Nelle selve della politica

Commenti

  1. Alessandro Ciarella dice

    Grazie, questo incontro ci apre una grande opportunità, riflettere per conoscere meglio una occasione che come una grande onda può offrire al selfista Livio la potenza necessaria per mostrare quanto è possibile fare con una semplice tavola……..
    Misia, il rischio è restare ancora li a guardar sfumare l’occasione presi dalle mille sollecitazioni che le nostre menti distorte ci propinano in continuazione.
    Semplicemente cercando la giusta armonia possiamo contattare da vicino chi è pronto ad ascoltare e se questi è impegnato nel governo…….tanto meglio
    prima o poi doveva accadere.
    Che siano maturi I tempi ?!

  2. Ciao Alessandro, grazie per il tuo commento.

    Io ovviamente non ne so nulla, della questione. Però ho sentito Misia, che mi dice che ha letto pure lei il tuo commento, stamattina mentre prendeva il caffè… Lei trova in verità un po’ di preoccupazione proprio nel tuo accenno alle “menti distorte”: perché sembra comunque rilanciare, in qualche modo sottile, l’equazione “guarire -> aderire a questo Progetto Politico”. Che è proprio quella che – a suo parere – vada un attimo esaminata, con maggiore attenzione…

    Saranno maturi i tempi per una vera rinascita dell’io, anche in politica?

    Un abbraccio!

  3. Caro Marco mi ha stupito come sempre la delicatezza con cui hai saputo affrontare questo tema un po’ spinoso che ha creato non poche divergenze di opinioni nei nostri gruppi. Sempre con l’animo propenso al dialogo anche noi tutors la pensiamo un po’ diversamente. Io mi sono rivista in Misia (e già l’ho espresso in passato) non tanto per una visione “distorta” della situazione ma solo per un reale rischio di fraintendimenti.
    Ecco perché, pur essendo conscia che ci vogliano nuove voci anche in politica nate dell’integrità dell’individuo, avrei preferito non fossero legate ad un movimento politico già in essere, in quanto non scaturito da un lavoro nel profondo come quello di Darsi Pace.
    Pur riconoscendo le buone intenzioni di alcuni partecipanti credo molto nell’uomo e quindi penso che bisognerebbe sensibilizzare le buone persone che sono presenti ovunque a parer mio.
    Detto questo e (ripeto) come già detto, io ho fiducia in Marco, lui ha cercato un canale visibile…..è vero noi non siamo nessuno (per fortuna!). E quindi non nego l’emozione che ha prevalso in me nel sentire le sue parole in quei “salotti”, ben vengano. Spero solo che tutto questo non allontani le anime in ricerca….non avrebbe senso, non è l’intento di Darsi Pace e, soprattutto, NOI CI SIAMO, anche con visioni diverse come dimostriamo io e Alessandro uniti però nella nostra missione.
    Grazie Marco C. e grazie Marco G. (Gurzi???) per ciò che hai creato!

  4. Cara Gabriella,

    sono molto contento che ti sia piaciuto il post e l’approccio che ho scelto. Sono anche molto contento che tu abbia deciso di intervenire, qui. Riguardo la forma… In verità (superato un po’ a fatica il dubbio se la cosa di scrivere questo intervento fosse opportuna) avevo già iniziato un post “classico”, in cui spiegavo in prima persona le mie opinioni, la mia storia…

    … poi mi sono fermato, ho intuito questa possibilità e ho ricominciato da zero. Devo dire che mi sono divertito, in questo approccio. Ho preso i nomi da un libro che sto rileggendo, “Di noi tre”, come omaggio ad Andrea De Carlo, uno scrittore che amo alla follia (pur pensandola, credo, diversamente da lui su quasi tutto).

    E’ evidente, non lo nascondo, che anche io tra i due mi ritrovo di più nelle parole di Misia. Come ben dici, ” bisognerebbe sensibilizzare le buone persone che sono presenti ovunque”. Poi sono con te, è bellissimo che certe parole siano entrate nei salotti così spesso impermeabili a questi temi! Questo non sarà mai un problema, fino a che saranno DAVVERO legittimate visioni diverse. Sarà anche molto più “divertente”, tra l’altro!

    Un abbraccio!

  5. Grazie Marco, veramente sorprendente il modo in cui ti sei addentrato tra ‘le selve della politica’. Mi fai venire in mente la ‘selva oscura’ di dantesca memoria, ma affrontata con quel tono leggero che rimanda al soffio delicato dello Spirito.
    Mi piace sottolineare lo stile del dialogo con cui hai voluto affrontare un tema che già questa estate aveva scatenato una valanga di commenti. Hai provato ad instaurare un dialogo tra parti che la pensano diversamente, parti che sono anche dentro di noi, e che possono comporsi, se solo ci si pone in reale attento ascolto. Così, io che mi sento vicina a Misia, ascolto anche Livio con attenzione, senza giudicare o escludere a priori, in un’accoglienza che il valorizza il dono che ciascuno è.
    Bellissimo il finale del tuo racconto: “Nell’atmosfera sospesa di quest’ora, ogni attimo è un abisso, ci si potrebbe cadere dentro. E uscirne più ricchi. Insieme”.
    Grazie di cuore Marco, un grande abbraccio. Giovanna

  6. Grazie Giovanna, delicato e pertinente il tuo commento, autenticamente “tuo” nel migliore modo possibile! Ti ringrazio di cuore e seguo il tuo anelito alla composizione pacifica e alla crescita, insieme.

    Il finale è una aggiunta della seconda revisione. Sono contento di averlo individuato e scritto, perché in effetti prova a racchiudere tante cose in poche parole. Un cammino, forse.

    Un grande abbraccio.

  7. Ignazio Gregorini dice

    Nel tempi apocalittici che stiamo vivendo, la confusione è grande sotto il cielo !
    Da darsipacista e militante frillino sono contento.
    Dal mio punto di vista si sta acclarando quello che già vivo : la “visione” di Marco, culturale, storica … cosmica (leggere assolutamente “Fede e Rivoluzione”) si può incarnare nella militanza nel Movimento Cinque Selve in questo momento .
    Massimo rispetto e comprensione per tutti, ma la “Rivoluzione” va vissuta .
    La Rivoluzione permanente “mia”, la mia conversione continua, deve coniugarsi alla Rivoluzione sociale che procede .
    Guardando il video di qualcuno dei seminari rivoluzionari, ci si rende conto dell’importanza del lavoro che Marco ha iniziato nel M5S .
    Il risultato del 4 marzo ci ha consegnato un tempo nel quale un blocco sociale è nato ed è necessario un lavoro culturale gigantesco per questi “tempi nuovi”.
    La rivoluzione sorridente, pacifica e gentile che dobbiamo vivere e comunicare ha necessità di essere alimentata da Parole Guerriere, proprio quelle che Marco ci dona 🙂

  8. Maria Carla dice

    Questioni spinose affrontate con mano leggera (e non per questo diventate meno serie)…grazie Marco!
    Quando Guzzi sottolinea con forza le ‘giuste’ motivazioni del M5S in vista di un cambiamento radicale del fare politica non credo voglia avallare tutto quello che fanno o faranno i pentastellati…ma semplicemente dare credito al loro progetto di rivoluzione non violenta, democratica.
    Quantomeno ci stanno provando!
    ‘Incarnare’ queste idee non è (e non sarà) facile…siamo tutti chiamati a ‘discernere’ passo passo gli esiti di questa ‘incarnazione’ , dunque a parteciparvi in prima persona!
    Ciao a tutti, mcarla

  9. Caro Ignazio, grazie per il commento. E’ pienamente comprensibile la tua posizione, ai miei occhi, e penso anche a quelli di Misia 😉 Sono persuaso che una buona “dose di Marco Gurzi” faccia un gran bene ai Cinque Selve. Ma farebbe bene a chiunque!

    La rivoluzione viene a scongelare la nostra coscienza e ci dona una nuova inedita libertà. Una rinnovata fiducia nel nostro sentire, alimentato da parole che curano. Per adoperarlo, in ogni ambito. 🙂

    Grazie!

  10. Grazie Maria Carla,

    hai ragione: partecipare in prima persona. Metterci il cuore, che vuol dire ascoltarlo nella sua libertà che è “di un altro mondo”. Con gli esiti che vorrà indicarci. Siamo tutti in questa battaglia, il campo è aperto e fertile.

    Un abbraccio.

  11. Ciao Marco,
    complimenti per la tua prosa leggera e divertente nel mettere in campo le perplessità che hanno suscitato le apparizioni di Marco Guzzi in tv, e ti ringrazio perché leggendoti ho avuto l’occasione di riprendere e riflettere su certi parlottamenti e turbamenti che anch’io avevo sentito dentro di me.
    Comincio col dire che Misia e Livio rappresentano bene ciò che in ognuno di noi si annida strenuamente e non vuole mollare: la propria visione delle cose, che ahimè il più delle volte (per non dire sempre) è filtrata attraverso veli di paure e di preconcetti. Il voler sempre valutare, giudicare l’operato altrui in base alle proprie aspettative e al proprio tornaconto a tutti i livelli, anche quello emotivo e morale. Misia ha paura di contaminare il lavoro spirituale con un’adesione politica che nessuno le ha chiesto, Livio ha paura di perdere un’occasione di cambiare le cose del mondo perché è impaziente. Tutti e due si agitano.
    Quello che deduco dal mio sentire lo dirò in poche parole.
    Marco Guzzi è libero di fare quello che crede, non perché è una libertà che gli viene accordata, ma perché non può essere diversamente per chi si lascia guidare dallo Spirito: fare quello in cui si crede, e così è per chiunque rimane aderente al proprio personale lavoro spirituale, ciascuno nel proprio ambito operativo.
    L’auspicabile Happy end del nostro percorso è come lo racconti nel finale : tuffarsi nell’abisso per rinascere liberi.
    Ti ringrazio, salutami Misia e Livio 🙂
    Un abbraccio
    Loredana

  12. Grazie Loredana,

    sono in accordo con te. In ogni caso, l’Happy End – hai ragione – è come presagito, ma ritengo che non possa bypassare una fase di travaglio e riflessione. Saltare le cascate per arrivare al lago, se fatto troppo in fretta, può essere un errore.

    Lo scopo è rinascere liberi, ma liberi davvero.

    A proposito, ti salutano tanto Misia e Livio!! 😉

  13. Caro Marco, anche la prosa porta il segno “Decarlesco”!
    Ottimo che ogni braciolina (nel senso di “brace piccolina”) divenga palese fuoco, portare alla vista, propria ed altrui, le proprie
    perplessità.

    Anche divertente.
    Personalmente apprezzo sempre molto l’affermare di MarcoG “fate come ve pare”!
    Certo che si prova a “sensibiluzzare” tutti ed ovunque (con grande attenzione ad essere rogersianamente “efficaci” ) ma…….osservando “gli altri” ad Agora (e anche in altri filmati di incontri “fuori dal contesto D.P.) mi è parso super palese come il registro comunicativo di Marcog faccia stridere gli stili usuali dei giornalisti/conduttori e di altri “ospiti”……..questo è splendido!!!!!
    Apre varchi incommensurabili, mi entusiasma un sacco questa visione/visuale di sviluppi veramente nuovi……….senza pretese puriste do comunque più fiducia a chi non si è precedentemente insozzato nei giochi politici (i competenti, gli ideologici che, come dato concreto, si attaccano alle
    poltrone nonostante tutto e tutti)

  14. Grazie Claudia, in effetti “assorbo” come una spugna dalla prosa di De Carlo: non solo mi piace, ma mi entra in circolo, mi coinvolge totalmente.

