che diventasse un partito? Le “cinque stelle” dovevano essere una specie di bollino da dare ai partiti più virtuosi che dimostravano un vero cambiamento. Una idea faticosa, ma originale, che è subito stata tradita dalla fondazione di un partito che come vediamo finisce per riproporre schemi egoici.

    Difficile dire se fu solo una mossa tattica per acchiappare consensi per arrivare poi alla fondazione di un partito. Resta il fattoche Grillo affermava solennemente che non avrebbe mai fondato un partito, smentendosi qualche mese dopo.
    M5s, qualunque cosa se ne pensi oggi, nasce nella menzogna.

  18. Fabrizio carissimo,

    sono d’accordo, proprio d’accordo: mi sembra anche l’idea del post di Giancarlo.

    Credo nel rinnovamento dentro i partiti, credo che possiamo essere un formidabile lievito per questo rinnovamento, ognuno nel suo ambito. Essere protagonisti, essere in politica, proprio in questo – mai assenti o collaborazionisti. Senza attendere un partito “dei perfetti”, o rincorrere una unità politica dei cattolici, o qualche sua smagata variazione, ormai superata dalla storia. E l’idea originale delle “stelle”, che mi raccontavi qualche tempo fa, continua a sembrarmi una buona idea.

    Un abbraccio.

  19. Alessandro Ciarella dice

    Caro Fabrizio,
    credo che il nostro cambiamento debba iniziare da come esprimiamo il nostro pensiero.
    Essere assertivi serve a poco, la vita si svela giorno dopo giorno e tutti noi cambiamo in continuazione pensieri e spesso opinioni.
    Ringrazio anche io Giancarlo per il modo di porre la riflessione su un tema che tocca tutti noi nel profondo e che segnerà il futuro dell’intera umanità.
    Credo che dovremmo riflettere meglio sul significato delle parole:
    Cosa è la politica ?
    Cosa sono i partiti ?
    Quello che viviamo è politica o partitica ?
    Quali sono gli effetti ( frutti ) della passata politica ?
    Quanto l’economia incide in questa parti-politica ?
    Potremmo parlarne fino allo sfinimento ma certo non si risolverebbe solo parlando un disaccordo che nella stragrande maggioranza dei casi si basa su un conflitto di interessi dove i contendenti non sono disposti alla rinuncia.
    Il cambiamento che, spero, tutti noi auspichiamo è ben più profondo.
    Noi lavoriamo per smascherare le dinamiche che il nostro ego mette in atto continuamente e in tutti i campi d’interesse per metterci in contrapposizione con l’altro, se questo lo abbiamo compreso il dialogo può essere costruttivo ma a condizione che non ci stanchiamo mai di spegnere l’azione dell’ego che non smetterà di interferire e minare i confronti.
    La mia politica dovrebbe avere un solo obiettivo: il vero benessere dell’umanità.
    Un sorriso Ale

  20. Carissimo GianCarlo ,
    concordo con l’analisi della condizione degli over 50 -60 che cercando di “essere nel mondo” ha rischiato di “essere del mondo”e che ora si trovano a fare i conti con l’esperienza di percorsi iniziatici e di esperienza di politica.
    Credo nella politica intesa come “buona politica che non si appropria del potere per fare meglio degli altri , ma é l’amore per il bene comune “
    Sento e mi riconosco in queste preziose parole con le quali don Mario de Maio apre il numero di febbraio della rivista di crescita umana e spirituale nel quotidiano, Oreundici intitolandola “la buona politica “ con tante significative testimonianze dalla pastora valdese Lidia Maggi a Romano Prodi , Lucia Capuzzi…
    “ forse sono solo parole , ma credo che le parole possano entrare nella nostra carne e cambiarci”
    Sento inoltre la coralità e l’ampiezza del respiro “nell’essere in contenitori politici diversi.. desiderando di stare nello stesso contenitore iniziatico”
    Grazie Marco C.per” il risveglio di primavera “che risuona in “segnali di vita “grazie anche a Carlo per aver creato una buona atmosfera con la musica di Battiato.
    Grazie Fabrizio anch’io credo nel più faticoso rinnovamento all’interno dei partiti dove le persone dovranno fare la traversata del deserto per purificarsi da limiti ed errori; e allora umilmente facciamo ognuno,la ns piccola parte di cambiamento: quello interiore innanzitutto.Con gratitudine Irenilde

  21. Caro Alessandro, premetto, che sai che tra noi ci sono queste simpatiche schermaglie, ma fa parte del lavoro… non te la prendere, ma so che non lo farai!

