Come quando ero bambina, ancora oggi, certi eventi che si presentano, (a volte come fulmini a ciel sereno sia personali che storici), travolgono la mia anima che rimane attonita, viene sopraffatta ed io mi sento sconfitta, abbattuta.
Prevalgono i sensi di colpa e le logiche ferree che si muovono nel concetto e nel giudizio. Emergono ricordi del passato, pensieri, ragionamenti si intrecciano senza venirci a capo. “Per quanto tu cammini, e anche percorrendo ogni strada”, dice Eraclito, “non potrai raggiungere i confini dell’anima: tanto è profondo il suo logos.”
Incontrando Darsi Pace è successo però qualcosa di molto importante, ho scoperto che la mia estraneità, la mia sofferenza erano molto simili a quelle di tante altre persone; che quel mio sentirmi diversa, separata, non dipendeva solo da me, dalle mie colpe commesse, ma che è la condizione esistenziale della donna e dell’uomo su questa terra.
Dice James Hillman: “Pathos etimologicamente è proprio ciò che patisco, ciò che mi piove sopra, quello che mi ferisce, quello che mi cade addosso. Le nostre ferite, le nostre sofferenze e disagi, che certamente si esprimono come tali, non sono prima di tutto uno stato deviante o una condizione innaturale (…) Quando allora ci troviamo feriti, proprio in quel preciso momento l’anima sofferente ci domanda dedizione, sollecitudine, tempo e pazienza”.
Da qui è incominciato per me a fiorire qualcosa di nuovo.
Ho compreso che avrei potuto regolare quelle onde emotive così forti, senza perderne la bellezza; ho compreso che era indispensabile una pratica, una disciplina che mi avrebbero aiutato a non disperderne la forza, ma a convogliarla dove io più desideravo…
I. Il lavoro interiore
Così è iniziata una metodica pratica meditativa attraverso la quale faccio esperienza di accogliere e lasciar andare i pensieri che mi attaccano. Nel corso degli anni si sono dispiegati poi gli esercizi del nostro percorso, attraverso i quali ho iniziato ad accogliere, a curare e a modificare le mie convinzioni errate.
Questo per quanto riguarda il lavoro auto-conoscitivo; in altri termini questo per quanto riguarda ciò che è in me, la mia interiorità. Sappiamo però che l’anima oltre a designare sé stessa, indica anche l’anima mundi, ‘ l’anima che dimora nel mondo e lo sospinge nel suo continuo palesarsi’ (don Marcello Brunini – L’anima e la psicologia). Dunque, anche l’anima del mondo mi interpella, soprattutto ora, in questo tempo storico così duro. Un tempo che apparentemente lusinga, ma appena ti avvicini senti l’inganno come di un bel frutto che è però acerbo e una volta in bocca ti lega il palato.
Per una serie di coincidenze un po’ logiche e un po’ illogiche in un attimo può toglierti tutto: la vita affettiva, relazionale, la festa, la comunione fra le persone, i giochi dei bambini, degli adolescenti, dei nonni.
Cosa fare allora? Come muoversi?
Siamo in un tempo di transizione e per viverlo in prima persona non posso che rivoluzionare me stessa, convertirmi in ogni momento, per ogni situazione che arriva. Non si tratta di fare delle buone azioni per Gesù, ma di essere nel suo Spirito per distinguere i modi distorti, difensivi, aggressivi che albergano in me. Questo mi permette di essere anche più comprensiva nei confronti dell’altro che vedo egli stesso pure legato dalle catene dell’ego.
Eppure, al di là di questa consapevolezza che è un grandissimo aiuto nel percorso iniziatico di liberazione interiore, ritorna il momento dell’angoscia quando sento tutta l’impotenza di fronte a quel fatto che non so come affrontare, per quella persona che non so come aiutare, per quell’ingiustizia, per quella rigida chiusura.
II. Il Salto quantico della Fede
Stanca, senza forza mi butto a terra, prostrata e grido al Signore: “Aiutami! “Quel getto di pianto, quel grido è una grazia. Una folgorazione dell’anima che immediatamente si svuota e si sente in pace.
Lentamente ripeto il suo nome: Gesù, la croce, Maria.
In un secondo momento, dopo essermi tranquillizzata, anche i fatti si dipanano, divento consapevole di un’altra realtà all’interno di quella narrazione e mi lascio trasportare dai significati di quegli eventi. “Ecco perché proprio quel luogo, dove tanti anni prima c’è stato quell’importante fatto, ecco perché dovevano andare così le cose..” Rileggo in termini simbolici e il mio cuore si accende di fuoco. Mi sento risorgere. Tutto riprende senso e trova la sua giusta collocazione.