    Però, ti dirò, personalemente trovo Gurzi (notare bene il cognome) più efficace nell’ambito culturale e spirituale, non avverto tutto questo stridere del “salotto del commento politico” di fronte alle sue affermazioni, alcune delle quali rischiano di trasformarsi – o essere trasformate – in slogan (politica con pochi soldi, etc…) ovviamente al di là delle intenzioni di chi le dice. Insomma, questo scossone non mi è molto evidente, per dirla tutta.

    Che porti una ventata di aria fresca, questo sì. Soprattutto è uno che non rinuncia, uno per cui la fede c’entra con la politica e con l’economia e con il sesso, per dire. Questo va contro la parcellizzazione terribile dell’epoca presente, questo è realmente rivoluzionario. Ben oltre i Cinque Selve, direbbe Misia (non io, ovvio).

    Grazie!

  15. L’attesa messianica di un salvatore che affranchi dalle oppressioni del mondo accompagna la storia dell’uomo, e varie volte questa attesa si è riversata su una formazione politica che canalizzava questo anelito di liberazione e salvezza.
    Per rimanere in epoca recente pensiamo agli ‘ismi’ del secolo scorso, come ci ha ricordato Chiara nel video sull’Io in Cristo pubblicato su questo sito un paio di settimane fa, e a quale liberazione hanno portato!
    Anche su Gesù si sono riversate attese messianiche di liberazione, la speranza che divenisse Leader politico, ma si è sottratto a questa strumentalizzazione indicando la via della vera salvezza.
    I fenomeni sono ambigui e in questo tempo in modo particolare. Sento di invocare continuamente lo Spirito di Consiglio per realizzare il giusto discernimento.
    “Il Signore è lo Spirito, e dove c’è lo Spirito del Signore c’è liberta”. Desidero crescere in questa libertà dello Spirito, come ci insegna bene Marco G, rifuggendo allineamenti che non corrispondono al mio interno sentire; mantenendomi, per quanto mi riesce, luogo aperto al confronto e al dialogo con tutti, senza preclusione alcuna, perché l’altro è anche parte di me. Giovanna

  16. GianCarlo Salvoldi dice

    Eh! no, cara Misia, un erroraccio così non dovevi proprio farlo.
    Marco Guzzi deputato? Nell’emiciclo come un normalissimo Salvoldi?
    Guzzi deve fare almeno il Ministro dell’Istruzione e della ricerca universitaria: e quanto sarebbe meglio dei precedenti.
    Questo era quanto, per stare un poco al simpatico gioco.

    Grazie astrofisico e regista teatrale: hai parlato sulle corde giuste della leggerezza che sa andare in profondità.
    Conosco la fatica improba di tenere insieme i due corni della contraddizione, guadagnandomi del “confuso”.
    Gli ideali vanno incarnati sennò sono solo spiritualismo, e incarnare implica sporcarsi le mani onorevolmente.
    “Darsipace” è come il seme della parabola evangelica: deve essere sparso verso tutti, e chi vorrà accoglierà.
    Ma meno male che non siamo irregimentati: noi non vogliamo l’omologazione.
    Certo che abbiamo la nostra identità, e la dobbiamo mantenere forte come dice anche il socialista Mélenchon.
    E come dicevo a Pozzallo agli amici di “Migrantes” della Sicilia, l’identità non è né una corazza né una clava, ma può essere una forza pacifica se è capace di essere “identità aperta”.
    Là lo proponevo per il rapporto tra i lavoratori della terra siciliani e i lavoratori immigrati islamici.
    In “Darsipace” lo ricordo a me stesso come attitudine da tenere, per attingere ai nostri valori di confronto e dialogo.
    Invece dello schieramento politico fortemente polemico si può pensare, per esempio, a forme di trasversalità in cui non si lavora soprattutto per l’ideologia, o per il partito, ma mettendo al primo posto il vecchio “bene comune”.
    Anche qui, lasciamoci alle spalle la paura, e proviamo a pensare il nuovo con coraggio nella responsabilità.
    Grazie a tutti per lo spirito di apertura e di amicizia che sento.
    GianCarlo

  17. Grazie Giovanna,

    la tue lettura attenta e anche docile, mi risuona. Vedo Misia che fa sì con la testa, ma anche Livio. E perfino gli alieni, muovono le loro due teste, in sincrono! In fondo tutti “rifuggono allineamenti che non corrispondono al loro interno sentire”.

    Essere aperti al confronto, al dialogo, davvero, senza schemi predefiniti ma senza nemmeno preconcetti. Questa è un’avventura, che non ha fine! Liberi da ogni sigla ma in confronto con tutti. Un’avventura che in DirsiPace.. ops… in Darsi Pace, ho appreso nel suo radicamento profondo in una altra dimensione (su cui questa dimensione si avvita, si appoggia, per derivarne il senso).

    Un abbraccio.

  18. Grazie caro Giancarlo.

    Un intervento illuminante e confortante, il tuo. Il tuo accenno a “forma di trasversalità” piace molto a Misia, ma anche Livio vi trova delle prospettive interessanti, da valutare. Poi hai ragione: tifo anche io (e Livio e Misia uguale, a quanto mi scrivono su WhatsApp…) per Guzzi come ministro dell’istruzione. Finalmente!

    Un abbraccio.

  19. Michele Grieco dice

    Grazie Marco per l’iniziativa è la tua autenticità oltre che bravura narrativa.

    A me pare, cari Misia e Livio che a voi sfugga un semplice particolare: non c’è destra o sinistra, non c’è ideologia, forse un pochetto di nostalgia e impegno nel voler sostenere delle tesi che rischiano di non essere al passo con i tempi!
    No, … non vi pare Misia e Livio, che vada annunciata un po’ di Verità, e che da molti anni ormai ci sia solo una perversa organizzazione, in tutti i partiti, ad allontanarsi dal bene comune e guardare solo al portafogli, agli affari, ai guadagni, alle lobby, al potere, e all’uso improprio del patrimonio pubblico e di tutti, per gonfiare sempre più la propria pancia e la presunta superiorità narcisistica patologica?
    Questo è il tempio, la casa del Padre, ridotta in miseria di spirito, di idee, di buon senso e di moralità. E voi 2 non riuscite a comprendere che è tempo di smetterla di giustificare e di schierarsi, ma solo di dire come stanno le cose,… e basta?!
    Chi dice oggi le cose, mi fate un nome per favore? Quali sono i discorsi di Verita, di un prete, un vescovo, un intellettuale che vi ha colpito negli ultimi, diciamo 30 giorni, diciamo, che possano essere riferimenti interessanti da far ascoltare s mio figlio Gabriele di 17 anni, per esempio.
    Mi pare che l’aperitivo era un po’ troppo alcolico, eppure la pancia non dovrebbe essere troppo vuota, a tal punto, a guardare anche alla linea di tutti questi politicanti ben pensanti a cui avete rivolto attenzione!!! Anche perché, proprio di pancia, e di fame, qui si sta parlando. È questo è un argomento di cui vorrei sentir parlare a Darsi Pace, la fame!!!! ( spedisco senza correggere?)
    ???

  20. Bello il post e le riflessioni… poi, se penso alla cosidetta classe intelletuale Italiana che ci siamo dovuti sciroppare per decenni, mi viene alla mente un solo pensiero, Bravo Guzzi, ci volevano le palle e tu le hai avute!…comunque la si pensi.

  21. Michele, perdonami la schiettezza,

    ma il tuo mi pare un intervento abbastanza irriflessivo. Ci vedo, non te la prendere, più degli slogan che una vera analisi politica. La quale, ritengo, dovrebbe essere sobria e pacata. Non perché l’indignazione non sia richiesta, talvolta, ma perché altrimenti se gridiamo “ma non ti accorgi che è così!” (e tutte le sue varie declinazioni) non procederemo nell’opera di scavo della verità, fuori e dentro di noi.

    E’ esattamente un atteggiamento che deve cambiare, prima di tutto.

    Un abbraccio.

  22. Aggiunta per Michele: per un prete, caro Michele, mi permetto di proporre Don Julian Carron.
    Inizierei proprio da un documento recentissimo: https://it.clonline.org/tracce/pagina-uno/un-salto-di-autocoscienza-juli%C3%A1n-carr%C3%B3n

    Ho fatto appena in tempo a sbirciarlo, ma mi pare che rilanci il vero lavoro che comunque dobbiamo fare, a qualsiasi schieramento si dia la preferenza.

    Come intellettuali, apprezzo molto il lavoro del prof. Massimo Borghesi, e non mi dispiacciono alcune cose di Luciano Violante, o perfino di Cacciari. Gusti personali, per carità.

    Segnalo appena che Misia e Livio non hanno parlato affatto di destra e sinistra, categorie che per lo scrivente non hanno da tempo alcun significato operante.

  23. Maria Letizia Santi dice

    Grazie, Marco Castellani, per il bellissimo ed interessantissimo post. Grazie soprattutto per aver provocato questo intenso dialogo che riguarda strettamente lo sviluppo del movimento Darsi Pace il quale si propone anche come “trasformazione del mondo” e quindi come motore di una pacifica ma decisa rivoluzione politica.
    Marco Guzzi ha avuto il coraggio di sottolineare gli elementi nuovi e rivoluzionari proposti dai Cinque Stelle e raccolti da tanti elettori: credo che questa novità della proposta politica pentastellata sia innegabile e non si debba sottovalutare. Mi pare comunque di aver capito che il nostro professore sia tutt’altro che chiuso ad altre forze politiche che si dimostrino sensibili alla ricerca del bene comune. Io credo che la strada intrapresa da Guzzi non escluda che all’interno di Darsi Pace possa avviarsi una ricerca culturale creativa che sia capace di dare vita ad una nuova formazione politica. Il futuro è anche nelle nostre mani.
    Maria Letizia

  24. Grazie cara Maria Letizia,

    apprezzo il tuo commento. Non vorrei fare quello che rilancia polemicamente, ti assicuro che non è mia intenzione. Ma penso sia l’occasione di dirsi tutto fino in fondo: ebbene, io guarderei con sospetto anche la nascita di un “braccio politico” come emanazione DP. Secondo me non è il nostro compito (perlomeno il mio). E la storia mi pare abbia ormai sconfessato la connessione troppo stretta tra ambito spirituale e politico.

    Ma è quello che mi dice Misia. Io di politica non ci capisco nulla.. 😉

    Un abbraccio!