    Tu dici “La mia politica dovrebbe avere un solo obiettivo: il vero benessere dell’umanità.” e direi che questo è un punto su cui tutti, quelli che siam qui, dovrebbero essere d’accordo. Mi sembra chiaro che nessuno è qui per augurarsi il contrario, per lavorare al contrario.

    Il vero punto, anche di reale vivibilità in questo ambito (che io sollevai dal famoso post Le Selve della Politica, come tu sai) è se questo bene maggiore, può essere perseguito realmente nella pluralità di opinioni politiche (secondo me legittima e benedetta) o se il lavoro spirituale è inteso come qualcosa che ti conduce “naturalmente” (?) in un certo ambito politico e su una certa visione.

    Sai già come la penso, in merito. Un abbraccio.

  22. Caro Giancarlo, davvero il tuo post è una riflessione precisa, puntuale, e profonda.
    È importantissimo quel richiamo alla priorità, quando affermi che il problema non è di alternativa tra politica e percorso iniziatico, ma di priorità. Hai centrato nel segno. La priorità è imparare, giorno dopo giorno, a crescere nella libertà e nella verità di se stessi. Da questa integrità ognuno di noi, come giustamente commenta anche Fabrizio, può respirare e far respirare aria nuova nell’ambito politico (inteso in senso lato) in cui vive, esprimendovi e vivendovi novità cristica, creatività e – perché no! – gioiosità, cooperando in tal modo alla trasformazione del mondo.

    Ma anche secondo me (come anche sottolinea Alessandro) nella tua analisi l’unica precisazione che manca è la distinzione, per me fondamentale, tra impegno “politico”, e adesione partitica. Sono due cose distinte.

    La “politica” è una sfera più ampia, che attiene all’essere umano in quanto tale nel suo tendere innato a strutturarsi in società e a cooperare (anche se, purtroppo, questo ordinariamente non accade appunto perché ci si lavora partendo da basi egoiche) perché questo ambito vitale sia il più vivibile possibile per tutti (utopia). Solo l’uomo, tra le varie specie animali, è un animale “politico” (già Aristotele lo aveva così definito), tendente cioè per sua natura ad organizzarsi in società, mentre le altre specie animali si aggregano in “branco”.

    Il vivere in relazione è costitutivo del genere umano semplicemente perché tale è stato creato, ad immagine e somiglianza, appunto, di Chi lo ha creato. Per questo, da sempre, si aggrega in comunità, iniziando da quel primo nucleo che è la famiglia che poi, si allarga alla polis, allo stato.
    Questa è la politica, che attiene ad ogni umano. Di cui ciascuno di noi è responsabile. E’ un po’ l’aspetto sociale, civile, di quel primo comandamento che Dio, in origine, ha dato all’uomo quando, in Gen 1, gli dona la terra perché “la coltivi” (che, naturalmente, non è inteso in senso strettamente agricolo).

    Questo è il primo ambito, per così dire universale. Poi c’è la differenziazione “partitica”, quella cui, Giancarlo, fai riferimento (e a cui si riferisce anche Alessandro nel suo post), quel contenitore, che non può essere il medesimo per tutti.
    Qui, nella scelta partitica, credo che la libertà d’espressione e di adesione sia sacrosanta e inviolabile per tutti. Altrimenti si scade in qualcos’altro, di tristissima memoria (antica e recente), che di democratico non ha più nulla. Poi, si potrà discutere all’infinito sulla bontà o meno (o sull’integrità) di una corrente partitica piuttosto di un’altra. Ognuno ha le sue opinioni, pur partendo dai medesimi principi…

    E qui, per concludere, Giancarlo concordo pienamente con te. Se non si dà priorità alla trasformazione iniziatica, tutto, nell’ambito politico, rimarrà asfittico, mentre un ricentramento dell’io nella sua originaria integrità, avrà effetti rivoluzionari creando politiche umane e umanizzanti, umanità nuove ovunque si operi, dando per scontato che difficilmente un “io integro” appoggerà partiti o sistemi dittatoriali o disumanizzanti.

    Ti ringrazio dunque, Giancarlo, per averci riportato a verità fondamentali e di averci offerto questo spunto di approfondimento e di riflessione così importante.
    Quando si trattano questi temi, il dialogo è sempre vivo, segno che tutti siamo appassionati alla politica, come qualcosa di vitale e preziosa. Meno male!