Il simbolo vero e proprio non rimanda tanto a un significato noto, è piuttosto allusivo dice Corbin, filosofo islamico. ‘Il simbolo è cifra e silenzio, dice e non dice, il suo appello è richiamo e profondità. Tra silenzio e cifra c’è circolarità. Nel suo silenzio chiama alla coscienza e al tempo stesso la sospinge a fare del simbolo la cifra, il sentiero, la traccia della propria trasmutazione. Questi sono passaggi dell’io spirituale, non possono avvenire nella mente razionale il cui strumento proprio è il concetto (cum-capio), afferrare che serve per de-terminare per de-finire, ma non per andare aldilà’.
Questo dar senso alla mia storia mi rialza, accende ancor di più in me la gioia di riprendere movimento nella creatività.
Nella nuova coscienza spirituale è lo Spirito di Dio che parla in noi e ci spinge a pro-creare. Dove? Quando?
Ovunque. Certo c’è una direzione che è già stata presa ed ora va avanti quasi di suo, a me non resta che affiancarla.
III. La rivoluzione dello Spirito Nascente
C’è una rivoluzione permanente aperta per la trasformazione della storia, un processo iniziatico dello Spirito di Cristo che inizia con la conversione personale, dal cambiamento interiore. Non era questo che cercavo da sempre? Essere spettatore e co-creatore della realtà, stando in un umilissimo atteggiamento di recezione. Entrare nella dinamica pasquale che crea una nuova coscienza individuale ed una nuova coscienza collettiva unite tra di loro. Curarsi, crescere spiritualmente, riconoscere i pericoli, poi prendere una decisione: nel mistero dello spirito muore l’ego e nasce il principio della volontà che trasforma la vita.
La prospettiva di poter partecipare alla tecnologia dello spirito mi prende sublimemente. Ho sempre oscillato tra lo schieramento da una parte o dall’altra, pur capendo che la distinzione non era così netta, ma non sapevo come esprimerlo. Ora ci viene proposto: un linguaggio creativo che viene dalla nuova coscienza spirituale. Posso finalmente tener uniti i pezzi: non spirituale solo nell’ambito ecclesiale e creatività in quello laico; non solo tecnologia nella città né solo essenzialità nell’eremo, ma ovunque ed entrambe le cose.
Lasciar essere le cose, lasciarle fiorire…tutta un’infanzia, un’adolescenza sofferta nella mancanza di questa modalità, Era quasi tutto un’ossessione, una preoccupazione di cosa fare, di come fare, finché mi convinsi di dover stare ai bordi della società per poter essere libera dalla famiglia e dal lavoro. Avevo fatto ragioneria e mi aspettavano otto ore in ufficio a fare sorrisini a tutti per accrescere la società del profitto.
Ma le cose, seppur più divertenti e creative non erano facili neppure nella cultura ’on the road’ che presentava notevoli rischi ed tante lacune. Non ho mai avuto il manifesto di Che Guevara in camera e non ho mai aderito a movimenti politici sessantottini in senso stretto, eppure mi restava sospeso il desiderio di rivoluzione, ma quale?
Ci fu un incontro importante all’età di trentotto anni, dopo tre anni da una folgorante conversione: don Oreste Benzi che mi invitò a far parte della Comunità Papa Giovanni XXIII che proponeva la Società del Gratuito, un nuovo modo di vivere: la condivisione diretta con gli emarginati, che diventavano così protagonisti della storia insieme a noi e la rimozione delle cause che portano all’emarginazione e alla povertà.
Furono esperienze veramente belle dove però dovetti presto scontrarmi con due grossi limiti: la mancanza della meditazione come trasformazione dello stato dell’ego, con tutto ciò che ne consegue e la verticalità strutturale che andava assumendo la comunità nel suo ampliarsi. I progetti diventavano più importanti dell’accoglienza, della cura di noi stessi membri della comunità e, di non poco conto, ci si legava sempre di più ai dettami della politica territoriale ed ecclesiastica, perdendo in parte, la forza profetica e rivoluzionaria del movimento.
In Darsi Pace imparo che l’agente rivoluzionario è il soggetto della rivoluzione antropologica che travolge il sistema di separazione, che la spiritualità e la politica si integrano, che questa è la nuova fase della storia della salvezza. Il cuore mi batte, ritrovo la passione per la giusta causa del Regno.
Lo vivo come il tempo del mio secondo appello.