  25. Carlo Gigliotti dice

    Caro Marco, io invece penso che lo spirituale sia anche politico, dal poco che capisco anche il Cristo in senso lato ha fatto politica. La Politica secondo me non va demonizzata, é un metodo pacifico per intervenire e cercare di migliorare il mondo, proprio quello che siamo chiamati a fare. Per come la vedo io i 5 stelle hanno come tutti un ombra e si deve saper discernere bene, ma è vero altrettanto che per ora sono stati gli unici ad aver dato a Marco la possibilità di parlare in tv di tematiche completamente ignote alla maggior parte delle persone. Penso che quando si è chiamati ad esprimersi é giusto farlo, poi vedremo che frutti ci saranno. Un salutone.

  26. Sì Claudio. Di questi temi esattamente, se vedi, si è parlato nel dialogo tra Misia e Livio: il mio punto di vista è lì.
    Un caro saluto.

  27. Ops! A forza di cambiare nomi, l’ho fatto troppo: Carlo, perdonami 😉

  28. Carlo Gigliotti dice

    Caro Marco riletto il post ora mi è più chiaro il tuo punto di vista, guardando bene é un dialogo che è avvenuto anche un me stesso. Un saluto.

  29. Grazie Carlo (ora ho scritto bene… ), è una cosa molto bella quella che hai appena scritto, per me.

    Un saluto.

  30. Andrea Bellaroto dice

    Bellissimo intervento Marco, grazie.
    Mi viene solo da dire (leggendo anche i commenti) che il problema non è secondo me il fatto che un renziano o un berlusconiano vada “curato”. Questo è ovvio! Ma anche un cinque stelle va curato! Non è che sia più sano interiormente o che corra meno rischi di proiettare ad esempio tutto il male fuori, nella politica o nella società o nell’altro. Tutti vanno curati! È questa la novità che già sperimentiamo nei gruppi Darsi Pace, mi pare.
    Un grande abbraccio
    Andrea

  31. Andrea Bellaroto dice

    Correggo: cinque selve…!
    Andrea

  32. Michele Grieco dice

    “Io penso che sia molto pericoloso quando un percorso spirituale intende proiettarsi univocamente in una definita formulazione politica”, (Misia)

    Vedi Marco, riscrivo il pensiero lungo, che purtroppo mi si è cancellato, in breve,… peccato!

    Mi sembra che ci sia un equivoco.
    Non c’è un percorso spirituale che si proietta in una formazione politica. Non mi interessa se Marco ha votato o voterà m5s, perché da lui mi aspetto , e da me che voglio imparare, che possa esprimersi come desidera e secondo tutte le forme legittime affinché la testimonianza e l’Annuncio giunga diretto.
    Non confondiamo contenitore e contenuto.
    Io vedo Darsi Pace, la psicologia, la filosofia, la meditazione, come dei mezzi non dei fini.
    Ciò che deve arrivare, ed arriva, arriva!, non è solo la forma o il mezzo, o l’apparente appoggio al m5s ( figurati, ben poca cosa sarebbe!), quanto la forza propulsiva del parlare, informare, spiegare, confrontare, di fronte ad un pubblico di ascoltatori a cui far giungere della verità. Infatti, credo che il punto non sia parlare dei 5 punti su cui mettersi d’accordo Di Maio e Salvini o PD ( falso problema, attenzione…!), quanto parlare a monte e non a valle di ciò che tormenta l’uomo, le persone oggi.
    Essendoci quasi nessuno in giro, anche nella chiesa, in modo evidente, che si fa interprete di verità, è dovere di noi tutti cogliere le occasioni storiche per comparire su i media e scompaginare la dimensione Ego-centrata.
    È più importante questo che non difendere una sorta di neutralità che significherebbe comunque scegliere, o agire ipocritamente: è lo Spirito che soffia dove vuole e produce le opere, e il discernimento va fatto quindi su ciò che è opportuno e buono, e non limitare l’azione in quanto paurosi che un contenitore (Tv, partito, movimento , Darsi Pace, metodi, mezzi formativi ecc) potrebbe inglobarmi, inquinare, e così via.
    Il discorso si fa complesso se pensiamo che anche DP, l’auto conoscimento, la meditazione, che oggi storicamente svolgono una funzione, tra 10/20 anni potrebbero essere forme o mezzi magari desueti, non storici e non più incarnati nel tempo…, e quindi voglio dire che non dobbiamo attaccarci alle forme, ma piuttosto assecondare la libertà di una coscienza leggera e illuminata (Cristica), che impone una azione che parli al cuore, all’umanita nascente, e non soffermarci a discutere i 5 punti comuni tra m5s Salvini e il PD. Anche qui si corre il rischio di parlare a valle di temi che vanno presi a monte! E per parlare a monte tu devi correre il rischio di proporre e proporti ad un livello altro/ diverso da quello pedissequo imposto dal l’interlocutore. Per esempio potrebbe essere pedissequo il livello della neutralità, del non schierarsi, ma ancor meglio è “appoggiarsi a Cesare per parlare di Dio”!
    Se si legge che Marco/ Livio sta parlando solo di Cesare, allora ci si sta confondendo.
    Se c’è timore che qualcuno si confonda, è perché dovrà fare ancora esperienza del come stare e cosa significa stare in un Io in Relazione, e proietta l’Ego-centrato proprio sulla persona dell’altro attribuendoglielo. Non fai discernimento! Vedi fuori nell’arena ciò di cui come elementinEgo-centrati non ti sei liberato personalmente. Ma il fatto che ci sia il livello ego-centrato in molti, non può limitare l’esprimersi dell’azione spirituale di tanti altri!
    Vedi Marco, il punto è riuscire o saper stare sul confine, entro un confine, in psicoanalisi si direbbe “ proporre uno spazio anzi”, in cui non colludere con gli interlocutori, ma proporre una
    “ sospensione dell’azione” ( quella azione del far parte, dello schierarsi, del “ ci conosciamo”, del già conosciuto, del piacere di conoscerti della stretta di mano senza essersi veramente conosciuti!), in cui ci possa essere lo spazio per lo scambio, e non la pretesa del controllo, del diffidare, pretendere, annullare, propria del setting psicanalitico potrei dire, dove poi proporre “ interpretazioni”, svelamento dei giochi perversi, tutto certamente all’interno di se stessi come setting interno entro il quale acquisire informazioni e illuminazioni per dirigersi bene.
    Insomma, mi pare che non basta un aperitivo, occorre sedersi e intrattenersi di più, molto di più….

  33. Caro Michele,

    sono d’accordo: non basta un aperitivo, né ho mai pensato che bastasse. Ma forse è necessario per aprire un tema, portare alla luce una situazione, svelare un sommarso che a più persone in DP sta creando imbarazzi e mal di pancia,(come ho intercettato e chiunque può facilmente intercettare) e ha portato altri a prendere addirittura delle distanze. In questo senso mi sono offerto come “apripista” evidenziando delle possibili criticità, nel modo più delicato e rispettoso possibile (e molte risposte al tuo messaggio sono già contenute nel dialogo, se lo riguardi con tranquillità).

    Purtroppo “non passa” il concetto che neutralità non è indifferenza o peggio ipocriticità.
    Può essere invece, un vero e profondo impegno.
    Vorrei che riflettessi su questo (anche da psicanalista).

    Un abbraccio,
    Marco

  34. Caro Andrea….

    …. sì, sì, sì. Grazie!

  35. Caro Marco, trenta anni fa Don Giussani fece un importante discorso sul rapporto tra fede e politica davanti a dirigenti nazionali e regionali lombardi della DC, senza alcun timore di essere troppo schierato con un partito, e disse:
    “Un partito che soffocasse, che non favorisse o non difendesse questa ricca creatività sociale contribuirebbe a creare o a mantenere uno Stato prepotente sulla società. Tale Stato si ridurrebbe a essere funzionale solo ai programmi di chi fosse al potere e la responsabilità sarebbe evocata semplicemente per suscitare consenso a cose già programmate; perfino la moralità sarebbe concepita e conclamata in funzione dello status quo, che chiamano anche ‘pace’. Pasolini diceva amaramente che uno Stato di potere, così come tante volte ne abbiamo oggi, è immodificabile; lascia, al massimo, spazio all’utopia perché non dura o alla nostalgia individuale perché è impotente.
    Politica vera, al contrario, è quella che difende una novità di vita nel presente, capace di modificare anche l’assetto del potere.
    Così, la politica deve decidere se favorire la società esclusivamente come strumento, manipolazione di uno Stato e del suo potere, oppure favorire uno Stato che sia veramente laico, cioè al servizio della vita sociale secondo il concetto tomistico di ‘bene comune’, ripreso vigorosamente dal grande e dimenticato Magistero di Leone XIII (cfr. Leone XIII, Rerum novarum, in particolare nn. 26-28). Ho fatto quest’ultima osservazione pur ovvia a tutti per ricordare che è un cammino nient’affatto facile, ma duro come del resto il cammino di ogni verità nella vita. Ma bisogna non aver paura, anche in questo caso, di quello che diceva il Santo Evangelo: ‘Chi si tiene strette le sue cose, la sua vita, le perderà e chi darà in nome di Cristo la sua vita, la guadagnerà’ .
    Pochi anni dopo ci fu Mani Pulite e la catastrofe morale e politica della DC, fino agli scandali odierni, che hanno coinvolto anche non pochi esponenti di CL. Io penso che oggi Don Giussani avrebbe molta simpatia per l’esperimento del M5S, e non credo che apprezzerebbe gli epigoni di una DC o di un PCI ridotti a meri funzionari del potere finanziario internazionale, e cioè proprio di quel Potere disumano denunciato da Pasolini.
    Io non sono e non sono mai stato neutrale, credo sia sufficiente ascoltare solo due minuti di una qualsiasi mia conferenza, o leggere anche solo due righe di un mio libro, per rendersene conto. Il primo saggio che facciamo leggere già al secondo o terzo incontro del primo anno possiede frasi come queste: “le attuali forme di neoliberalismo, di socialdemocrazia o di democrazia cristiana sono le espressioni politiche (gravemente esaurite) di quella medesima cultura tardo-moderna, unilateralmente razionalistica, economicistica e, in fin dei conti, materialistica (nonostante le imbiancature cristiane di superficie), che non sa fare altro che insistere ad accelerare la velocità della locomotiva mondiale sul binario morto di uno “sviluppo”, inteso essenzialmente e acriticamente come incremento del PIL, al massimo divergendo su come procedere più speditamente verso il (fin troppo prevedibile) botto finale. L’intera democrazia occidentale, in altri termini, in tutte le sue varianti liberali, socialiste o cristiano-democratiche, in quanto ramo essenziale della cultura moderna occidentale, è chiamata a rinnovarsi, innanzitutto nel linguaggio ossessivamente economicistico in cui si è ridotta ad esprimersi, riattingendo alle fonti ancora vive del proprio progetto iniziale”.
    Qualunque forza politica si ponga in questa prospettiva di conversione radicale e di confessione dei propri immani errori, non può che apprezzare i nostri sforzi. Purtroppo per ora né Berlusconi né Renzi, né Salvini o la Meloni o la Boldrini, sembrano molto interessati a rivoluzionare i presupposti della loro azione politica, e le basi della loro mente ego-centrata, e anche la Chiesa sembra stagnare nella propria crisi di fede e quindi culturale, mai del tutto analizzata e confessata. Ovunque però si apra una porta di dialogo noi ci siamo, e ci siamo sempre stati, senza paura di contaminarci o di essere fraintesi, lo diamo per scontato, nella mia vita sono stato accusato di essere un cattolico fondamentalista e un modernista, un new ager e uno gnostico, un nazista e un cattocomunista, un guru e un visionario, bene così, da tempo ho smesso di giudicare me stesso, o di cercare autodefinizioni…. Oggi il M5S ci ha aperto una porta, nella più assoluta libertà e indipendenza, stiamo solo cercando di non preservare la nostra vita, ma di perderla nel gioco delle cose….. ognuno poi è libero di fare e di pensare come crede … ma non possiamo dire che DP sia un movimento solo spirituale. Per noi la politica è spiritualità, è anzi “la più alta forma di carità” (Paolo VI). Può esserlo ovviamente, e spesso non lo è affatto, ma sta a noi, e alla nostra testimonianza mostrare che l’anelito rivoluzionario, purificato quotidianamente nel cuore, è di per sé lo stesso fuoco messianico che vuole farsi storia, per trasformare il mondo. Ciao. Marco Guzzi

  36. Mirko Falà dice

    Buongiorno a tutti.
    Raccontava un grande illuminato: molto più grande ,davanti all’universo ,e’colui che fa Un piccolo passo ,ma reale ,di colui che spende milioni di parole sulla spiritualità .