    Un grande abbraccio, a te e a tutti.
    Con un sorriso,
    angela

  23. Molto interessante il tuo post Giancarlo, e da ex politico, hai capito bene che la politica viene dopo darsi pace. Solo uomini veramente liberati possono costruire una nuova umanità. Se io ho delle ferite …non curate, mi rapporto al mondo con sofferenza e a volte addirittura con…cattiveria. Se invece guarisco la mia anima, posso contagiare anche gli altri positivamente.Il cambiamento personale però, visto che è lungo, va associato anche alla politica, che cmq fa parte della ns vita. Però a me sembra a volte di vedere persone che non vogliono cambiare né internamente, né all’esterno. Probabilmente stanno bene così. La vera sofferenza, quando tu tocchi veramente il fondo, ti fa cambiare per forza. Un caro saluto
    Luciana

  24. Più profondo
    Del pozzo della notte
    È sepolto il mio cuore
    E solo il vago incresparsi incerto
    di certe strane onde in superficie
    Rivela il suo battito
    Sotterraneo

    Scavare è un lavoro infinito

  25. giancarlo salvoldi dice

    BARICENTRO

    Sento che siamo abbastanza distesi e in uno stato costruttivo, come il nostro lavoro nella meditazione ci insegna, e riusciamo ad osservare il problema col giusto distacco che ci fa guadagnare equilibrio e lucidità, nella leggerezza di chi è consapevole delle difficoltà ma è animato dalla speranza.

    Il baricentro della nostra attenzione e del nostro lavoro, sia quello personale che quello comunitario, è sempre a rischio di scivolare e di sbilanciarsi un poco.
    Immaginando un asse ideale su cui stanno, nell’ordine, prima il percorso iniziatico, poi “i presupposti” di una rivoluzione democratica, e infine le scelte politiche concrete, a me sembra che abbiamo il baricentro collocato tra i presupposti e le scelte.
    Nel presente dialogo costruttivo ci stiamo aiutando, con fraterna intelligenza, a non chiuderci in un imbuto stretto che potrebbe trascinarci dal piano ideologico a quello politico e poi a quello partitico per finire in quello delle diatribe dentro ai partiti.
    Un tipo di diatribe che attualmente ha il moto angosciante della vite senza fine.
    Allora mi chiedo e vi chiedo: nella consapevolezza che l’azione di Darsipace è intrinsecamente politica, di una politica alta, può essere utile che spostiamo il nostro baricentro tra il “lavoro iniziatico” e ” i presupposti”?

    Chi di noi vuole impegnarsi anche in un partito, ha in mano la chiave per aprirgli la porta ad una vita nuova, per irrigare zolle inaridite della politica con l’acqua del lavoro iniziatico:
    “Liberazione interiore –> Trasformazione del mondo”.

    Tenendo sempre presente papa Francesco che dice:
    “Un cristiano, se non è rivoluzionario, in questo tempo, non è cristiano !”

    Un abbraccio pieno di gratitudine a ciascun praticante, GianCarlo

  26. Sai Giancarlo, a proposito di baricentro, mi sembra che il quotidiano stia confermando sempre più chiaramente uno sviluppo futuro possibile solo a determinate condizioni.
    Mentre continuiamo a distrarci pensando a tutto ciò che ci viene somministrato gli effetti del nostro agire compiono il loro corso e le conseguenze sono sempre più evidenti. Riconquistare il baricentro è vitale!
    Quale futuro potrà esistere per una umanità che prosegue decentrata?!
    Io vedo la salvezza nella iniziazione cristiana, pur riconoscendo che le vie possano essere diverse ma orientate tutte verso una unica eterna Verità con la quale tutte le politiche debbono fare i conti.
    Il tempo del grande setaccio è in atto, quale visione di mondo è cresciuta e si è consolidata in noi ?
    Solo a noi è possibile trasformarla con la indispensabile grazia da desiderare.
    Un sorriso Ale

  27. Maria Carla dice

    Ciao Giancarlo, ti chiedo un chiarimento:
    cosa intendi dire esattamente quando scrivi di spostare il baricentro tra il “lavoro iniziatico” e i “presupposti” di una rivoluzione democratica anziché tra i presupposti e le scelte politiche concrete?
    Auspichi maggiore gradualità nel processo?
    A cosa pensi precisamente?
    Grazie per lo stimolo di riflessione che hai dato a tutti noi,
    mcarla

  28. Maria Carla dice

    Bellissimi i versi riportati da Marco Moletta…sono i tuoi?
    Me li sono subito trascritti…grazie!
    mcarla

  29. Caro Giancarlo,
    molto interessante quanto hai scritto.
    Mi pare di capire che intendi fondamentale il lavoro di trasformazione individuale, nel senso proprio che deve essere a fondamento di qualsiasi altro sviluppo.
    Non si può non concordare.
    Intanto però si vive, ossia si effettuano scelte le più diverse e si agiscono azioni le più varie.
    A questo proposito avrei una domanda che rivolgo a te quale praticante DP (io non lo sono), là dove dici, molto bene, in una delle tue risposte di questa discussione,