IV. Liberazione del mondo
Ritorno allo studio, rivedo la storia.. Quando alla televisione ancora propongono parate militari che cercano di evocare il sentimento patriottico, provo fastidio, disgusto, dietro tutte quelle medaglie imbellettate sul petto rivedo la violenza, il terrore, gli stupri della guerra che avevano paralizzato mia madre, come tante donne, bambini, giovani uomini. Ed oggi, pur dopo aver raggiunto notevoli agevolazioni, conquiste indicibili, si paventa ancora la guerra armata: la Russia potrebbe attaccare l’Ucraina se questa entra nella Nato e cerca di riprendere la Crimea; mentre la guerra psicologica è continua attraverso la comunicazione di massa.
Il neoliberismo si configura in strutture concrete, con interessi precisi che arricchiscono loro e impoveriscono il mondo che rimane intontito, distratto dalla loro pressante propaganda di servizi, oggetti, luoghi allettanti…
Mi sento chiamata alla rivoluzione per il Regno del Giorno che per grazia di Dio non si impone, si propone come Gesù ci ha insegnato. Quando avremo rovesciato la nostra coscienza dall’ego centrato a quello relazionale ci sarà una grande evoluzione planetaria, e forse vi saranno meno bambini che muoiono di fame e malattie, e meno guerre e devastazioni inutili.
È necessario unirci fra amici che già la pensano in un certo modo, anche se con delle sfaccettature diverse e creare dei piccoli territori dove ci siano spazi ed ambiti vivibili nella serenità e nella pace.
Cercare la verità e la giustizia sempre e ovunque è la cosa santa anche se terribilmente faticosa, la sola che mi fa riconoscere le menzogne mie e quelle storico collettive.
Riconoscere le controfigure messianiche, cristiche che propongono l’altruismo e l’omologazione per essere tutti uguali, bravi e buoni e bypassano la cura della famiglia, dell’arte, del vero insegnamento, del diritto, della bellezza, elementi necessari per una vita sia piena.
Sono anziana è vero, compirò fra poco sessantanove anni, ma se pure avessi trent’anni, ciò che mi interesserebbe sarebbe ugualmente proseguire questo progetto. Lo farò se e come Dio vuole, quale compimento della ma vita. Seguiremo i tempi e i modi che Cristo rende possibili ripetendo e credendo nella sua Parola.
Dio è amore, è Lui che ha messo in noi questo desiderio di amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amato e…proprio a questo, vorrei poter partecipare!
Ciao Bianca
L’immagine utilizzata dal titolo: “..in Te ho trovato rifugio” è un’opera di Davide Calandrini. Praticante dei gruppi.
Diverse sue opere sono state realizzate per le brochure di presentazione del percorso dei gruppi Darsi Pace
Cara Bianca, con la complicità di una buia notte insonne mi appresto a scriverti queste poche righe. Leggerti e’ stato ascoltare l’eco della mia stessa voce che mi parla da un po’ più in là nella strada, dove c’è più luce, e le parole hanno il coraggio e la chiarezza necessari ad uscire, e a slegarsi dai lacci della confusione impaurita. Così ti ringrazio per aver parlato, senza saperlo, anche per me. Mi riconosco in tanti tuoi passaggi, narrativi ed esistenziali. Come te vivo il mio ( recente) incontro con Darsi Pace come “il tempo del mio secondo appello”.
Con gratitudine.
Selene
Grazie carissima Selene,
anch’io continuamente cerco di spostarmi dove c’è più luce…La confusione impera,
se distinguiamo il puro materialismo, credo sia anche tempo di discernere seriamente
tra spiritualismo e spirituale. Darsi Pace è maestra in questo….
Un abbraccio
Bianca
Grazie Bianca!
Anche io ho ritrovato alcuni passaggi di vita e ricerca nel tuo racconto!
Con Darsi Pace si sta un pò colmando anche quel divario che si era aperto tra cammino di fede e vita nel mondo, creativa e allegra! Gli ambienti ecclesiali, soprattutto tradizionali, mi avevano si aperto nuove prospettive, però anche un pò appesantito!
Condivido anche il desiderio di partecipare alla vita fraterna, amicale che cammina insieme…pur nelle differenze di ognuno…verso la Casa comune! Senza troppo preoccuparsi dei tempi anagrafici: la Via sulla quale camminiamo, ha per destinazione
l’ Infinito! Con il Suo aiuto.
Abbraccio. Brunella
Sì cara Bruna,
è tempo di restare centrati nel vero moto Messianico che confuta alla radice
l’ordine mentale e storico del piccolo ego impazzito fuori e dentro la chiesa.
Così solo un io rigenerato nello Spirito può unire nella vera unità, unire esaltando
ogni differenza allora sarà una fraternità allegra !
