Scienza e rivelazione alla svolta dei tempi

Commenti

  1. Elda dalla Bona dice

    grazie per la lucidissima esposizione!
    Ultima chicca: l’esclusione dell’agricoltura biodinamica dal mondo del biologico a cura soprattutto di “scienziati premi nobel” che la considerano ciarlataneria e magia. Si occupassero con altrettanto zelo di tutti i pestidici e fitofarmaci che ci fanno impunemente ingoiare….Conosco l’agricoltura biodinamica e soprattutto ho avuto modo di apprezzare le persone che la praticano e che hanno cura del loro campo perchè hanno cura di se stessi. A tutto tondo, senza divisioni fra Terra e Cielo. Ho scelto, se possibile, prodotti da agricoltura biodinamica non da “radical chic”come spesso vengo ritenuta … e da oggi con ancora più determinazione.

  2. @Elda Dalla Bona: l’agricoltura biodinamica significare dare fondi e soldi a pratiche magiche senza fondamento e a basso costo. Penalizzando così chi invece investe seriamente in qualità oggettiva che invece è più costosa, più faticosa.

    Il “pensiero magico” su cui queste pratiche si basano è sempre poco costoso: abbassa la fatica, è a buon mercato, semplifica l’indicibilmente complesso che tanto ci spaventa; rassicura falsamente il nostro ego dandoci l’illusione di avere l’elisir di eterna giovinezza semplicemente con una pillolina insapore, inodore, incolore.

    Sarebbe come dare soldi ai preti invece che agli ospedali per amministrare l’unzione dei malati invece che vere cure: a ben vedere un buon affare per il portafoglio, sopratutto se tutti se la bevono che sia efficacie. D’altra parte si sa che i placebo funzionano in qualche modo, è pure dimostrato. A differenza delle tradizioni a “bassa energia”, il pensiero e la tradizione cattolica ha invece sempre proceduto in modo diverso: non “abbassa l’erergia” e la fatica, ma pone la cura medica come parallela, non alternativa a quella scientifico-fattuale.

    Dunque non “questo o quello” ma “questo e quello”: è la logica dell’ et-et che vince su quella dell”out-out – evidentemente egoico – che invece propone di fatto l’omeopatia, l’agricoltura biodinamica e tante altre pratiche che a ben vederle altro non sono un che modo astuto di fare tanti soldi con poco sforzo, vendendo pillole illusorie. Il massimo della mentalità economicistica dalla quale – stranamente – si vuole rifuggire. Un ossimoro contorto e senza senso.

  3. Fabrizio non ho capito quale giudizio hai riguardo alla proporzione degli investimenti che vengono destinati
    alla produzione agricola di tipo industriale/chimico e quelle di tipo organico.

  4. @FRANCESCO PIERAGNOLI : La legge cui si riferiva Elda riguardava finanziamenti, sussidi e altre agevolazioni che, se definitivamente approvate, avrebbero incluso nella denominazione ufficiale di ciò che la legge consente di chiamare “biologico” anche pratiche che “biologico” non hanno nulla, afferendo a pratiche così’ dette di “agricoltura biodinamica” che fa riferimento a pratiche pseudoscientifiche. Qualunque sia il giudizio soggettivo che uno possa dare a quest’ultimo tipo di agricoltura (a favore o contro) è evidente come le pratiche biologiche autentiche (uso contenuto di diserbanti etc…) obbliga le aziende a investimenti e costi maggiori rispetto a quelle che vendono prodotti “biodinamici” in quanto questi hanno dei costi irrisori se non nulli, essendo pratiche di tipo, appunto, “magico”. E però avrebbero esse potuto “forgiarsi” di un marchio che li qualificava come di categoria diversa. In pratica sarebbero andati a finire nella denominazione “biologico” anche quelli “biodinamici” con conseguente imbroglio sia del consumatore (che avrebbe avuto valori aggiunti soggettivi diversi, ma denominati allo stesso modo) e inoltre avrebbe avvantaggiato aziende che investono poco rispetto a quello che investono di più. In pratica avrebbe danneggiato chi il biologico lo fa per davvero, spingendo così le aziende a fare “biodinamica” visto che a fronte della stessa categoria commerciale, sussidi e trattamento identici, devono investire di meno;

    E’ curioso come i difensori di queste pratiche magiche in realtà si dimostrano palesemente dalla parte degli sfruttatori di vere rapine economiche, pur criticando la “scienza ufficiale” e “l’industria” o genericamente “il sistema” di volerli anche depredare economicamente; se infatti avessero un atteggiamento “intellettualmente onesto” dovrebbero difendere “l’agricoltura biodinamica” a fronte di una denominazione altrettanto trasparente e trattata come tale: perchè pretendere che venga equiparata a una categoria altra, che invece uguale non è?