    “Nel comune cammino iniziatico, che cementa le nostre fondamenta, sono in piena empatia:
    con te, amico mio … ”

    questo non può esimerti dall’esprimere un chiaro parere laddove dovessi cogliere una sostanziale contraddizione tra pensiero DP (così come viene dichiarato sul vostro sito) e azioni concrete, sbaglio?
    In altre parole puoi camminare col lupo (e chiedo scusa ai lupi che sono bellissimi animali) fintanto che mangia l’agnello senza dirgli che l’agnello non si mangia e senza fare quanto è in tuo potere per salvare l’agnello?
    Puoi accettare che ci si nasconda dietro l’illusione di agire così solo perché ci si convince di ritenere questa strada l’unica percorribile per salvare più agnelli in futuro? Non è questo del lupo, ai tuoi occhi, un atteggiamento follemente ego-centrato?

    Buona giornata
    Maria

  30. chiedo scusa, correggo l’ultima frase c’è un lupo in più, il comportamento egocentrato era riferito a chi ritiene si possa trascurare l’agnello in pericolo

    Puoi accettare che ci si nasconda dietro l’illusione di agire così solo perché ci si convince di ritenere questa strada l’unica percorribile per salvare più agnelli in futuro? Non è questo, ai tuoi occhi, un atteggiamento follemente ego-centrato?

    di nuovo buona giornata

  31. IL PINO E LA ROSA

    Ripensando all’idea di baricentro di Giancarlo, molto interessante, mi viene in mente che è anche questione di “modello”. Perdonate, ma noi fisici ci facciamo molto, con i modelli. Lavoriamo quasi sempre con quelli. Perché la realtà non è direttamente conoscibile, ma è sicuramente modellizzabile. Attenzione, con gradi diversi di errore.

    Il modello a cui spesso facciamo riferimento mi pare un modello rettilineo; una progressione essenzialmente retta parte dal lavoro spirituale, passa per i presupposti di una scelta politica, e approda infine all’ambito politico contingente, vero e proprio. Mi viene in mente un pino, sottile, che cresce, essenzialmente diritto. Ha una sua strada, uguale per tutti. Indubbiamente è molto focalizzato, ma ha di contro che è essenzialmente rigido. Poi, chi la detta la strada politica? E’ contenuta ipso facto nei fondamenti spirituali? Spesso si è pensato così, certamente. Non so se è una cosa ancora attuale, però. In ogni caso, se non la sentissi mia, dovrei perfino dubitare della mia radice (in questo modello, infatti, non c’è elasticità: è un modello dualistico, “dentro” vs. “fuori”, oppure se preferite, “rivoluzionario” vs. “collaborazionista”).

    Mi viene anche in mente che c’è anche un altro modello possibile, più morbido, accogliente; invece di un pino potrebbe trattarsi di una rosa, o una fioritura a cespuglio. Si parte sempre in linea retta (lo stelo?) poi però si espande (il cespuglio, i fiori) e si allarga, a coprire varie scelte politiche, varie modalità di impegno, rischiandosi nel contingente, con il proprio (perfettibile) giudizio, costruendo una propria narrazione. Allora le persone si distribuiscono nello spazio che genera il cespuglio, che crea il cespuglio. La diversità è tutelata, e in questo modello non è disimpegno, non è collaborazionismo. E’ ricchezza.

    Se io e un altro praticante del percorso spirituale XYZ militiamo con impegno in formazioni diverse, non è che uno di noi ha “sbagliato” o “non vuole star bene”, è semplicemente che abbiamo risposto alla sfida del contingente in modalità normalmente differenti.

    Credo due modelli con pro e contro. Il pino e la rosa.
    Spesso si è ragionato in queste pagine, ma si ragionava essenzialmente di modelli.

    In entrambi i casi, quello che dà forza e significato è lo stelo, e prima ancora la radice.
    Che come giustamente dice Giancarlo, è quel lavoro iniziatico in cui affonda il pino, ed anche la rosa.

  32. Grazie per lo stimolo di discussione Giancarlo, vero Marco C. le radici comuni sono importanti, l’importante è non farsi troppa ombra reciprocamente. Bellissima poesia grazie Marco M. anch’io chiedo se è tua. Un caro saluto
    Luciana

  33. Grazie Luciana, hai ragione, no nessuna ombra, ognuno segue la sua strada particolarissima, sorgiva dello stesso punto e orientata verso l’imprevisto, dunque nessuno è all’ombra di un altro. Solo qui, proprio qui, nessuno è copia di un altro, è sé stesso nei termini sempre progressivi di una maturazione e di una fioritura.

    Che avviene, nel tempo.