A presto carissima !
Bianca
Ripensandoti Selene,
come tu dici bene delle parole che solo dalla luce possono uscire,
è proprio così!
Quando il nostro profondo non vuole più possedere le parole, c’è un tempo
strano che non si riesce neppure a capire…
“Io non so i nomi, e dico mano e dico luce…” dice la poesia di Marco filo
conduttore spirituale del suo ultimo libro.
Solo dopo, ascoltando reiteratamente la Parola e le parole poetiche iniziamo
ad emettere anche noi le parole e-vocandole. Che meraviglia !
Ancora ciao !
Sono davvero tenebrosi i tempi che viviamo e paradossali. Le persone sono scisse, internamente, e questo si riflette nella società, perchè il microcosmo e il macrocosmo si rispecchiano inesorabilmente. La controfigurazione dei “buoni propositi” troneggia, assorbe completamente la propaganda mediatica. Siamo tirati e lacerati tra il sentire profondo e il vivere quotidiano, così alienato dal buon senso… non so in effetti come avrei potuto affrontare questi tempi senza Darsi Pace. Ringrazio ogni giorno di aver incontrato Marco Guzzi e il suo movimento rivoluzionario, sulla mia strada.
Cara Bianca, grazie per questo post lucido e preciso!
Mi viene in mente un verso di Marco: ‘in questa pace di gennaio che aspetta il rendiconto di tutto l’anno’: mi sembra che tutto il percorso che hai delineato si possa riassumere in un desiderio di pace e di verità che non è mai venuto meno nel corso di tutta la tua vita e che, grazie al metodo proposto da Darsi pace, è fiorito e continua a fiorire e a donarsi.
In questi tempi davvero difficili, la tua profonda centratura è un esempio per tutti. Vogliamo rimanere saldi e forti, ispirati dalle tue parole, nella certezza che solo il mutamento del nostro sguardo, la trasformazione iniziatica del nostro io, può trasformare l’umanità infelice, stretta nella gabbia dell’ego, nell’umanità libera e salva che tutti desideriamo realizzare.
Un caro abbraccio
Silvia
Cara Simona,
come tu dici siamo a una condizione estrema che necessita una scelta, dentro di noi di coerenza, coraggio, fiducia e fuori un piccolo passettino verso….e ognuno sa quale può essere il suo. A volte x spezzare la tragicità ci vuole un pizzico di leggerezza. Una sera alla Macrolibrarsi di Cesena bambini, donne, uomini, anziani abbiamo ballato tutti insieme.
Poi, si riprendono le coordinate….
Un abbraccio
Bianca
Cara Bianca, grazie!! Ho letto il tuo scritto con la trepidazione dell’amica che riceve ancora e di nuovo l’accesso alla tua “storia dell’anima” ! Risuono con te quando esprimi il sentirti gettata a terra, l’angoscia che chiude l’orizzonte riducendo la visuale al cieco perimetro dell’io disperato e bisognoso …..e poi il rinascere ai piedi di Chi proprio lì dentro ci incontra e ci salva….. Sola esperienza che rianima il cuore e il corpo…..personalmente sto vivendo un tempo estremo e decisivo, e la stessa cosa è a livello storico e mondiale…. Sento l’attrattiva e l’indispensabilita’ della “disciplina”, di disciplinare per non sciupare, di praticare per non disperdere……. Ci provo, cercando di bene-volere me stessa …..il mio cuore si espande quando cerca e fa esperienza dello Spirito, poi collassa, implode quando si basta e si accomoda…… Un continuo oscillare ..Sono in balia delle onde, ma so , e questo non me lo può più sottrarre nessuno, che la Vita fluisce proprio lasciandomi trasportare, abbandonandomi, senza resistere…… Grazie Bianca, riempie di gratitudine ricevere il tuo scritto come compimento di una intera vita alla ricerca travagliata e appassionata del Vero, del Buono, del Giusto. Grazie!!!!!
Cara Bianca,
grazie di cuore per condividere riflessioni impregnate di fatica, sofferenza, dolore e anche di freschezza e di gioia, pensieri incarnati in un incessante lavoro di conversione e di preghiera.
In questo tempo apocalittico, tutta la storia del pianeta si sta rivelando come movimento faticoso e tormentoso verso l’unificazione del genere umano libero da tutte le sue separazioni; questo ci spinge ad un confronto inedito con il mistero di Cristo e con il senso del dinamismo rivoluzionario da Lui innescato duemila anni fa.