    In tutto il mondo ci sono divisioni ,ideologiche ,religiose,sette,politiche. Divisioni nel mondo degli affari,nella politica .
    Ci si chiede :che cosa si deve fare? In che direzione ?
    L’azione deve essere dettata da una Fede, da una Ideologia, da una Autorità ?
    Ci si deve muovere secondo un dettame o secondo la propria esperienza ?
    Quando non si ha fiducia in nessuno ,cosa bisogna fare, dove bisogna volgere lo sguardo per avere luce ?
    Esiste un modo di agire che sia integro , non contraddittorio che non produca altre sofferenze .
    Il modo di agire è il nostro problema .
    Un modo reale di vivere, fuori da sogni,concetti, filosofie aggiustate .
    Una azione integra non contraddittoria .
    Credere non in senso religioso ma rivolto all’interezza dell’azione .
    Ci Crediamo alla relazione come comunicazione . Comunicazione è stare insieme , lavorare insieme.
    Questo mondo siamo noi come avidità ,egoismo, brutalità , sofferenza non ultimo agonismo e divisione .
    Le sappiamo real/mente queste cose ? Le abbiamo realizzate ( come sin dal primo anno ci invita a fare il nostro poeta GUZZI ) , come viste dentro di noi ?
    Se abbiamo visto questo allora viviamo le stesse contraddizioni del mondo nella confusione , nell’infelicita’. Certo poi anche nell’infelicita’ si può ipertrofizzare l’ego con 1000 attività , dalla scrittura ai bordelli , leccare 10000 fiori di distrazione di massa ma siamo lontani dalla realizzazione .
    Siamo realmente questo e se lo realizziamo allora si quello che dobbiamo fare diventa qualcosa di interno e non più esterno a noi .
    La responsabilità sul mondo è capire profonda/mente noi stessi.
    Il problema allora amici e osservare noi stessi non davanti ad aperitivi, in appuntamenti da star sistem o in attività che ci appagano(?) .
    Siamo frantumi ancora divenire Individui .
    Ci sentiamo , inferiori ,superiori ,ci sentiamo soli e persi non solo superficialmente ma anche in profondità .
    Quel frammento lo facciamo diventare censore, l’esaminatore ,tutto dipende dal censore. Magari lo facciamo diventare un artista così ci droghiamo un po’ . Magari ci convinciamo che il censore sia la parte integra di noi .
    Faro’ questo , farò quello , farò il pacifista , credo in questo , mi piace quel politico , abbraccio questo pregiudizio.
    Un pezzo di frammento che prende il sopravvento sugli altri.
    Finché dentro di noi ci sarà questa frammentazione non potrà esserci Pace .
    L’identificazione fa parte dei trucchi della mente. Una mente che si separa da quello che osserva prendendo la parte del censore. Capire se stessi profondamente . Osservare senza l’ossevatore interiore, è l’atto di imparare .
    Personalmente ringrazio MARCO GUZZI perché ci ha stimolato . La Spiritualità Cristiana è politica . L’intelligenza Cristica incarnata è radicalita , scelta , contrapposizione non violenta ma ferma ,decisa .
    Ascoltare Marco in televisione ci deve rallegrare tutti. Ascoltiamo parole che già abbiamo ascoltato e le annuncia a tanti fratelli e sorelle nuovi. Non deve essere momento di Gioia questo?
    Ascoltiamo e accogliamo . Sappiamo accogliere e ascoltare? Cosa vi ha turbato delle parole del nostro Poeta in Tv che gia non sappiamo .?
    Siamo trasparenti da farci attraversare da quelle parole come cristalli e non come sassi?
    La pratica meditativa ci deve portare a Essere non a sapere.
    Il combattimento e l’opposizione sono emanazioni basse dettate dalla paura non risolta e conflitti interiori .
    Il Cuore non combatte e non si oppone. Il Cuore ama .
    Offrire i propri talenti al mondo è una caratteristica dell’inteligenza Cristica . Trovo la scelta di Marco GUZZI un atto creativo , di pura curiosità ma anche indispensabile in quella direzione .
    Qualcuno desiderava o immaginava un GUZZI come un uomo che si è costruito il suo piccolo giardino e da quello non usciva ? Io no. Dal primo giorno ho avuto questa benedizione di convinzione .
    Qualcuno lo immaginava alla Golconda di Rene’ Magritte. Io no.
    Allora faccio tanti auguri al nostro Poeta e lo ringrazio che sta facendo conoscere al pubblico nazionale che esiste una Radicalita’ di seconda intenzione , non bellica , non violenta ma ferma su punti che vera/mente riportano la discussione sui nostri corpi reali.

  37. Caro Marco,

    grazie per la tua esteso intervento, e grazie prima di tutto per avermi consentito di esprimere una voce – non dico ‘dissonante’ – ma ‘interlocutoria’, sulla questione (e senza nemmeno chiedere alcunché su cosa avrei scritto, la qual cosa non mi pare così scontata o “dovuta”, visto che il mio intervento compare sul blog ufficiale di Darsi Pace). Quindi questo grazie, che non è formale o accidentale, viene prima e sopra di tutto. L’altro grazie non formale è per questa splendida realtà che hai iniziato, che si chiama Darsi Pace, che è una bellissima avventura, anche per mettere alla prova la vera libertà. L’ultimo, ma è il primo, è per il dono della tua cordiale amicizia.

    Io sono con te nel dettaglio preciso delle tue parole.

    Sono con te anche nel “patire” la storia che ha coinvolto CL dentro gli scandali politici degli anni passati, una storia che abbiamo vissuto, dall’interno, con dolore e con una urgenza di purificazione che non possiamo sbrigativamente mettere sotto il tappeto, né si intende farlo, mi pare, guardando i pronunciamenti di Don Carron. Questa storia, e i numerosi errori compiuti, ci deve essere sempre davanti, per mantenerci in atteggiamento di umiltà. Oggi CL – invece di coprire sbrigativamente la sua ferita – ha scelto di essere “lievito” per la politica senza aderire specificamente ad una determinata formazione politica, o entrare nel dettaglio di indicazioni puntuali.

    In questo, termine di un travagliato percorso, è stata accusata di “ritirata spirituale” e di disinteresse nel sociale. I numerosi documenti, anche in occasione di questa tornata elettorale, stanno a dimostrare che così non è. Prima era diverso. Prima scorrevo i documenti per andare a capire “la linea”, insomma in poche parole, cosa era “giusto votare”. E’ vero che erano altri tempi, altre urgenze, anche la gerarchia ecclesiastica chiamava – e in taluni casi energicamente – Giussani a lottare contro il “pericolo rosso” o ad impegnarsi in referendum sui quali lui stesso nutriva legittimi dubbi sulla modalità operativa migliore di intervento (illuminante il volume “Vita di Don Giussani” al proposito).

    A me questa impostazione piace, mi responsabilizza, mi attiva. Del resto, come tu ben dici, “ognuno poi è libero di fare e pensare come crede”. Questo chiuderebbe la questione, in un certo senso: anche Misia sarà libera di essere in DP (DirsiPace, in questo caso), e votare chi vuole e mantenere una sua personale visione economico-politica.

    Tuttavia, a me pare (opinione personale, falsificabile) che in DP ci sia il rischio di una omologazione acritica, ed è un rischio che avverto abbastanza forte, in questi ultimi tempi. Il disagio è che parlando con diverse persone – anche taluni formatori – questo indirizzo, assolutamente legittimo, viene semplicemente ed irriflessivamente pensato come l’unico possibile.

    Dunque in fondo Misia e Livio lavorano per questo, per mantenere una sana biodiversità. Portano essenzialmente loro stessi, come posso fare io. In questi anni in DP ho imparato ad essere più me stesso, iniziando a pregustare questo accenno gustoso di liberazione, pur tra tanti condizionamenti e residui dell’uomo vecchio.

    E a questo gusto, una volta assaggiato, è difficile rinunciare.

    Grazie di cuore, per questa libertà.

  38. Cari amici, estrapolo alcune parti del simpatico dialogo proposto da Marco C.
    Misia dice: “Secondo me, per come la vedo io, da un medesimo percorso spirituale non segue necessariamente una medesima visione politica….. Io penso che sia molto pericoloso quando un percorso spirituale intende proiettarsi univocamente in una definita formulazione politica”.
    Ritengo voglia significare ‘partitica’, perché su una visione politica, intesa come cura della polis, del bene comune della polis, credo si possa tutti convenire.
    Ma è poi proprio la declinazione del bene comune che può avvenire diversamente. Ad esempio io posso pensare che bene comune sia difendersi dall’invasione di immigrati (per tutti i motivi che non sto ad elencare) e invece un altro può pensare che bene comune è accogliere gli immigrati (per tutta una serie di altri motivi che non sto anche qui ad elencare). Le valutazioni possono essere diverse pur partendo entrambi da uno stesso alto e nobile obiettivo di prendersi cura del bene comune della polis.