  34. Grazie Giancarlo, è una riflessione splendida la tua così come quelle che leggo in tutti coloro che hanno sentito risuonare queste parole nel profondo della loro vita. Vorrei rilanciare uno spunto che leggo nel tuo scritto riferito alla particolare angolazione dell’aspetto che sollevi a livello di problema! E mi piacerebbe pensare che sia tutto italiano pur nella sua complessità, ma temo che sia più esteso, più universale, tanto da parlarci di crisi antropologica, come anche Marco sempre dice. Ne vedo i sintomi e gli effetti in molti paesi, in tutte le culture. E spesso la rabbia esplode a livello sociale in forme che ancora noi non abbiamo visto e speriamo di non vedere. Ma le città del mondo si assomigliano, il potere ha solo facce diverse ma i linguaggi sono omologati grazie a forme ormai acquisite ovunque, la paura è trasversale a tutte le culture moderne, la violenza è globalizzata nei toni e negli effetti, gli Stati moderni come le varie strutture intermedie presentano le stesse scissioni che affliggono gli individui, tanto che appaiono come moltitudini informi, smarrite e in preda ad una barbarie. Anche la natura si contorce nel dolore, soffre le conseguenze di sfruttamento sfrenato. Allora sì che la politica è indispensabile, quella che sa di novità, una politica che è metanoia, che aiuti a scoprire le connessioni del mondo, dei suoi problemi come delle sue soluzioni. La politica non è asfittica, le persone lo sono, le organizzazioni, gli Stati. Nessuno più respira. Se riusciamo ad entrare nell’idea di una visione sistematica della vita, del mondo, dell’unità dei popoli, se crediamo che non sia il tritacarne mediatico a darci ossigeno, ma lo Spirito allora sì che avremo tutti una nuova direzione, un compito, una creazione. Mi piace che tu chiedi per tutti una pratica iniziatica che sia soffio per la vita. E questo soffio deve avvolgere il pianeta, tutti i popoli, tutte le comunità, per poterci sentire tutti dono e mistero l’uno per l’altro, ciascuna nazione. Ecco che, come tu dici, la pace si deve allargare alla società, entrare in tutti i meandri della vita internazionale. Io penso che tutto questo non potrà che avvenire in questo modo!

  35. giancarlo salvoldi dice

    Cara Gabriella,
    osiamo sperare che lo spirito benedica il lavoro che tutti noi stiamo facendo, osiamo crederlo, e possiamo pregare perchè la sua benedizione riscaldi il cuore di tutti: “Veni, creator spiritus”.
    Hai ragione a dire che il problema non è tutto italiano, ma è antropologico, e tu lo sperimenti nei tuoi studi sui popoli e sulle culture del mondo e nelle tue attività e relazioni internazionali.
    Mi piace questa tua visione che non è solo internazionale ma universale, come dici con parole di bella verità:” pratica iniziatica che sia soffio per la vita… e questo soffio deve avvolgere il pianeta, tutti i popoli, per poterci sentire dono e mistero l’uno per l’altro”. Le tue parole realizzano proprio questo, e lo offri a tutti noi.
    Grazie, Giancarlo

  36. giancarlo salvoldi dice

    Caro Marco,
    è già difficile seguirti nei tuoi affascinanti percorsi interstellari ed intergalattici.
    E ora a tradimento ci aggiungi anche la vena creativa poetica, il pino e la rosa.
    Ma ci provo ugualmente a riflettere.
    Innanzitutto grazie a Dio che il modello non è unico, ma sono almeno due.
    Un secondo dato colpisce sia il cuore che la mente: entrambi i modelli sono pieni di bellezza, di grazia, e di senso.
    La disponibilità di più modelli implica la scelta tra quelli giusti e quelli sbagliati: e qui dobbiamo metterci in gioco con la ricerca di ( non “della”) verità, e lo possiamo fare esercitando la libertà.
    Ho fatto una affermazione apparentemente ovvia, ma non è così, perchè in molte culture del mondo la verità e la libertà non sono considerate valori fondanti della politica: questo lo è solo nella cultura greco-giudaico-cristiana.
    Allora resta intero il dilemma pino o rosa, e ciascuno sceglierà.
    Nelle radici iniziatiche, che sono le stesse per il pino e per la rosa, non potrebbero essere giuste entrambe le scelte?
    Forse non si tratta di giusto versus sbagliato: potrebbe trattarsi di maggiore o minore tasso di verità in ciascuno?
    Non lo so, ed evidentemente siamo agli inizi e non alle conclusioni della ricerca.
    Caro Marco, ti abbraccio, GianCarlo