Marco parla di questa fase epocale come di una cresima del mondo, una “assunzione libera, cosciente, adulta, responsabile e responsabile della missione trans-figurativa avviata in modo ancora in buona parte inconscio col battesimo originario avvenuto in Palestina” ( M.Guzzi, La nuova umanità, pag.66)
Questa chiave interpretativa del tempo che viviamo risuona in me e la trovo in ciò che condividi, la vedo in ciò che avviene nella vita delle persone che incontro, sia nei gruppi Darsi pace che in altri contesti.
Lo spirito di Cristo ci chiama ad un secondo Appello, torna a inquietarci, ad essere segno di pace e di unità e anche segno di contraddizione. Lui ha vinto il mondo!
Non possiamo salvarci da soli, possiamo abbandonarci in Lui e sentirci da Lui e in Lui rigenerati; anche a sessantanove anni possiamo rinnovare la giovinezza, personale e del mondo.
Un forte abbraccio, Giuliana
Sì cara Katia,
accogliamo i nostri sentimenti e poi impariamo a lasciarli andare. Dice Suzuki che
l’uomo zen ‘pianta ora i piedi’ nel mondo come lo abbiamo; quivi comincia la sua
vita autentica, la vita dell’amore in tutta la sua realtà.
Con affetto
Bianca
Mi commuovono le tue parole, Silvia…tu mi hai teso la mano in
un momento particolarissimo, sei arrivata come un angelo per
me. Ti ascoltavo e il tuo linguaggio, per me nuovo, mi incantava.
Parole precise, dirette, profonde e semplici, senza giudizio. Sempre
pronte a riportare le cose sulla cima dell’ onda per vederle, anche
solo per un attimo in un’altra prospettiva. Linguaggio che è fuori
dal tempo tanté che anche ora, mentre lo evoco è presente e benefico.
Grazie cara Silvia
Carissima Giuliana,
sono pienamente in accordo con te. Con la Redenzione Cristo ha dato inizio a una nuova epoca
soprannaturale. In lui solo si salda la separazione, reiterata oggi in quello che tragicamente stiamo
vivendo. Mentre Egli è la consacrazione dell’ umanità e la consacrazione dell’ esistenza si completa nella comunità.
Come ricostituire oggi la comunità fuori e dentro la chiesa ?
Grazie della tua presenza !
Un abbraccio anche da parte mia.
Bianca
Cara Bianca, leggerti mi ha aiutato a ripercorrere la mia storia emotiva e gli stati di coscienza che mi hanno abitato dall’infanzia ad oggi. Questo penso sia il miglior dono che facciamo agli altri svelando i nostri affanni e le nostre ferite, che spesso ancora sanguinano. Anch’io da bambino sono stato travolto da eventi che hanno sconquassato il mio fragile equilibrio, lasciando dietro di se macerie che ancora oggi cerco di ripulire. Ma non sono mai riuscito a gridare la mia angoscia come accade a te. Mentre le mie lacrime di bambino erano la risposta ad una percezione di mancanza d’amore, ora invece appaiono per una consapevolezza d’amore. Per un insight durante un esercizio autoconoscitivo, a seguito di una meditazione o per l’ascolto di una condivisione che risuona nel mio corpo emotivo. Le strategie difensive che ciascuno mette in atto sembrano assomigliarsi, in effetti non penso sia così. Ogni ego è frutto di anni e anni di lavoro. Io per esempio adottai l’inconsapevole strategia di congelare il mio cuore, pertanto non mi sono mai angosciato per l’impotenza di non poter aiutare qualcuno o per ingiustizie subite da altri. Mi fai pensare a Hetty Hillesum quando dice…”mi sono confrontata col dolore dell’Umanità…a volte sono come un campo di battaglia insanguinato e poi lo pago con un gran sfinimento e con un forte mal di capo. Ma ora sono semplicemente me stessa”. Ecco, con l’aiuto di DP, ora vorrei essere semplicemente me stesso. Attraverso la fede giungere alla Verità per iniziare ad amare.
Carissimo Claudio,
è nel percorso iniziatico che la lettura dei nostri disagi, sofferenze si fa interessante
perché disegna il percorso spirituale. Quando da bambini si andava a scuola, sapere
che saresti passato alla classe superiore ti dava una spinta a superare le
difficoltà del momento. Se il percorso spirituale interessa veramente diventa calamita!
Inoltre c’è in ballo anche il veleno della poesia di Marco che è il solvente di questo mondo…
Che, animato dal Verbo si surriscalda e si trasforma…
“(…) Oh, tu, veleno !
che circoli nel Verbo e lo riscaldi. ”
Non è forse allora indispensabile fin che siamo su questa terra un pò di sofferenza affinché
possiamo gustarne la trasformazione?!!!