    Più avanti alla domanda di Livio “Ah quindi sei per il disimpegno, la ritirata spirituale” Misia risponde: “Niente di più sbagliato, Livio. Sono per un impegno totale, anzi. L’impegno che non vuole la pappa pronta, ma vuole che io, proprio per questo percorso, analizzi tutto con occhi nuovi, ben aperti, e scelga secondo la mia coscienza. Una scelta che non è prevedibile o definibile, all’inizio. Questo è esattamente il percorso che ho fatto nel tempo, e nei miei incontri. Questo è quello che ti porto, qui, ora. Niente di più lontano, insomma, dalla ritirata nello spirituale. Anche perché dobbiamo proprio impastare spirito e materia, per cambiare il mondo, me lo hai insegnato tu….. Allora la cosa, se me lo chiedi, è appena rientrare nella responsabilità personale. E tornare ad una sfida più alta, secondo me. Stare sopra il sistema e contribuire ad ogni formazione politica. Dare luce, se la abbiamo, quando la abbiamo. E che sia per tutti”

  39. Io sento proprio questo. Apprezzo molto lo sforzo che sta facendo Marco G (con questi Marco si rischia di confondersi) di dare il suo contributo di pensiero ad una classe politica in sfacelo. Glielo avevo anche predetto tempo fa (morti Pannella e Casaleggio) che si era aperto uno spazio per un suo contributo di pensiero in ambito politico, perché c’è proprio bisogno di ‘pensiero’!
    Ed è quello che provvidenzialmente si sta verificando, con i Seminari Rivoluzionari a Montecitorio. Ma quello che io sento dentro è che questi Seminari Rivoluzionari dovrebbero divenire luoghi di riflessione proprio aperti a tutti, non nel senso che tutti possono andare a sentire, ma Seminari organizzati anche insieme, di volta in volta, con le altre forze politiche.
    Seminari come luoghi di accoglienza, ascolto, riflessione, con tutte le persone di buona volontà appartenenti a formazioni politiche/partitiche diverse, senza esclusione di alcuno, senza demonizzare nessuno. Se può avere un senso un Gruppo Politico di DP, penso dovrebbe seguire questa strada, facendo quello che già Marco G ha fatto con 5Stelle, valorizzando di ciascuno quel quid, anche minimo, e aprendo una riflessione e un dialogo a partire da quel minimo positivo. Se si vuol aprire un dialogo non si può andare col dito puntato, solo accusando, ma aprendo uno spiraglio di comunicazione dal quel poco, anche pochissimo che può essere condiviso.
    E da qui crescere insieme, precipitando in quell’abisso per “uscirne più ricchi. Insieme”

    Pensando così mi sento a mio agio, in pace con me stessa, in armonia con quello che sento dentro.
    Sarò da curare per queste mie ‘distorsioni mentali?

    Un abbraccio affettuoso a tutti. Giovanna

  40. Mirko Falà dice

    Giovanna se mi permetti: quei seminari sono aperti a tutti . A tutti quelli che hanno scelto che questo Liberismo è un problema . Che questa Europa tecnocratica e iperliberista è un problema . Che l’attuale classe dominante mondiale è un problema.
    Non confondiamo la radicalita’ della scelta nell’attuale fase politica con repulsioni belliche del semplice “non ci sto” di Scalfariana memoria .
    Oggi bisogna analizzare e denunciare il collaborazionismo per far spazio “appena” a forze e intelligenze politiche che faticosamente, in questo sistema mediatico, cercano di controfigurare lo stato di cose presente e annunciare il Nuovo. Se al nuovo Crediamo vera/mente. Questo discorso va oltre la scelta di un semplice partito o movimento .
    Non dobbiamo più aggiustare i nostri giocattolini ma piantare il seme di ulivo e sperare di vederlo crescere , per lasciare una eredità ancora umana.

  41. Alessandro Ciarella dice

    No Giovanna non sei da curare, sei solo impaziente …..
    Un sorriso Ale

  42. Giovanna, non sei da curare. E non sei nemmeno impaziente. Lascia emergere totalmente la parte autentica di te.
    Fidati del senso di armonia che senti dentro. Proprio in Darsi Pace abbiamo imparato a dargli valore.
    Chi può dare patente di definire ‘distorsioni mentali’ le attitudini politiche che non gli aggradano?

    Segnalo appena che all’istanza di Misia, in chiusura del racconto, nessuno ha dato risposta.

    Un abbraccio.

  43. Mirko carissimo, tu dici “Il Cuore non combatte e non si oppone. Il Cuore ama”.
    Eppure manca molto amore in alcuni commenti che si sono registrati qui, che invitano a “rientrare nella linea”.

    Stiamo trascurando la femminilità di Misia, ovvero l’accoglienza, la disponibilità, il riparo.
    Siamo presi da sacro furore, ripetiamo slogan. Non siamo creativi, fecondi. Siamo troppo maschili.

    Pensiamoci.

  44. Cari amici, non so perché non viene accettato il mio commento al post su Biagio Conte, impedendomi di ringraziare Rosa per questa felice interruzione del discorso.
    Ma forse non è un caso, è qui che devo postarlo, perché Rosa ci riporta per un attimo al concreto dei tanti modi in cui si può contestare il sistema e declinare la rivoluzione di Cristo in assoluta libertà di coscienza.
    Vi invito a leggere il post ‘L’Insurrezione di Biagio Conte’ e di vedere questi due brevi video
    https://www.iene.mediaset.it/video/il-san-francesco-dei-nostri-giorni_13184.shtml
    https://www.iene.mediaset.it/2018/news/ecco-come-si-vive-nell-arca-di-noe-di-biagio-conte-che-salva-gli-emarginati_383.shtml
    Informo che Biagio, dopo aver attraversato, in varie tappe, tutta l’Italia e le isole, dopo un’ultima azione forte di contestazione del sistema in gennaio, con 10 giorni di digiuno e preghiera, dormendo per strada come gli ultimi che accoglie nella sua Missione, è ora di nuovo in cammino verso la Francia (dovrebbe essere già lì) per poi proseguire verso la Spagna e la Tunisia, per sensibilizzare le coscienze ed attivare una pacifica rivoluzione.

  45. Mirko Falà dice

    Caro Marco non trascuro neanche la parte femminile di Livio che vuole sentirsi protetta magari spaventato dai sorrisi un po’ narcisistici di Misia se vogliamo rimanere su un piano letterario allegorico e anche psicoanalitico .
    Mi allontano dalla volgarità degli slogan ma questo liberismo ha tutti i caratteri della violenza maschile e solo pacificando con la nostra parte femminile ne sentiamo la violenza e il fine : conservare l’inconservabile . Un abbraccio

  46. Caro Mirko, è questo il punto di lavoro. Tutti diciamo di voler pacificare la nostra parte femminile e combattere il liberismo sfrenato. E riconosco il tuo grande cuore e la passione in questo.

    Il punto è nella modalità. E non è affatto un dettaglio, come testimonia questo nostro “travaglio”.

    Un abbraccio,

  47. E poi, se vogliamo proprio entrare nel merito.

    Io “digerisco” molto meglio i ragionamenti pacati e sensati di Graziano Del Rio (ascoltato stamattina in radio, molto illuminante) del fanatismo offensivo e tutt’altro che “liberato” di un Alessandro Di Battista.

    Sono da curare? Rassicuratevi, sono già in terapia 😉

  48. Eh, si, caro Alessandro hai ragione, sono impaziente (ci siamo appena confrontati a lungo su questo) e l’impazienza è un difetto da curare……ma vedo tante voci impazienti anche qui….e penso che questa sia una bella occasione per tutti, per allenarci ad un ascolto attento e paziente, dialogando con uno spirito sereno e giocoso, con la leggerezza dello Spirito.
    Caro Mirko, rispetto le tue idee ma…. mi permetto di aver rispetto anche delle mie. So che Dio mi giudicherà secondo le scelte fatte in rispetto della mia coscienza, non della coscienza di un altro. Se poi lo Spirito suggerisce in coscienza scelte diverse anche questo avrà un senso nella piano di salvezza di Dio. Chi può saperlo?
    Un abbraccio affettuoso e giocoso. Giovanna

  49. Cari amici, solo altre due parole: questa avventura la ha iniziata con me il M5S, nella persona di Dalila Nesci, non un partito qualunque, gli altri non ci pensano proprio. Senza Dalila e il M5S non ci sarebbe proprio il problema, né alcun Seminario rivoluzionario a Montecitorio.
    Io e voi continueremmo a parlare di rivoluzione, ma solo nel nostro ambiente.
    Questo dev’essere molto chiaro, non possiamo prescindere da questo dato di fatto.
    Fin dall’inizio poi ho comunque parlato di trasversalità e di coinvolgimento di ogni persona che avverta l’urgenza di una rivoluzione culturale, e quindi è evidente che chi è invece convinto che questo sistema sia sostanzialmente quello giusto (con qualche maquillage magari….), non credo che verrà.
    In altri termini, teniamo sempre ben ferma la coscienza storica dei fatti, come cioè accadono per davvero, e non nelle nostre fantasie liceali, se vogliamo uscire dall’adolescenza, dal suo perfezionismo paralitico (che come sappiamo è sempre una difesa…), ed entrare nelle durezze e nelle glorie del rischio.
    Vi garantisco che se non mi muovessi sempre sul filo di rasoio del rischio, e senza rete, in un eccesso un po’ folle di fede, neanche Darsi pace sarebbe mai nata. Starei ancora ad aspettare il permesso di qualche parroco o vescovo assonnato, o di qualche noiosissimo professore o altro…
    Martin Luther King fu ucciso 50 anni fa, perché, pur essendo un pastore, e bersagliato da ogni tipo di contestazioni sui modi e sui tempi, si assunse la responsabilità politica di un sogno, che dura ancora. Mi ricordo in terza media, nel 1968, sentii di scrivere una tesina proprio su di lui, sul suo coraggio folle.
    Vorrei infine dirvi, che, pur rispettando ovviamente ogni tipo di dissenso, finora è stato molto contenuto. Questa esposizione politica mi sta invece riversando quotidianamente ringraziamenti di cuore, ed un entusiasmo crescente: migliaia di persone mi scrivono o commentano i video, testimoniando la gioia di sentirsi finalmente rappresentati.
    Milioni di persone aspettano di sentirsi finalmente in sintonia con i loro deputati, con i loro intellettuali, con i loro maestri. E questo è uno dei compiti primari di DP.
    In me non c’è alcuna facile ubriacatura, da tempo lavoro su narcisismo e illusioni carismatiche, io resto sobrio e scabro, e credo più scettico ed esigente di molti di voi, nella speranza però, e in una speranza che opera, e non si ferma mai, come il Cristo in noi che ci disse: Io opero sempre.
    Pazientemente impaziente, come diceva Adriana Zarri, senza sosta, dentro una quiete fiorita.
    Da qui tutta la mia forza, donata.
    Marco

  50. Mirko Falà dice

    Caro Marco qui si sta parlando di un tema specifico . Se vogliamo scendere nel particolare dei personaggi del nostro panorama politico mi sembra flebile la pacatezza e l’illuminazione di Del Rio . Non ha sortito nessun effetto sulla linea decisamente narcisistica dell’ex segretario sia in ambito congressuale che programmatico.
    Come ministro vogliamo parlarne ?
    Cara Giovanna ti ringrazio della risposta però non credo di aver offeso le tue idee.
    Io lavoro in una SPDC ,quotidianamente mi domando quale parametro c’è per valutare la normalità . Vi assicuro che quell’unita’ di misura ancora non c’è però come scriveva una affascinante Alda Merini : essere se stessi è una virtù esclusiva dei matti,dei bambini e dei solitari . Questa frase fu ripresa anche da De Andre’piu tardi.
    Non preoccupiamoci di essere un po’ folli. Buona serata a tutti

  51. Dal profondo del cuore semplicemente ti ringrazio Marco!
    Daniela

  52. Paola Balestreri dice

    Caro Mirko,
    approfitto del tuo invito a non preoccuparsi di essere un po’ folli, per cor-rispondere all’ultima sollecitazione di Marco C.-Misia che dice: “io le penso (le cose) più interessanti così”.
    Credo che non possiamo non citare il vecchio, caro, pazzo Nietzsche che affermava che “de gustibus EST disputandum” e che tutta la vita non è altro che una lotta tra gusti.
    Una battaglia pacifica, non violenta, ma tenace e scabra. E a me Guzzi piace così, imprevedibile e creativo, fiuta a naso la vita e la segue. Naturalmente può sbagliare, ma anche il saggio re Salomone, se mi permettete il paragone, in tarda età si perdette dietro agli dei stranieri delle sue numerose concubine… Lui che era stato l’uomo più sapiente mai apparso sulla terra, lui che era stato così gradito a Dio per aver chiesto non oro o argento, né onori e potere, ma solo di essere saggio nel guidare il suo popolo.
    E dunque siamo tutti a rischio: possiamo vigilare e correggerci fraternamente, ma senza soffocare il germoglio prima che ancora sia nato, continuando a lavorare su noi stessi per offrire frutti maturi
    Auguri a tutti! Paola

  53. Marco Guzzi sta offrendo il suo generoso contributo di idee ad un Movimento che non sa metterlo a frutto, perché ancora confuso e immaturo. Volevo scrivere questo… ma poi l’intervento di Marco, qui sopra, mi ha spiazzato e anche questa volta mi sento di dargli ragione.