  37. Continuando la lettura “la buona politica “ ho trovato preziose parole
    delle “beatitudini del politico”

    Beato il politico
    che ha un’alta consapevolezza
    e una profonda coscienza
    del suo ruolo
    Beato il politico la cui persona
    rispecchia la credibilità
    Beato il politico che lavora
    per il bene comune
    e non per il proprio interesse
    Beato il politico che si mantiene
    fedelmente coerente
    Beato il politico
    che realizza l’unitá
    Beato il politico che é impegnato
    nella realizzazione
    di un cambiamento radicale
    Beato il politico che sa ascoltare
    Beato il politico
    che non ha paura .
    François-Xavier Nguyén Vãn Thuãn
    (cardinale vietnamita)

  38. giancarlo salvoldi dice

    Gentile signora Maria,
    La domanda che lei mi pone per un verso è drammatica ma per altro verso è un falso problema.
    Se si rompe una conduttura in casa: raccolgo acqua fino allo sfinimento o lascio correre acqua ovunque ma vado a cercare l’origine del guasto per ripararlo? Ho una qualsiasi malattia che mi dà febbre e dolore: il medico deve cercare con pazienza di trovare la causa e curarla o deve accontentarmi togliendo i sintomi?
    Se tutti i partiti hanno fallito, o c’è il fallimento “percepito”, ma di cosa mi devo preoccupare?
    Stando ben lontano dal delirio di onnipotenza che a volte si vede in giro, né me ne sto alla finestra né pretendo di avere la bacchetta di mago Merlino, e accetto la gradualità e la parzialità del mio agire, sennò sarei follemente ego-centrato.
    Avendo noi sperimentato la ghigliottina e i campi di sterminio nazisti e i gulag sovietici, ed avendo visto che erano orrori e per di più non hanno salvato l’umanità, penso che sia ragionevole sperimentare altri strumenti e criteri.
    Se poi qualcuno provasse godimento a farmi dire che bisogna votare questo invece di quello per infilzarmi su PD o su M5S, su Lega o Forza Italia, rispondo che il percorso iniziatico non attribuisce bollini di garanzia a nessuno.
    Certamente se un amico sostiene una parte politica o sbagliata o che a me sembra sbagliata, gli parlo, mi confronto, gli dico che sbaglia. Poi non sono obbligato a frequentarlo, mentre da un lato non divento violento con lui, e dall’altro non mi separo spiritualmente da lui.
    Cordialmente, GianCarlo

  39. Gentile Signor Giancarlo,
    la ringrazio per la sua risposta, chiedo scusa per essermi rivolta a lei col “tu” nel mio precedente commento.
    Non continuo con le metafore sui disastri possibili perché si potrebbe procedere all’infinito proponendo esempi diversi, per esempio potrei chiederle “e se in quell’acqua affoga una persona? Cerca ugualmente un idraulico? Per caso si ferma a valutare che tipo di persona è, quale la causa che l’ha messa in quella situazione?”
    Non sostengo che le cause non vadano cercate né penso che non vadano sperimentate altre strade, tutt’altro. Dico solo che scegliendo una strada o accompagnando, per così dire, l’amico sulla strada che lui ha scelto e su cui vuole trascinarti, è bene porsi qualche domanda. Questo lavoro di liberazione interiore, in cui voi di Darsi Pace, a quanto capisco, siete impegnati quotidianamente, dovrebbe aiutarvi molto. A sfogliare le pagine dei vostri siti non si vede spesso, in alcuni casi non si vede proprio.
    Lei scrive “Certamente se un amico sostiene una parte politica o sbagliata o che a me sembra sbagliata, gli parlo, mi confronto, gli dico che sbaglia. Poi non sono obbligato a frequentarlo, mentre da un lato non divento violento con lui, e dall’altro non mi separo spiritualmente da lui.” Mi ha colpito il “se un amico”, chiudo augurandole di mantenere uno sguardo amico anche sul resto del mondo.
    Cordiali saluti
    Maria

  40. Caro Giancarlo, grazie di cuore per le belle e gentili parole di cui mi fai omaggio. Davvero, di cuore.

    Nel merito, ebbene sì, potrebbero essere vere tutte e due le immagini. A me basterebbe, ti dico la verità, che tra noi ci fosse sempre vero spazio e vero rispetto per chi vive la sua ? anche qualora il pino dovesse puntare altrove.

    Mettiamo un caso poco poetico ma pratico. Mettiamo un immaginario Decreto Sbirulezza che fosse appena approvato da un governo. Possiamo pensarla in vari modi rispetto a questo decreto, o c’è una linea rossa di pensiero già elaborato? Io mi sentirei soffocare se non potessi compiutamente vivere la mia idea in pace e fraternità con tutti, dentro e fuori DP.