Cara Bianca,
Ho letto con emozione queste tue riflessioni, questa rilettura della tua vita che ricompone tanti tasselli rimasti come sospesi.
Sappiamo quanta gioia c’è nel ritrovare proprio quei pezzi della nostra storia che sembravano deviazioni inutili, se non veri e propri abbagli, mentre in realtà erano doni in attesa di essere portati alla luce.
Le tue parole sono la testimonianza di come fioriscono le nostre vite quando le curiamo con la lieta disciplina del lavoro interiore e della fede in Cristo.
Un abbraccio!
Antonietta
Carissima Antonietta,
è così vero quello che dici e d’ altro canto, anche, sentire che non sai neanche
più chi sei, che stai vivendo l’oggi e basta. Potrebbe esserci una guerra atomica,
o forse iniziare una vera pace…cosa c’è di certo domani ?! La cosa più vera direi
è abbandonarmi a Dio, volere bene …a chi incontro. A volte sono solo attimi sfuggenti.
Non lasciamoceli scappare !!
Un abbraccio
Cara Bianca
leggendo il tuo post mi torna in mente il mio percorso dalla decisone di iniziare fino ad oggi.
La pratica meditativa che svolgo ogni mattina da quell’ottobre del 2018 è stata una costante in questi anni, in ogni situazione ho cercato di non mancare a questo appuntamento con “quel momento meraviglioso di libertà, di presenza, di incontro” che ha sconvolto la mia esistenza. Sono tornato a pregare, a confessarmi, a comunicarmi, a vivere la fede. Le cadute ci sono ogni giorno ( e sono sicuro che senza Darsi Pace in questo periodo pieno di difficoltà, sfide, non ce l’avrei mai fatta ) ma oggi sono un pò più consapevoli. Come dici anche tu, anche io, mi affido allo spirito e in certe situazioni credo proprio che sia intervenuto in prima persona. Le catene dell’ego, come le chiami, sono anche per me l’aspetto più doloroso perchè oggi si manifestano immediatamente. E’ la reattività agli eventi che ogni giorno mi dimostra quanto ancora sia lontano da quell’ “io in Cristo”. Ma sto cominciando, anche io, ad avere quegli “occhiali” per rileggere la mia vita, le mie scelte, le mie illusioni (e talvolta penso al fallimento necessario perchè potessi arrivare qui). Così sto imparando nell’umiltà, di lasciare andare e di abbandonarmi alla Sua volontà, il ricominciamento. Umiltà che pensavo di avere e che invece era solo maschera che inserivo all’occorrenza. Chiedo alla luce, ogni mattina, che illumini le mie ombre e faccia cadere una ad una tutte queste maschere che mi sono costruito addosso per incamminarmi verso l’integrità e il discernimento (tanto difficile da trovare oggi).
Ti ringrazio per il tuo contributo e per aver condiviso un’esperienza meditata e piena di vita tanto da rispecchiarmi in essa.
Un caro saluto,
Alessandro
Carissimo Alessandro,
una bellissima amicizia mi lega a te, nata spontaneamente nella culla di Darsi Pace.
Come diceva anche Claudio la condivisione dei nostri stati d’animo sorretti da una
prospettiva di fede poetica e cristiana crea amore.
Oggi, solo in questo stato, umilmente possiamo ringraziare se questa notte non si
è verificata una catastrofe nucleare.
Stamattina potevamo ricevere notizia di non poter uscire di casa perché una nube
tossica si avvicinava a noi come fu per Chernobyl.
Forse ancora più grave perché l’impianto di Zaporizhzhia bombardato è il più grande
d’Europa.
In un silenzio interiore che ci possa far sentire ciò che autonomamente si muove in
noi come bene, come pace, come amore per tutti, ogni essere umano di questa terra.
Uniti in Cristo
Bianca
Grazie Bianca, la tua storia ci conferma e sostiene nella ricerca che tutti quanti (molto spesso inconsciamente) viviamo rispetto al senso di questa vita.
Facilitare la liberazione interiore per poi divenire agenti di trasformazione messianica del mondo è il progetto politico più efficace mai pensato e tu lo descrivi bene:
È necessario unirci fra amici che già la pensano in un certo modo, anche se con delle sfaccettature diverse e creare dei piccoli territori dove ci siano spazi ed ambiti vivibili nella serenità e nella pace.
Cercare la verità e la giustizia sempre e ovunque è la cosa santa anche se terribilmente faticosa, la sola che mi fa riconoscere le menzogne mie e quelle storico collettive.