  54. Caro Mirko, secondo me invece l’ex segretario ha fatto anche delle cose buone.
    Temo che dire questo qui non sia molto popolare, me ne assumo la responsabilità.
    E tra Del Rio e Di Battista, il più libero mi sembra ben evidente quale sia.

    Forse la realtà è più complessa di quanto possiamo vedere, e continuo a vedere pericolosa la facilità con cui diamo patenti di “narcisismo” o di “liberato” a questo o quello.

    Comunque, liberi tutti. Ovviamente.
    Mi interessava una risposta all’istanza che chiude il discorso di Misia.
    E praticamente, l’ho avuta.

  55. Le righe che seguono le ho scritte ieri, i commenti erano giunti a [ALESSANDRO CIARELLA dice:
    6 aprile 2018 a 1:52 PM], vedo ora che ne sono stati aggiunti molti altri, invio lo stesso il mio commento senza modifiche, mi pare che possa reggere ugualmente.

    Ah che bello, caro Marco C., il tuo racconto.
    Inoltre è stato un sollievo leggere parole che dicono così bene anche il mio (personalissimo e quindi insignificante lo so) disagio.
    So che darò fastidio ai più nelle righe che seguono, per lo meno lo stesso fastidio che ha prodotto quanto ho scritto in occasione dei primi seminari rivoluzionari, pazienza vado avanti ugualmente.
    Ho ripetutamente pensato in questi mesi al perché mi dispiacesse così tanto la sortita di Guzzi in area cinque stelle, a partire dai seminari fino alle recenti partecipazioni alle trasmissioni televisive (posto che ovviamente non ho nulla da ridire sulle sue scelte partitiche, ci mancherebbe altro, non vorrei essere fraintesa anche su questo). Mi dicevo che invece di organizzare gli incontri coi grillini, sarebbe stato più bella una cosa tipo “Le cattedre dei non credenti” del Cardinal Martini, magari una evoluzione di quelle, un qualcosa di pari intensità e apertura ma con un coinvolgimento maggiore con le cose di terra, le cose concrete. Qualcosa di aperto a tutti, non solo perché il saggio è spirito libero e parla a tutti ma anche perché è curioso di tutti ed è desideroso di tutti. Invece si è prestato al meccanismo della demonizzazione reciproca incrociata, si accampa là dove, con studiati discorsi, si sposta la massa di singoli individui (ormai non più popolo) impotenti e ignari di essere frutto e insieme concime di politiche di smantellamento dello stato sociale, precari del lavoro e precari della vita, con la promessa di consentire a ciascuno di rimanere niente altro che quel che è piccolo uomo sazio e rabbioso, chiuso nel suo recinto contro il nemico interno o esterno di turno, ignorando e calpestando la storia e stracciando la fatica di secoli, oserei dire con perfetta disposizione bellica.
    Ma non si doveva accogliere e rielaborare tutto per assicurare dignità e integrità ad ogni singolo individuo, unito solidalmente a ciascun altro, in una intima e veramente nuova relazione con l’universo? Non si doveva sostenere l’emersione di una nuova umanità?

    “… la nuova umanità
    assimila le ricchezze
    di tutte le storie del pianeta
    di tutte le civiltà …” [Marco Guzzi]

    Vedo una contraddizione tra il Guzzi delle profonde illuminanti creative lezioni e quello degli incontri politici dove invece appare più, come dire, uomo di parte, e penso che la sua partecipazione a questi sia dettata dall’urgenza che forse avverte chi sa di avere cose importanti da dire. Chi ha fretta non è la cara Giovanna (direi ad Alessandro) ma è proprio Guzzi.

    Saluti
    Maria

  56. Grazie, grazie cara Maria,

    per i complimenti al mio piccolo racconto, e perché non hai avuto timore di “esporti”. In ciò, credo, facendo un servizio e un favore non a Misia o Livio (diciamo), ma a tutti e due. Marco Gurzi (diciamo!) non ha alcun interesse infatti a tacitare il disagio, ma a farlo esprimere e metterlo in relazione agli altri punti di vista, tanto è vero che ci ha dato questo spazio senza condizioni, con grande libertà. Libertà che forse non siamo sempre capaci di “osare”, in un malinteso desiderio di “non disturbare”.

    Dunque grazie per la tua libertà e grazie a DP per questo spazio, da usare ed osare nella libertà piena.

    Un abbraccio!

  57. Ho il dubbio che i 5 Selve siano l’ennesimo travestimento dei padroni del mondo che agiscono in modo che “tutto deve cambiare perché tutto rimanga come prima” . Forse lo sono, ma “In parte” come sempre ricorda Marco Guzzi. Se si aspettasse di essere sicuri non si avanzerebbe di un passo. Certamente partecipare a quelle trasmissioni aumenta la consapevolezza di chi ascolta, ma potrebbe anche contribuire al travestimento; negli anni passati quante belle frasi hanno mascherato politiche che hanno tolto reddito e diritti alla maggioranza delle persone. La speranza è che oggi sia più difficile farlo perché milioni di persone hanno aperto gli occhi, altrimenti non si sarebbero spostati milioni di voti. Che fare? Come giustamente ricorda Paola Balestrieri: possiamo vigilare e correggerci fraternamente.
    Un caro saluto

  58. Caro Marco C. così come tu da scienziato non puoi nascondere la tua natura poetica….così Marco Guzzi da filosofo…non può nascondere la sua natura rivoluzionaria…noi che lo seguiamo nei gruppi lo sappiamo…in fondo qual’e lo scopo dei gruppi Darsi Pace? Liberare il ns vero essere…per diventare tutti più felici. E poi Marco G. non si fermerà ai….cinque Selve…lui sa che all’interno di Darsi Pace…potrebbe nascere…ora è solo un semino….i sei Selve…un abbraccio. lucianap

  59. Carissima Luciana,

    certo che non può nasconderla! Ci mancherebbe altro! Non DEVE nasconderla!

    Quello che Misia si chiedeva (e che curiosamente non viene fatto oggetto di dibattito) è se sia più opportuno che lo faccia a nome suo o con il marchio “DP”….

    Un abbraccio.

  60. Claudio Galli dice

    Ma che bella discussione! Partiamo da un brano centrale del primo post di “Gurzi”:
    “Qualunque forza politica si ponga in questa prospettiva di conversione radicale e di confessione dei propri immani errori, non può che apprezzare i nostri sforzi. Purtroppo per ora né Berlusconi né Renzi, né Salvini o la Meloni o la Boldrini, sembrano molto interessati a rivoluzionare i presupposti della loro azione politica, e le basi della loro mente ego-centrata, e anche la Chiesa sembra stagnare nella propria crisi di fede e quindi culturale, mai del tutto analizzata e confessata”.
    L’assimilazione della Chiesa alle forze politiche non è casuale e rivela appieno il disagio di uno spirito libero che è stato (e sarà) etichettato di volta in volta come “cattolico fondamentalista, modernista, new ager, gnostico, nazista, cattocomunista, guru, visionario”. La cosa simpatica è che tutte queste definizioni sono giuste! Nell’ottica di chi le usa, ovviamente. Categorizzare è istintivo, è come tornare in una tana credendo sia la Casa, è la tendenza (in)naturale alla conservazione dell’esistente che si oppone al fiume libero dell’evoluzione ed è proprio una delle tentazioni da cui cerchiamo di liberarci.
    Sono d’accordo con Marco Guzzi quando scrive di apertura al dialogo e capisco che tra le formazioni politiche esistenti solo una abbia sinora dato ascolto. Questo però non vuol dire che detta formazione sia “libera” nel senso che si intende in Darsi Pace, lo sarà probabilmente la signora Dalila Nesci ma ad esempio non Di Battista. Sono quindi un pò scettico sulla porta aperta in assoluta libertà e indipendenza, ma certamente questo deriva dal fatto che sono “radical chic, conservatore, malfidato, nostalgico, borghese, pseudo-intellettuale”.
    Marco Guzzi sottolinea come “migliaia di persone mi scrivono o commentano i video, testimoniando la gioia di sentirsi finalmente rappresentati. Milioni di persone aspettano di sentirsi finalmente in sintonia con i loro deputati, con i loro intellettuali, con i loro maestri. E questo è uno dei compiti primari di DP”. In realtà il compito di Darsi Pace dovrebbe essere di aiutare a formare buoni maestri mentre nella situazione attuale chi guarda questi video senza conoscere Darsi Pace, cioè quasi tutti, vede Guzzi come maestro che fa parte di un movimento politico. Questo per me è furviante, e sarà pure buono il naso di Guzzi ma mi pare incomba una certa deriva salomonica…..
    Così come stanno le cose Marco Guzzi o qualunque altro aderente a Darsi Pace, se invitato da un qualsiasi partito ad un dibattito o ad una trasmissione, può inserirne il video sul sito di Darsi Pace. Siamo d’accordo su questo? Io no, ma uno vale uno, giusto?

  61. Claudio, ma che bello ed interessante il tuo commento! Finalmente poco pregiudizio e molto materiale veramente lavorabile.

    Grazie davvero.

  62. Marco, per tutto, non finirò mai di dirti grazie! Maria Rosaria

  63. Grazie, Maria Rosaria. Grazie a te.
    Ma io ho solo trascritto il dialogo tra Livio e Misia 😉

    Abbracci.

