Il principio messianico della Rivoluzione.

Commenti

  1. Faccio parte di un comitato politico che ha tentato in modi diversi di dare il suo contributo al cambiamento di questa realtà che stiamo vivendo, allo stesso tempo frequento un gruppo di ricerca spirituale un po’ improvvisato ma fiducioso. Due intenti contemporanei e paralleli che puntano allo stesso traguardo ma purtroppo sempre separati.
    Ho visto realizzarsi in questa carta un mio sogno, finalmente la possibilità di unire questi due aspetti della ricerca umana, il ponte che collega e fonde ciò che finora è stato – volutamente? – separato. Vorrei proporre questa nuova opportunità ai miei compagni di viaggio ma lo farei più facilmente se potessi presentare un programma, e non solo un manifesto. Sono certa che troverebbe molte adesioni ma poi come possiamo partecipare? Cioè, in pratica, da dove si comincia insieme? Potete darmi qualche dritta? Grazie, Valentina

  2. Marco Guzzi dice

    Il programma, cara Valentina, lo procreaimo passo dopo passo …. grazie. Marco

  3. Gennaro De Mattia dice

    Questo confronto che andrà componendosi in una più ampia visione “ri-evoluzionaria”, mi si passi questo strano vocabolo che vorrebbe rappresentare questa unione, indispensabile oggi più che in passato, tra rivoluzione ed evoluzione, una liberazione interiore per la trasformazione del mondo, come viene interpretata e perseguita nei gruppi DarsiPace, ormai fattosi movimento. Questo è ancora un lavoro del tutto inedito, nonostante il molto parlare, spesso a sproposito, che si fa nell’area del cosiddetto dissenso di “lavoro spirituale”. Si tratta, secondo me, di un processo inedito in quanto ne sento parlare troppo spesso in termini “religiosi” o “ideologici” che mancando di operare quel lungo, meticoloso e faticoso, ma essenziale, lavoro su se stessi, si avvicinano ad un vago ed indefinito “processo di formazione” che ricorda più L vecchie scuole di Partito o le catechesi passive di vecchia memoria. La Carta della nuova umanità è uno strumento, anzi, un documento che non pretende di tracciare rotte o programmi o progetti politici di sorta. Questa Carta è al contempo umile e altissima, a mio modesto parere, perché parla direttamente al cuore di ognuno, parla di questo sentire comune che ci dice che siamo tutti prigionieri, tutti cattivi e pertanto eredi legittimi di quel desiderio di sovranità che alberga in noi. La sfida è proprio quella di avere questo intento come bussola e non un binario già tracciato per noi. Grazie

  4. Marco Guzzi dice

    Grazie, caro Gennaro, perché mi sembra che tu abbia colto l’essenziale della nostra iniziativa. Un abbraccio. Marco

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