Riconoscere le controfigure messianiche, cristiche che propongono l’altruismo e l’omologazione per essere tutti uguali, bravi e buoni e bypassano la cura della famiglia, dell’arte, del vero insegnamento, del diritto, della bellezza, elementi necessari per una vita sia piena.
Noi stiamo lavorando proprio per questo e la speranza che nutro è di vedere al più presto (ma solo quando i tempi saranno maturi quindi senza affanni o ansie) sorgere e svilupparsi gruppi e comunità dove le anime possano vivere quotidianamente nella pace e giustizia come Dio vuole.
Abbiamo provato con il M5S e con tutti gli altri partiti ma tutti sembrano voler costringere i loro spiriti in aree private scisse dalla vita, continueremo a farlo fino a che uomini e donne capaci di dare ascolto allo Spirito della Vita decideranno di fare politica per il bene dell’umanità intera e non solo degli amici.
Non perdiamo questa speranza e rimbocchiamoci le maniche…….
Caro Alessandro,
le tue intuizioni mi hanno sempre invogliato, ispirato; anche tu sei fra quelli che mi hanno
preso per mano, nella cordata..
Oggi è Simon Weil che mi intriga..Nel suo ‘Manifesto per la soppressione dei partiti’, insieme a
un profondo percorso spirituale propone una ‘terapia’ di fluidità…un libero gioco delle parti non
più vincolate da disciplina di partito. “Circoli” di persone che si formano e si sciolgono a seconda
delle questioni da affrontare. Alleanze nutrite dalle affinità su temi trattati….in uno stato di
fluidità.
Ci possiamo mettere in comunione anche con lei, cosa dici ?!
Con affetto
Bianca
Certo Bianca mi sembra non ci siano alternative, personalmente posso essere d’accordo in tutto solo col Vangelo (ma occhio alle interpretazioni che possono fare disastri) o meglio con il suo obiettivo e cioè la divinizzazione dell’uomo ma non la sostituzione di Dio.
Il discorso si fa lungo e tortuoso per semplificare vorrei dire che se non lavoriamo sulle nostre distorsioni saremo sempre preda di un mondo che ci rende schiavi inconsapevoli (con la paura) addolcendo lo stato reale (con la distrazione) e guidando le nostre scelte (con la pubblicità e il controllo dei nostri dati).
Quadro deprimente?
No, consapevolezza della necessità di azione liberatoria.
Buona domenica delle tentazioni……. Un sorriso Ale
Caro Alessandro,
se possiamo restare ogni giorno nell’umilta’ di desiderare attimi di unione con Dio,
prima di voler agire, prima di costruire progetti nella nostra mente, se possiamo credere che
è Lui che ci sospinge, Lui che ci dona la parola da dire e anche il modo di come dirla,
già il nostro cuore si può dilatare e nell’ abbandono vedo le cose in modo diverso. Ora
davanti a me si muovono grandi rami di abete ed io vedo un’armoniosa danza.
Un abbraccio
Bianca
Cara Bianca, le tue parole mi portano davvero conforto.
Mi portano conforto anche i commenti che leggo dopo l’articolo.
Tracce di un dialogo di pace, di vita, di possibilità luminosa anche in questi tempi bui.
Scappo dalla televisione, che mixa – si direbbe, con raccapricciante precisione – immagini di massacri a consigli per gli acquisti. Se ascolto ancora, mi sembra di diventare pazzo. La mancanza di un senso che leghi una immagine di un bimbo ucraino in fuga a quella di un nuovo biscotto da comprare, mi disorienta e mi ferisce. Senza giudizio, mi sento sperso. E’ tutto vano?
Leggo il tuo post e riprendo fiato.
Capisco di nuovo che tutto mi è dato ma devo rimanere/rientrare nell’attitudine giusta, di vera domanda. Altrimenti sono io che costruisco dei muri altissimi, mi metto in gabbia e rimango confinato. Devo dire che passando di qui tocco spesso una ipotesi cordiale per tornare a lavorare sulle mie distorsioni, e l’amarezza si stempera nella prospettiva di un lavoro, di un bel lavoro.
A qualsiasi età (che poi nemmeno io sono esattamente un bimbetto), si riparte. Mi colpisce come Marco parla della pratica, di questo lavoro. Quando dice che anche in punto di morte, l’attitudine dovrebbe rimanere sempre quella. Ma in effetti, non ho mai incontrato un vero “maestro” per il quale il tempo anagrafico fosse un problema. Capisco che il tempo è davvero relativo, morbido, è un mistero, se noi ci consegnamo a questo flusso che fa tutto nuovo.