  64. Comunque la si pensi credo si debbano fare gli auguri a coloro che intendono impegnarsi per “il bene comune” e dichiarino, come fa nel commento qui sopra Marco Guzzi, citando Paolo VI, di considerare la politica “la più alta forma di carità” e ancora “sta a noi, e alla nostra testimonianza mostrare che l’anelito rivoluzionario, purificato quotidianamente nel cuore, è di per sé lo stesso fuoco messianico che vuole farsi storia, per trasformare il mondo”, auguriamoci che possa in questo spirito beneficamente operare.
    Questa decisione all’impegno politico ha sollevato tante domande, mi sembra bello perché indica vigilanza e mi pare coerente chiedersi “Di che cosa abbiamo veramente paura? E’ già stato citato Salomone nella sua vecchiaia, ognuno potrebbe aggiungere altro (:personaggi biblici e non).
    Come qualcuno ha sottolineato è difficile dire chi sia liberato e chi no: questo deve fermare l’agire? O è comunque meglio che si metta lievito nella pasta sperando che venga tutta fermentata? Stefania

  65. Cara Stefania,

    l’agire non va certo fermato. Sia Livio che Misia, infatti, vogliono agire.
    In questo, sono tutti e due d’accordo.
    E io, con loro.

    Abbracci!

  66. Bravo Castellani ( per non confonderci con i Marco ) , piglio dalla tua ben riuscita confezione letteraria, anche un po’ piacevolmente ammicante, questa affermazione-richiesta di Misia:
    “Livio, cerchiamo di capirci. Guzzi è profetico, è geniale. Questo è certo, per me. Poi ha le sue idee politiche (ma io qui preciserei partitiche ! ) e questo è un bene ! Ora mi dico, e ti dico: perché non tenerle distinte? ” Intendendo , penso qui, l’azione di Marco dall’azione di Darsi Pace .

    Spero di non fare un sacrilegio orribile, se uso questo brano della prima lettura della liturgia di oggi, per rispondere a questa affermazione di Misia: “ Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» ( At.4, 13-21 )
    Credo che anche Marco non possa che rispondere in questo modo: Come può Marco Guzzi separare le sue azioni politiche e le sue scelte partitiche dal movimento di Darsi Pace? E’ DP un progetto che ha elaborato integrando i saperi laico-scientifici, sapienziali e spirituali dell’antico testamento orientale e giudaico-cristiano, necessario per costruire l’essere umano che siamo, cioè rivoluzionari rispetto a questo mondo. E noi praticanti di Darsi Pace siamo chiamati a confrontarci con questo progetto, il quale, tuttavia, non prevede che dobbiamo diventare come Marco Guzzi, ma solo che scopriamo chi veramente noi siamo, chi IO SONO , come ha fatto Marco nostro maestro, alla luce della fede cristiana e nel confronto col mondo . La maturazione piena di questo lavoro, richiede come ben sappiamo anche un passaggio finale, dall ’interiorità, alla messa alla prova con la realtà dura del mondo. Un passaggio alla politica attiva , non necessariamente finale dopo i 7 anni canonici di DP , “quando avremo preso il diploma” ma che in dosi diverse e in momenti sorprendenti, si intercalano col percorso spirituale e la nostra politica interiore, come inevitabili momenti di prova e sperimentazione di ciò che diciamo di credere ; una prova sono anche , per esempio, i momenti elettorali del nostro Paese. In ogni momento in cui la vita ci chiederà come la pensiamo, ognuno dovrà tirare fuori le sue risposte personali, non quelle frutto di una omologazione collettiva e passiva , succube della ideologica o del fascino del nostro Maestro. Ognuno potrà, dare la sua libera risposta, senza che poi, nel movimento di Darsi Pace, qualcuno ci guardi con sospetto, convinto di doverci curare le nostre scelte partitiche ! Almeno spero che Darsi Pace si mantenga come ho imparato a pensarlo : Un luogo di reciproca edificazione spirituale e umana , ma nel rispetto della diversità dei propri carismi, ma nell’Unità dell’unica politica cristologica che vive in noi e in questa piccola e turbolenta Chiesa , fraterna e libera di Darsi Pace !
    Un abbraccio a tutti e due i Marco .
    ivano

  67. Grazie Ivano, sei uno dei pochissimi che ha risposto alla domanda chiave di Misia. Il fulcro di tutto. Molti sono andati su altre strade o dinamiche (difensive?) mancando il fulcro stellare della proposta.

    La tua risposta aperta mi piace, la trovo abbastanza morbida e lavorabile. Ti ringrazio.

  68. Dopo essermi immerso più in profondità, al di sotto dello stato di agitazione che questo dibattito mi ha provocato in superficie, ho sentito come risuonare queste parole che condivido con voi:

    Un altro porterà la fiamma
    Che già avvampa
    Su legno nuovo
    In questo carnevale di mondo
    Mercoledì Delle ceneri.
    Ma tu mantieni
    La forza umile del Sasso
    Inamovibile
    Inutile
    Calmo.

    Un saluto
    Marco M.

  69. Claudio Galli dice

    Concordo con Misia (che nome affascinante!) e ritengo che, proprio nel “rispetto della diversità per i propri carismi” chiunque di noi debba tenere separate le sue azioni politiche da Darsi Pace. Proprio per evitare rischi di omologazione. Buona Domenica a tutti, Claudio

  70. Caro Marco Castellani ti ringrazio di cuore per aver dato ironicamente voce a pensieri che attanagliano la mia mente da qualche mese ormai. Misia incarna adeguatamente la mia posizione anche se il solo fatto di chiamarla “posizione” agita qualcosa in me che è molto distante dalla quiete, soprattutto per essere un luogo come questo. Io personalmente non riesco a conciliare le due cose per quanto siano sempre andate sottovoce di pari passo e mi rendo conto è stata una questione di attesa per poter emerge a seconda delle possibilità ricevute dall’esterno. Quel che però immaginavo sta accadendo e anche sulla pagina facebook riesco a respirare aria pulita solo quando leggo i meravigliosi post quotidiani di Marco o le sue poesie, per il resto non mi sento risuonare più.
    Ciò non toglie che se per me il percorso spirituale non coincide con l’intervento in politica ma con molto altro, io posso ritenermi in grado di scegliere di perseguirlo come ho sempre ritenuto di dover fare: prendendone ciò di cui ho bisogno e adeguandomici a seconda del mio personale sentire, senza dover necessariamente generare opposizione.
    L’identificazione con il pensiero uccide tanto quanto con ostinate prese di parte e il grande problema dell’ambito politico è da sempre stato questo e credo si stia dimostrando come tale.
    Grazie a Dio mai intervento più sano è stato in politica come quello che Marco sta facendo in questi ultimi tempi ed è solo di questo che posso rasserenarmi. Per il resto, mi tengo distante dall’immedesimazione e confido nella preponderanza, all’interno del percorso, della crescita spirituale al fine di poter cambiare prima noi stessi e poi la società, la politica e tutto il resto.
    Daria

  71. Grazie Claudio. E’ un conforto leggere messaggi come il tuo, fatta salva ovviamente la legittima diversità di opinione.

    Come ho scritto moooolti commenti fa, il nome di Misia (e di Livio) è un omaggio ad Andrea De Carlo. Nel suo romanzo “Di noi tre” che sto rileggendo in questi giorni (avendo digerito tutto il “corpus” decarliano non ho scelta se non riprendere…) sono dentro la storia di Livia e Misio (e Marco, guarda un po’ il caso). Diversissimi, in tutto. E per questo attratti e respinti, a corrente alternata, da questa loro diversità. Questa differenza irredimibile alla fine è un magnetismo molto potente, perché aumenta il desiderio di capire l’altro, di esplorarlo, di misurare le diversità alla luce della infinita varietà del mondo. Questa diversità operosa ed operante è meglio ospitata in un racconto (e non è un caso dunque che questo lo sia) che in una enunciazione fredda e programmatica di punti di azione, di valori e disvalori.

    Credo che custodire tale diversità, accoglierla (che è una cosa femminile) sia un compito che qui possiamo svolgere, avendone tutte le premesse e la metodologia. Altrimenti scadiamo nella “guerra” che tanto diciamo di voler evitare, anche in noi e fra di noi. Che poi è purtroppo una cosa abbastanza “maschile”, almeno come archetipo. Così infatti dice Livio, ad un certo punto (e sono parole di De Carlo, stavolta) “Mi intristiva l’idea di stare a lungo in una storia di soli uomini, anche, e la guerra è più di tutto una storia di soli uomini, come diceva Misia”.

    Molti commenti mostrano come dobbiamo ancora essere curati, proprio qui. E lo posso dire perché io sono il primo, ad averne bisogno. Curati, per poi essere “sale”, dovunque andremo, comunque voteremo (o ci impegneremo).

    Buona domenica a tutti.

  72. Cara Daria,

    leggo ora – dopo la risposta a Claudio – il tuo bel commento, in cui ritrovo molta parte di me stesso. Mi pare (non per andare al risparmio…) che la risposta che ho dato a Claudio per molti versi vada bene anche per il tuo scritto, che apre molti punti di interesse, su cui sarebbe bello tornare.

    Hai ragione, “posizione” genera “op-posizione” che è qualcosa distante dalla quiete: per questo ho abbandonato il post che stavo scrivendo (su precisa richiesta, dunque per una “obbedienza” ad una storia formidabile che mi ha dato tanto) e sono ritornato da capo, con un racconto. Perché un racconto vibra su un piano diverso, dove non regna necessariamente il principio di non contraddizione, che divide le istanze ultimamente in freddi connotati di azione-reazione, e permette forse una compostezza/composizione maggiore, più morbida.

    Condivido anche il la tua impressione riguardo i post su Facebook, su quelli che mi fanno respirare e quelli che mi fanno respirare meno. E concordo sul fatto di poter scegliere e prendere quello che serve a me stesso in questo momento, e quello che “vibra” in accordo con il mio punto di valore spirituale che è anche – in CL – una educazione ad una concezione della politica che è molto nelle mie corde (ora, ben più che in passato, un passato che mi pare sia invece qui un rischio presente). Il che non stride affatto con il sostenere, come penso, che Marco stia facendo un gran bene al M5S e dunque a tutti, di riflesso.

    Un abbraccio!

  73. Grazie Marco M. per le tue poetiche parole. Le faccio mie in questa domenica di quiete!

  74. Caro Marco , poichè dici che la mia risposta è aperta e lavorabile , ritengo che anche la richiesta di Misia sia sensata e non ostativa alle scelte partitiche di Marco Guzzi. Bene ha fatto Marco a cogliere il momento opportuno , per realizzare ciò che ha sempre scritto e vissuto intensamente, grazie alla sensibilità di alcuni bravi e seri, componenti dei 5 Stelle, invitandolo ad esporre le sue idee appassionate.
    Ma bene farebbe anche l’Associazione Darsi Pace a progettare incontri aperti a tutte le persone di buona volontà presenti nei vari partiti del Parlamento, CHIAMANDOLI TUTTI A RACCOLTA, in nome di quella TRASVERSALITA’
    ( dato rivoluzionario che percepisce le esigenze di questo tempo storico ) che incarnano i 5 Stelle, ma non per dimenticare le lotte significative del ‘900 , sempre da rivivere e comprendere , ma per guardare insieme all ’Avvenire tragico che avanza. Infatti, va trovato ormai, tutti insieme, il modo di costruire insieme il Futuro per la generazione dei nostri figli e nipotini.
    Bene incarna Guzzi oggi, questa necessità profetica di gridare ai politici che senza un lavoro comune tra tutte le parti politiche , da sviluppare in un laboratorio spirituale, culturale e di confronto con i saperi e le sapienze del mondo, difficilmente si troverà l’energia positiva e per realizzare progetti politici veramente efficaci. Servono progetti ben studiati da tutti, per i giovani, l’ambiente, l’integrazione dei migranti nuovi cittadini europei, il recupero storico, turistico , ambientale dei beni culturali e anche agricolo dei borghi d’italia abbandonati sugli Appennini e sulle Alpi, solo per fare degli esempi da implementare con progetti studiati insieme tra tutte le parti politiche, oltre ogni antica differenza ideologica.
    In questo senso, mi pare che si dovrebbe valorizzare maggiormente, con una forma pubblica più risonante, quel lavoro culturale e politico dei saggi che si riuniscono a TREVI nel mese di luglio.
    Vedrei il gruppo di TREVI , come lo svilupparsi di una piattaforma di lancio per penetrare nei vari ambiti della politica, mostrando come Darsi Pace sia un movimento che vuol mettere in moto le persone e la loro anima, più che risolvere i problemi delle spartizioni partitiche, dove ogni partito pensa ai suoi voti, incapaci di impegnarsi per IL BENE COMUNE , poiché ancora dentro una logica troppo egoica e di contrapposizione.

