DALLE OLIGARCHIE ALLA VOLONTÀ DI POTENZA – DAVIDE SABATINO IN DIALOGO CON LUCIANO CANFORA

Commenti

  1. Credo che a rigore la parola “oligarchi” in Russia non identifichi in senso lato tutti gli imprenditori di successo che abbiano accumulato ricchezze spropositate, bensì, in senso stretto, soltanto coloro che hanno costruito i loro imperi economici promuovendo attraverso Eltsin quella vergognosa stagione di svendita degli asset statali dell’ex Unione Sovietica verificatasi nei famigerati anni novanta. Ad esempio Oleg Tinkov, ormai ex miliardario russo (rovinato dalle sanzioni economiche occidentali) fondatore della Tinkoff Bank, rifiuta per sé la definizione di “oligarca” sostenendo di non avere egli mai avuto nulla a che fare con quella stagione di torbidi intrecci paramafiosi tra politica ed imprenditoria, ma di essersi egli onestamente “fatto da sé”. Credo che in ragione di questo connubio preciso proprio degli oligarchi russi di quella stagione storica, ovvero l’essere allo stesso tempo imprenditori di successo e scopertamente burattinai della politica, derivi l’uso della parola “oligarca” rivolto dal mainstream occidentale solo ed esclusivamente ai russi e non anche ai miliardari occidentali. Peccato che il mainstream tralasci di far notare che pure in Occidente la politica è ormai ridotta sempre più ad un ruolo ancillare, anche se qui il peso politico dei potentati economici non sempre è così manifesto come nella Russia degli anni novanta (ma Berlusconi??). E peccato che il mainstream tralasci di far notare, per giunta, che in Russia è stato proprio Putin a ripristinare l’autonomia della politica rispetto ai potentati economici, spingendosi anzi a rendere questi ultimi perfino subalterni rispetto alla politica. Peccato solo che per politica si intende in Russia soltanto la persona di Putin e poco altro, che non sia cioè Putin riuscito a rendere la politica russa autonoma rispetto a Putin, che non abbia lasciato camminare sulle proprie gambe la nuova Russia che egli ha miracolosamente ricostruito… forse ha ritenuto che non fosse ancora matura per essere autenticamente democratica, o che non lo sarà mai.

  2. Ciò di cui abbiamo bisogno ora, e aggiungo disperatamente, sono validi nemici. Perché puoi avere tutti gli amici più validi dell’universo, che se i tuoi nemici non valgono nulla non avrai mai prova del tuo pensiero o qualità. E ora come ora il nemico, purtroppo, è poca cosa. E quando il nemico è poca cosa non si comunica, e la mancanza di comunicazione fa cadere il livello del confronto nel basso della cloaca. Quindi ben vengano i validi nemici, perché a farsi dar ragione e raccogliere conferme non c’è guadagno, e nemmeno nel parlare ai sordi per ascoltare il proprio eco distorto.

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