  5. Caro Luca,

    grazie per questo articolo assai interessante, che rende quanto mai precisa e attuale, con robuste motivazioni filosofiche, la necessità – che molti di noi avvertono magari a livello inconsapevole, ma forte – di una “nuova scienza”, o se vogliamo di una “altra scienza” dove “altra” non è tanto verso una “alternativa” ma come ben dici tu, verso una scienza chiamata ad “accogliere liberamente l’autentica possibilità della propria rigenerazione, sulla scia dell’inesorabile rivolgimento dei tempi”.

    E questo non è tanto un problema degli scienziati o di chi si senta portato a questioni “scientifiche”, non è qualcosa cioè di chi coltivi una particolare disposizione culturale: piuttosto, è qualcosa di molto urgente e molto attuale per tutti, come del resto si comprende bene dal pensiero di Marco Guzzi e dai riferimenti alla scienza che egli adotta consapevolmente – e con piena coerenza – in tutto il ventagli dei corsi Darsi Pace. Qualcosa su cui lavorare subito, per recuperare uno sguardo migliore (e liberante) sul cosmo e sull’uomo.

    Dici bene anche in chiusura, l’impresa appare quasi impossibile. Quindi, necessaria! E proprio ora. Proprio ora la vicenda del COVID-19 ci impone un ripensamento profondo della scienza e del modo di comunicarla, per non rimanere intrappolati e soffocati dal meccanicismo che è una controfigurazione della vera scienza, che è invece liberatoria e appare in perpetuo e fruttoso dialogo con ogni aspetto dell’avventura umana: primariamente, proprio quello spirituale.

    Ci sono testi che ce lo dimostrano e ci confortano in questo. Il “Tao della Fisica”, di F. Capra ad esempio: benché datato, rimane attualissimo nel tentativo coraggioso e motivato di istaurare un dialogo profondo tra la fisica teorica e la spiritualità (qui soprattutto orientale). Vorrei anche ricordare i bellissimi capitoli sulla cosmologia del poderoso “Tao della Liberazione”, di L. Boff e M. Hataway (non a caso prefato dallo stesso Capra), testo del quale Guzzi stesso diede ampio rilievo al tempo della sua uscita. Proprio da questa lettura si esce rinfrancati dalla comprensione che la “cosmologia” non è una faccenda di settore, ma riguarda la percezione del nostro posto e del nostro ruolo nel mondo: una cosa necessaria, per tutti.

    Credo infine non sia mera pubblicità, ma informazione coerente e soprattutto doverosa, da parte mia, indicare nuovamente che entro Darsi Pace c’è da tempo un gruppo culturale che si prefigge di lavorare esattamente nell’ottica che tu ha descritto (tanto è precisa la tua descrizione che appare quasi come un “manifesto” del lavoro di AltraScienza, anzi, se non l’avessimo già questo sarebbe perfetto). Il sito di riferimento per chi è interessato, è il sito http://www.altrascienza.it.

    Questo post, caro Luca, rimane dunque come un valido contributo al nostro stesso lavoro in AltraScienza: anche per questo ti ringrazio.

  6. Luca Cimichella dice

    Caro Marco, ti ringrazio per la tua felice e profonda risonanza, ero sicuro che per un testo come questo non sarebbe mancata. Fai bene a ricordare AltraScienza, e anzi come sai sei pienamente libero di riprodurre il mio testo anche lì, mi farebbe piacere. Lo spunto in questo caso muoveva dall’ultima riunione di redazione, in cui è uscito fuori il problema della divulgazione scientifica nel periodo pandemico, ed è stato allora che Marco mi ha proposto di scrivere un articolo in cui fare una sintesi della nostra posizione generale nei confronti del metodo scientifico e del suo rapporto con il sapere umano in generale.
    Sai, per me è stato anche un lavoro interiore non da poco. Non solo perché mi ha richiesto una specifica preparazione, ma anche perché mi ha impegnato a congedarmi ancora di più da un certo fondamentale sospetto che ho nei confronti delle scienze in generale, derivatomi dalla mia radicale crisi adolescenziale, nella quale ho vissuto l’interesse per la scienza come direttamente contrapposto allo spirito e alle verità rivelate. Oltrepassare questa opposizione – che poi di fatto mi ha portato ad assumere posizioni anti-moderne e anti-razionaliste – è un compito appunto difficile, ma necessario, che Darsi Pace adempie in modo straordinario. Se non ci fosse stato questo percorso probabilmente non sarei mai stato in grado di scrivere e pensare quello che ho scritto.

