La vita è l’opera: Marco Guzzi ospite a SOUL

Commenti

  1. Marco Guzzi propone contributi interessanti e fecondi per un salto di qualità rispetto all’omologante e svuotante tecnicismo del sistema che domina attualmente. Un sistema che rischia di spegnere la sete di Luce, di imparare da Dio e dagli altri.
    https://gpcentofanti.altervista.org/una-cultura-disinteressata-al-vero-e-ai-suoi-scopritori/

  2. Mi è piaciuta subito, e molto, questa mezz’ora di intervista. Ritorna vero il paradosso che mi colpì quando lessi il libro (ne parlai qui, http://blog.marcocastellani.me/2020/04/solo-la-tua-vita-convince.html), che quanto più Marco parla (apparentemente) della sua vita, dice cose realmente interessante per la mia, di vita. Ipotizzo, perché parlando di una vita non ci si rifugia sui massimi sistemi, ma si scende a rischiare la testimonianza, il porgere quello che è prezioso, un moto di offerta.

    Oltre al libro, questa mezz’oretta è preziosa, vibra su tutti i temi fondamentali della contemporaneità innervando di molte ragioni un percorso che rallegra, stempera il cinismo, ti fa dire “ma allora c’è una speranza”, quello stupore che ricordo si palesò con ancora più evidenza sul volto di Corrado Augias quando intervistò, prima di Monica, Marco Guzzi. Non si tratta innanzitutto, oso dire, di guadagnare altre persone a Darsi Pace, ma di guadagnare nei cuori di altre persone, l’accesso alla speranza. Queste occasioni seminano speranza: non si può ascoltare questa mezz’ora senza che nel cuore si faccia timidamente sentire, una “strana” speranza.

    Questo non ha prezzo calcolabile, di questo dobbiamo essere grati; soprattuto in questo tempo di freddo, ambientale ed interiore. La primavera arriva, parla di poesia, di spiritualità, parla di matrimonio come opera d’arte e di una vita spesa per dare agli altri ciò che ci è mancato. In un ribaltamento spettacolare e antieconomico. Venite: un “malato che vuole essere guarito” indica una buona strada per guarire, per imparare a guarire. Per essere (e qui viriamo sul mio mestiere) “astri che splendono nella notte”.

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