    Per questo il tuo post mi ha entusiasmato, perché riascoltavo la bellezza di questa impostazione, o così almeno la leggevo. Grazie comunque Giancarlo sempre pacato e intelligente, ti abbraccio.

  41. giancarlo salvoldi dice

    Carissimi, vorrei rispondere a tutti perchè ciascuno di noi è prezioso.
    Non vorrei fare troppi interventi, e comunque la nostra comunicazione è circolare e tutti parliamo a tutti.

    Marco, se ci fosse una linea rossa di pensiero già elaborato, io come te soffocherei, ma, di più, mi annoierei, proprio come mi hanno annoiato le linee delle ideologie di un tempo, quasi passato.
    Ricerca, libertà, rischio di errore, gioia di accogliere le correzioni, come sono stato corretto io 3 volte in questa sede.

    Maria Carla è stata esplicita, e la ringrazio, per davvero.
    Un altro praticante e un’altra praticante mi hanno tirato “fendenti” correttivi, ma in modo tanto pieno di amicizia, di intelligenza e di accurata scelta della parola, di voglia di dialogo, che forse qualcuno di voi non se ne è neanche accorto, mentre per me è stata una gioia capire ed accogliere le correzioni non aggressive ma fraterne.

    Maria Carla, sì, si tratta di gradualità e di densità: più sostiamo nei fondamenti densi e meno rischiamo di scivolare in aree che sono importanti ma troppo spesso contingenti ed evanescenti.

    Grazie Irenilde per le beatitudini del politico.

    Luciana, è vero, il dolore può essere aiuto a scavare e curare in profondità.

    Alessandro, dici che occorre ripensare il senso delle parole, e noi praticanti sappiamo che si può andare anche oltre.
    Si può essere creativi proprio nel trovare neologismi, nel dare nomi nuovi a ciò che proviamo a ri-creare.
    Ri-creare nello spirito, per cui la ricreazione delle parole sarà reale solo entrando nello stato meditativo e di preghiera.

    Sono grato, lo siamo tutti, ad Anna Tessaro, Flavio Biondi, Giuseppina, Anna Maria, Benigno, Maria Rosaria, Aldo, Carlo Gigliotti, Fabrizio Sebastiani, Maria, e Angela con cui approfondirò il dialogo.
    Ciascuno ha detto parole vive e da ricordare, ciao, GianCarlo

  42. giancarlo salvoldi dice

    Cara Angela,
    siamo in perfetta concordanza ed è vero che ho solo accennato ai partiti per dire che essi sono contenitori politici diversi, perchè volevo parlare del cuore e dell’essenza della politica.

    I partiti e la scelta partitica di ciascuno di noi sono importanti ma stanno ad un livello diverso e inferiore. Essi riguardano le modalità con cui declinare la politica e riguardano l’esercizio delle libertà democratiche, e infine riguardano l’aspetto quantitativo di quell’esercizio, e cioè quanti voti ogni partito incassa e chi vince e chi invece è mandato a casa: e questo ci appassiona e ci dà gusto.

    In realtà sentivo aleggiare una domanda: ” Vabbè GianCarlo, ma stringi stringi, in concreto tu cosa voteresti?”. Comprensibile e legittima, ma se rispondessi, o peggio mi permettessi di dare consigli, vuol dire che partirei dalla coda invece che dal capo.

    Ogni praticante Darsipace ovviamente è libero di scegliere, mentre Darsipace fa alta politica ma non è un partito politico, né cinghia di trasmissione di niente: mille pini e mille rose fioriscano.
    Se l’associazione si schierasse esploderebbe, e sennò cadrebbe anch’essa nella co-rruzione.

    Quando siamo depressi per la sconfitta del nostro partito di appartenenza o siamo nella goduria per la sconfitta degli altri ( e confessiamolo, io per primo s’intende, che siamo tentati di definirli con parolacce ), significa che siamo inavvertitamente caduti nell’io egoico e che abbiamo bisogno del pronto soccorso di dieci minuti di meditazione.

