ALDO CAPITINI: UN “MISTICISMO PRATICO” DA RISCOPRIRE

Commenti

  1. Riflessione quanto mai attuale. Oggi un’anime come quella di Capitini, che non conoscevo e ringrazio Davide per avermela fatta scoprire, avrebbe sofferto in modo indicibile. La violenza ha sempre fatto parte dell’esperienza umana. Da alcuni anni sta dilagando, attraverso guerre sparse nel mondo, ma più subdolamente attraverso i mezzi di comunicazione. Se la violenza sta ad indicare un’“azione volontaria, esercitata da un soggetto su un altro, in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà” ecco che possiamo riconoscere che la pubblicità non richiesta rientra perfettamente in tale definizione. Ogniqualvolta si sceglie di focalizzare l’attenzione su un video o un brano musicale, siamo costretti ad ascoltare réclame che non scegliamo, senza poter interrompere tale ingerenza sulla nostra scelta per almeno qualche secondo. Ogni scelta di ascolto risulta possibile cioè solo se subordinata a un obbligo di ascolto. Si tratta di una violenza piccola, non plateale e nascosta che subiamo senza troppe lamentele. Io sento un senso di “abuso”, al quale ci stiamo inconsapevolmente abituando mentre mina alla base le nostre relazioni.

  2. Desideri anche io ringraziare Davide per avermi messo in contatto con Capitini, che anche io non conoscevo. Capisco l’importanza di percorrere il pensiero di persone come lui, in questa travagliata epoca.

    Più in generale in questi tempi bellici, dove tutti si scoprono desiderosi di “parteggiare” per questo o quello e sentono l’invio di strumenti di morte come “bello e giusto”, senza mai una domanda sul modello di civiltà al collasso – anche immediatamente fisico – che stiamo ancora sostenendo (a nostro danno), in questi tempi Darsi Pace è tra le poche realtà che veicolano instancabilmente un pensiero diverso e di ragionata speranza.

    Per questo sono sempre più affezionato e grato.

    Desidero anche riallacciarmi al commento di Claudio, anche io sento questa pubblicità onnipresente come una violenza. Ma di più, mi pare un subdolo ma perentorio richiamo ad un “sistema valoriale” distorto e suicidario, che ci viene veicolata praticamente ogni minuto (mi viene in mente qualche epico passaggio del film “Arancia Meccanica”, con la differenza che ora la violenza psicologica è molto più subdola e “soft”).

    Mi sembra che non sia tanto nel decidere se comprare ciò che viene proposto, sia una automobile o un detersivo: è infatti – come Marco Guzzi spesso rileva – un ribadire perentoriamente un modello di mondo, una gerarchia di valori, dove per esempio l’uomo è un attrezzo meccanico e l’universo è un sistema di forze competitive e non un ambito relazionale.

    Ogni pubblicità veicola un modello cosmologico perverso, e questo modello ci viene ricordato decine di volte al giorno, casomai avessimo la “tentazione” di indirizzare i nostri pensieri verso ipotesi di cosmo e di donna, di uomo, più “sani” e gravidi di speranza. E’ un “ricondizionamento psicologico” attivo 24/7 in pratica.

    Ci vuole veramente un lavoro costante, ed è bello che questo laboratorio sia aperto e inclusivo. A dispetto di tutto. Grazie a Marco e Paola, a formatori e formatrici, ai gruppi culturali, alle donne e agli uomini che prestano qui la loro opera, costruendo speranza.

  3. Davide Sabatino dice

    Grazie Claudio e grazie Marco per l’attenta lettura e per gli spunti dati. Sono contento che questo mio articolo-ricordo abbia mosso riflessioni come le vostre sulla violenza e sulla menzogna pubblicitaria martellante. Non mi stupisce che la pubblicità regni sovrana in questo mondo, essendo noi fondamentalmente immersi, da tempo, in una “società dello spettacolo” (Debord) che fa della malattia, della guerra e della crisi sociale uno show permanente. Lottiamo “pacifica-mente”, e con estrema forza, per rivoluzionare anche il linguaggio della comunicazione web e tele.
    Un caro saluto, Davide

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