Devo tornare qui – non si tratta di sigle, DP e/o quell’altro, quell’altra associazione – ma il lavoro che è cordialmente proposto, qui. Che alla fine strappa un sorriso al cuore, anche nei giorni che ti sembra tutto pesante. Pure la scienza.
La scienza, appunto. Che non ce la faremo a far evadere dagli schemi del meccanicismo, nemmeno con tutta la consapevolezza che possiamo aver accumulato e i libri che possiamo aver letto, se non viviamo noi per primi, qualcosa di meno meccanico e più arioso. Capisco che se l’anima non è toccata da una Dolcezza, nemmeno il pensiero della scienza potrà cambiare.
Grazie per avermi fatto ricordare, ritornare (accipicchia quante volte devo ritornare, in un solo giorno!).
Un abbraccio.
Carissimo Marco,
d’accordissimo con te: è questo lavoro che ci salva: la nostra pratica da cui, poi, possiamo
andare verso ogni campo, ci andiamo con un elmetto spirituale…non più arrabbiati, non più
puntando il dito, però gridando che così non va !! Rimane una ribellione di fondo per le misti-
ficazioni che ora, subito, riconosciamo e come Maddalena de Pazzi che gridava per le strade
di Firenze: l’Amore non è amato ! Vorremmo gridare anche noi: torniamo in noi stessi, torniamo
al fondo da cui sgorga la Sorgente…
Grazie infinite, questo post con la partecipazione che c’è stata ha saziato la mia sete di vera comunità !!
Credo che questo possa far gioire anche Marco e Paola che ben sappiamo quanto si spendono perché
tutti noi possiamo essere felici.
A presto !!
Cara Bianca
innanzitutto grazie di avermi invitato a leggere il tuo post, che altrimenti avrei perduto insieme alle lettura delle tante reazioni ed emozioni di chi è stato smosso dalle tue parole.
Grazie per aver condiviso in modo cosi autentico un pezzo della tua vita
Anche queste parole, come tanti piccoli segni nella giornata, è un richiamo che ci / mi riporta al Centro, all’ Essenziale per “ricordarmi” della novità di Cristo nella mia vita.
A volte mi sento ancora così lontana, da quel passaggio di cui parla Marco, dall ‘essere quel Io in relazione e poi in Conversione Sono le parole che soprattutto in questi giorni mi risuonano come necessarie per stare di fronte agli eventi drammatici : Conversione – Rivoluzione.
Sono grata quindi, quando incontro persone magari molto diverse da me, ma in cui intravedo la tensione comune. Penso che siano tentativi di costruzione di una nuova umanità, l unica che oggi può proporre alternativa all io bellico in continua azione .
Quindi anche io sono grata agli amici di DP. a te, e alle persone che incontro che mi richiamano a fare quella continua pulizia .
Il lavoro interiore è l’ unica risposta di salvezza per noi stessi e per il mondo.
Grazie di questa condivisione e grazie del amicizia fedele che hai, nonostante il mio essere ancora sempre cosi distratta.
Sil
Cara Silvana,
siamo sempre alla ricerca dell’ io in relazione, che è difficile come tu dici…Da una parte ci vorremmo buttare e dall’ altra le nostre strategie difensive ci trattengono. Il piccolo io vorrebbe sempre tenere in mano la situazione e pur camuffandosi per non apparire troppo gravoso, con molteplici gentilezze, sotto le quinte è lui che controlla. Noi però ne abbiamo consapevolezza, che grazia !!
Nel percorso, la parola Conversione che tu evidenzi è proprio la vera Rivoluzione: nella Conversione Linguistica il nuovo Io impara a parlare ricevendo la parola dalla Fonte. Impara a essere Figlio (Non vede che già nasce il nuovo Giorno ?) pag. 203
Trasformarsi, rinunciando a parlare dal proprio ego, ma dal ‘nulla di se’….come un canto …!
Ti ricordi le donne africane ?!
Forse ci insegnavano il nuovo (antico) linguaggio, senza saperlo…
Un abbraccio
Bianca
Buonasera a tutti e complimenti Bianca… Giusto due righe per dirti grazie della tua toccante testimonianza : rimango sempre stupita dalla grande profondità che leggo ed ascolto ovunque in DP! C’è veramente una grande ricchezza interiore, culturale e spirituale… C’è veramente tanto da integrare ed imparare!
Colgo cosi pure l’occasione di dedicare queste semplici parole a tutti gli articoli che ho letto nel sito, in questo spazio, specialmente poiché ammetto di essere stata, inoltre, attratta dala bellissima opera di Davide Calandrini, cui faccio tanti complimenti anche per l’ uso dei meravigliosi colori ??
Grazie ed un saluto affettuoso a tutti,
Giorgia