    Un grande saluto, a presto,
    Luca. –

  7. Caro Luca, ti ringrazio a mia volta per questo tuo commento, poiché apre un “dietro le quinte” molto interessante, che giustamente fa comprendere come, dietro un post ragionato e ben scritto come questo, vi sia una accorta pianificazione. A tutto vantaggio direi, della chiarezza espositiva, che è anche un grande (e vorrei anche dire, commovente) segno di rispetto per chi affronta la lettura.

    Volentieri pubblicheremo questo post sul blog di AltraScienza, essendo per noi del gruppo un contributo valido ed importante. Non è escluso che proprio da questo anche noi del gruppo si possa prender vantaggio per “uscire dal recinto” in cui a volte, involontariamente, ci restringiamo, per esplorare nuove opportunità di dialogo e – sperabilmente – di fruttuosa collaborazione.

    Come giustamente scrivi – sperimentandolo innanzitutto su te stesso – tutto questo lavoro si ripercuote in senso benefico sulle nostre rigidità interne ammorbidendole, spingendo a superare le contrapposizioni in cui ognuno inevitabilmente cade: ciò è ultimamente esaltante – perché così la scienza ritorna nel suo vero alveo, ritorna cioè ad essere strumento per l’uomo, per la sua crescita umana e spirituale.

    Ben più che accumulo di nozioni o (peggio) strumento per sentirsi “istruiti” a danno di altri, il sapere scientifico autentico rientra “a casa”, si sveste da tanti fraintendimenti e recupera la sua vera essenza, d’essere appena una possibilità di conoscenza, cordialmente in dialogo con tutte le altre umane possibilità. Come il cammino in Darsi Pace ci ha sempre insegnato, del resto.

    Un abbraccio e a presto!

  8. giancarlo salvoldi dice

    Caro Luca, leggo con dieci giorni di ritardo il tuo post “Scienza e Rivelazione alla svolta dei tempi”, perchè sono stato molto occupato in alcune faccende importanti ma anche gradevoli.
    Mi sembra un lavoro illuminante che aiuta a mettere a fuoco alcune questioni decisive riguardanti la conoscenza, la ricerca scientifica, il sapere vero che deve essere integro e integrato nella vita di ogni essere umano, che spinge ad avere uno sguardo di larghi orizzonti terrestri ma che sonda anche altezze e profondità dei cieli e della terra, come indica bene l’immagine che hai scelto.
    Ci hai proposto testi di Husserl e di Heidegger che sono profetici e portatori di verità percepite per tempo proprio perchè concepite fuori dalla gabbia ingannevole di quella che ben definisci “unilateralità del materialismo burocratico”.
    La cui follia stiamo sperimentando noi e tutti i popoli sulla nostra pelle.
    Ma poichè “il male divora sè stesso”, la presuntuosa arroganza e la pervicacia di molti scienziati si è rivoltata contro di loro che hanno dovuto smentire in continuazione ciò che avevano appena proclamato come verità inconfutabile: e i popoli se ne sono accorti, grazie a Dio.
    Questo smascheramento è la cartina di tornasole che ci conforta nella ricerca di un approccio nuovo e necessario al “metodo scientifico e al suo rapporto col sapere umano in generale”.
    E fa bene l’amico Castellani ad assumere in “Altra scienza” questo tuo contributo che sarà reciprocamente fruttuoso.
    Secondo quanto scrive Mauro Ceruti stiamo costruendo coi nostri passi percorsi di senso e di significato, e ci apprestiamo a fatiche entusiasmanti.
    Grazie amici cari, Giancarlo

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  1. […] originariamente pubblicato sul sito Darsi Pace, qui riprodotto in accordo con […]

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