    Continuiamo tutti la nostra riflessione in leggerezza, GianCarlo

  43. Buongiorno a tutti,
    da molto tempo ormai seguo con costante interesse questo vostro sito, ascoltando le conferenze di Marco Guzzi, per il tramite del vostro canale youtube, leggendo il manuale di DP e alcuni dei post che pubblicate. Sono completamente d’accordo con quanto ritorna regolarmente nel messaggio di DP e cioè che un lavoro profondo d’introspezione personale sia propedeutico a ogni tipo di azione, intesa sia come espressione del soggetto agente sia del soggetto paziente. Come ben sappiamo, ognuno di noi è confrontato nel quotidiano con entrambe questi stati.
    Alla luce di queste osservazioni, che costituiscono l’asse portante di DP (insieme naturalmente ad altri aspetti), ho avuto difficoltà a comprendere il senso di questo post, cioè se si debba affrontare il discorso politico prima o dopo il processo di introspezione. Tutto è diventato più chiaro, dopo aver letto i commenti espressi da alcuni membri di DP. Mi sembra di capire che questo post contenga un secondo livello di lettura che si riferisce indirettamente all’implicazione di M. Guzzi nei nuovi fermenti politici.
    Aldilà dello specifico, concordo pienamente con il riconoscimento dell’urgenza di un cambiamento di attitudine e di pensiero per modificare le storture di questa società. Gli interventi di M. Guzzi sono molto chiari e sempre coerenti. Tuttavia mi sembra che un aspetto non venga mai a sufficienza espresso: la responsabilità individuale e concreta, che si traduce nella promozione del valore dell’onesta e del senso civico che ogni individuo dovrebbe avere. Naturalmente esso è implicito nei suoi discorsi quando parla di metanoia e di io in conversione. A mio avviso però meriterebbe di essere messo maggiormente in evidenza. Insisto su questo punto, perché nella politica attuale si sente troppo spesso parlare di responsabilità dell’Europa, debolezze dell’Italia dovute anche allo sfruttamento dell’Europa con conseguenti difficoltà sociali ed economiche (perdonatemi la semplificazione). Tutto ciò intende attribuire soltanto a forze esterne i problemi attuali. Purtroppo la responsabilità individuale non è mai presa in considerazione. Basti pensare al pauroso fenomeno dell’evasione fiscale, pari al 23%. Quel denaro, sottratto alla collettività, non permette alla nostra società una migliore qualità di vita. Potrei citare altre caratteristiche della società italiana come l’insofferenza alle regole, e più in generale all’identificarsi con lo Stato, alla visione della donna e alla scarsissima attenzione per la famiglia e alle sue necessità che sono alla base del calo delle nascite.
    Purtroppo nel nostro Paese vi è una netta scissione tra classe politica e gli intellettuali. Questi ultimi sono tenuti ai margini delle decisioni politiche che vengono spesso prese da individui che ragionano soltanto in termini elettorali e propagandistici nella (quasi) totale ignoranza.
    Vi ringrazio per l’attenzione e saluto tutti cordialmente.

  44. Ho letto in ritardo il post di Giancarlo e i relativi commenti, risposte, riflessioni, confessioni, giudizi, pentimenti, incidentali , riscontri, ammicamenti poetici e musicali.
    Quante parole… per dire cosa ? Prendetelo come uno sfogo … ma anche un invito a riflettere. Un abbraccio sereno a tutti.

  45. giancarlo salvoldi dice

    Avrei voluto non dover aggiungere altro, ma i fatti mi spingono a farlo, con molto rincrescimento.

    Pochi giorni fa è finito in carcere Formigoni, Forza Italia, ex Presidente della Lombardia, amatissimo ed odiatissimo, e che aveva portato la sanità lombarda tra le prime al mondo.

    Poi avviso di garanzia per il Presidente della regione Puglia, Emiliano.

    Poi il neosegretario PD, Zingaretti, tre giorni dopo la sua elezione risulta indagato dalla Magistratura.

    Ora la giunta regionale dell’Umbria è in piena bufera di scandali, ed il PD locale è stato commissariato dallo stesso Zingaretti.

    Percepisco qualcosa di eccessivo, perchè io non credo che la politica vada criminalizzata.

    Ma facciamoci due domande: la politica può curare la politica? E la cura della magistratura serve?

    Lo dico perchè il caso Umbria è paradigmatico: infatti l’attuale Presidente umbra, Catiuscia, è stata messa lì, dopo che la Presidente precedente era caduta per uno scandalo, perchè era considerata una garanzia in quanto appartenente ad una componente politica dura e radicale.
    E il vicepresidente di prima, Orfeo Goracci dell’allora Rifondazione comunista, era finito in carcere perchè costringeva a prestazioni sessuali le dipendenti che volevano fare legittima carriera.

    Quale è la lezione di questi avvenimenti? e la risposta alle due domande?
    Io capisco che la politica non è stata in grado di curare sè stessa.
    E che il carcere comminato dalla magistratura non ha impedito il ripetersi dello stesso “peccato”.

    Come dice Federico è fondamentale la responsabilità personale.
    Piero, c’è stato, nelle diversità, un utile confronto appassionato e arricchente.

    Mi sembra che gli ultimi accadimenti, pesanti, confermino che conviene dare meno peso alla politica e mettere invece forza ed entusiasmo dove sappiamo che sono più produttivi e creativi.

    Buona Pasqua a tutti, GianCarlo

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