    Personalmente, senza vincolare nessuno, sarei molto interessato a inglobare nel lavoro dei saggi di Trevi, personalità creative come lo psicanalista Massimo Recalcati, responsabile della Scuola politica del PD , ma anche tante altre personalità da trovare , nascoste nelle Università o altrove. Sappiamo purtroppo che i migliori restano sempre nascosti, salvo Guzzi a cui va l’onore di esserci ! E ciò nello spirito di ricercare Visioni nuove della Politica che nasca da un confronto aperto, tra tutte le persone di buona volontà del mondo politico, che sia morbido e lavorabile, come dici tu.
    Buona domenica
    Ivano

  75. Sì Ivano, hai ragione. Se ci fai caso, ripercorrendo il racconto, Misia non ha mai nulla da dire sulla scelte partitiche di Marco Gurzi (scusate, ma mi accorgo che spesso sbagliate il cognome…), come non ha da ridire sulle scelte politiche di nessuno, proprio per le idee che lei graziosamente sostiene 😉

    Buono il rilievo di Trevi, a mio avviso. Con l’attenzione di favorire una reale diversità di opinioni e di approcci, cosa che purtroppo nel Trevi(1,2), da quanto posso capire nella mia poverissima analisi politica, non era – come dire – esattamente promossa (pur nel grande interesse di questa esperienza, che ha comunque dato tanta ricchezza). Costruire un vero lavoratorio dove invitare “il meglio” del fermento politico culturale, in senso totalmente trasversale, sarebbe veramente – a mio avviso – un bell’esperimento!

    Buona domenica e grazie!

  76. Caro Marco C., nel salutarti affettuosamente, puntualizzo che il mio grazie, per tutto, era indirizzato a Marco Guzzi, che ha cambiato radicalmente la qualità della mia vita in tutti i suoi ambiti, dando voce a tutte quelle spinte interiori che altrimenti sarebbero rimaste soffocate.
    Per questo apprezzo, pur temendo disagi, l’affermazione dei suoi pensieri attraverso concrete azioni politiche, come ha molto ben detto, dal mio punto di vista, già Ivano.
    Un saluto a tutti Maria Rosaria

  77. Ah sì Maria Rosaria, in effetti mi era venuto il dubbio.
    Hai ragione, c’è molto da ringraziare, non ce lo dimentichiamo.
    Mi unisco a te!

  78. Che cosa si vede guardando da fuori, oltre la cascata di parole?
    Un sedicente filosofo e poeta che si è stufato del suo giochino e cerca altre strade. Castellani che passa a vice, e una massa di gente che parla di altri che devono essere curati.
    Se l’evoluzione funziona perché tutti dovrebbero essere curati? L’uomo è così per evoluzione, e non ci sono santi che possano modificarlo. Visti da fuori.

  79. Aggiungo una riflessione scaturita, in merito, discutendone con mio marito.
    Non siamo forse abituati ad avere Marco G. “tutto per DP” che una sua legittima scelta personale parallela ha fatto nascere in noi tanti interrogativi/timori? In fondo quali conflitti reali nella scelta di “due ambiti” di lavoro? (secondo me compatibili tra l’altro e logici. Non vogliamo il cambiamento concreto di questo mondo?)
    Mi pare che i pazienti di Massimo Recalcati non siano turbati dal fatto che il loro terapeuta è anche Responsabile della scuola politica PD.
    E allora chiediamoci: come viviamo e quali investimento/idea/proiezione nella persona di Marco Guzzi e nell’associazione DP?
    Maria Rosaria

  80. Caro Anon… guarda, non mi sento decisamente pronto a passare a vice! Mi servono un altri venti-trent’anni, più o meno, prima di iniziare a cominciare a valutare di pensarci… Non farebbe bene né a me né a quei poverini (in questo caso, davvero poverini) che a me si “dovrebbero” riferire.

    Però è interessante il tuo commento. Ma vediamo. C’è una cascata di parole, è vero. Anche a me danno fastidio tante parole, quando il contenuto poetico si abbassa, specialmente. Ma forse qui sono necessarie, hanno una funzione.

    Il sedicente, mi pare che tanto sedicente non sia. Filosofo lo è, vedi i suoi libri, alcuni densissimi. Poeta, lo è, magari non è dei poeti che sperimentano strade sintatticamente innovative (ma nemmeno io, lo sono), ma consolidano la poesia su un nucleo di valore, una roccia su cui sbatte il relativismo e si arriva ad una decisione.

    Perché dovremmo essere curati? Questa è la domanda da diecimila euro. Il buddismo dice che possiamo curarci, ad esempio. Marco ripete che siamo “lavorabili”. Le forze oscure insinuano di lasciar perdere, che è tutto inutile. Il loro obiettivo è la desolazione, prima della disperazione. L’opposto non è la virtù, ma la fiducia.

  81. Maria Rosaria,

    ma questo, permettimi, è esattamente il nucleo del dialogo, una settantina di messaggi a monte: quanto è “personale” una scelta che, per scelta, impegna direttamente e non accidentalmente DP? In questo senso il paragone con Recalcati mi pare alquanto perfettibile.

    Un abbraccio.

  82. Cari amici,

    riflettendo su questi giorni anche appassionanti, seguiti alla scrittura di questo post e alla partecipazione al vivace dibattito che ne è scaturito, mi preme un’ultima istanza, che mi è apparsa alla mente mentre leggevo il Manuale di Meditazione di Claudio Lamparelli, uno dei testi proposti dalla biografia integrativa del Primo Anno di Darsi Pace.

    Questo forse potrebbe idealmente chiudere, se non tutta la discussione online, almeno la parte più “spumeggiante”, direi quasi fisiologica.

    Perdonate se vi sembri ovvio, ma vorrei dirlo lo stesso. Carissimi, viviamo con semplicità e serenità anche questi momenti di confronto: lo dico senza pretendere di insegnare niente a nessuno, ma prima di tutto a me stesso. Serenità, perché è la cosa migliore per essere veramente nel reale. E perché comunque siamo su una strada solida e sicura, tanto solida e sicura che ci permette questo confronto a tutto campo.

    Se penso a Livio e Misia, ecco, in fondo sono sereni (ok a parte gli alieni…) e il quadretto si chiude proprio su una prospettiva di serenità.

    Grazie a tutti, un augurio di buon inizio settimana.

  83. Cari amici,
    vorrei aggiungermi a questa conclusione ricordandovi la parole citate da Marco G. proprio un settimanella fa’ nell’ultimo intensivo dell’APP. 1:
    “Non sono le opere che ti santificano. Sei tu che se vivi nello Spirito santifichi le opere”.
    Allora vi chiedo: considerate Marco G. un Maestro? Immagino di si, altrimenti sareste dei formatori ipocriti!
    E allora di cosa vi preoccupate? Le sue opere, qualsiasi esse siano, saranno opere da Maestro.

    I dubbi sono ovviamente leggittimi (come su qualsiasi cosa, inclusa la pratica), ma di certo non vengono risolti in un dibattito mentale online! Piuttosto invito tutti, inclusa me stessa, a fare SILENZIO, con l’umilta’ di chi e’ consapevole che forse non gli e’ ancora dato di capire. E naturalmente, nella piena liberta’ di lasciare il movimento DP in qualsiasi momento.

  84. Caro Marco C.
    Per chiarire il mio pensiero dirò che alla base del bene comune, secondo le mie convinzioni, sta la difesa della dignità di ogni persona e della libertà di espressione di ognuno, nel reciproco rispetto.

    Per quanto riguarda l’agire, in ogni ambito, credo, ma lo dico in primis a me stessa senza alcuna pretesa, che si dovrebbe operare nello “spirito giusto”.

    Penso che ognuno possa contribuire al “bene comune” nel proprio quotidiano, ma si stava parlando di impegno politico quindi a questo mi sono riferita facendo gli auguri, che valgono per tutti affinché, come molto bene hai scritto sopra, si passi “dalla desolazione alla fiducia”.

    Un caro saluto e l’augurio di buona continuazione.
    Stefania

  85. Carissima Lea, certo, non siamo qui per “risolvere” dubbi, a botte di messaggi informatici, ma per confrontarci, corroborarci, fecondarci delle nostre visioni. Siamo fisico-telematici, dopotutto! Peraltro, non direi che ci “preoccupiamo”, perché di preoccupante non c’è poi molto. Livio e Misia non sono preoccupati, sono “presi”. E’ diverso. Stiamo “lavorando” alcuni temi, li stiamo plasmando, ci stiamo plasmando. E penso sia bello!

    C’è il silenzio, ma c’è anche la parola. Abbiamo bisogno di nuovo pensiero,
    dice sempre Marco.
    Le libertà di lasciare DP sono più che ovvie, lo sono state sempre.
    Però fammi dire, a chi pensasse di abbandonare: se c’è un nodo, se sento un nodo,
    io non mollo la corda, se la corda mi serve, io provo
    a sciogliere.
    E’ più interessante.

  86. Caro Castellani, non chè Marco II …..fra trent’anni !
    voglio qui ringraziarti mentre si placano le onde dei nostri commenti, ascoltando il suono placido della risacca sulla spiaggia, da dove osservo affettuosamente, il grande mare di una nuova umanità nascente in noi, per complimentarmi con te, e ringraziarti per averci proposto questo Post, in una maniera pacata e intelligente, apprezzabile anche nella sua forma letteraria, ed anche per il tuo eccellente equilibrio di surfista, a cavalcare le nostre onde emotive.

    Mi associo al saggezza della tua proposta riguardo al nodo da provare a sciogliere , prima di richiamarci alla nostra libertà di lasciare o restare in Dp. Se la vita è una corda alla quale siamo aggrappati per non cadere nell’abisso, a volte non serve sciogliere il nodo, si può utilizzarlo , riconoscendolo come un punto a cui aggrapparsi meglio con le mani, per non scivolare. Allora penso che nella vita, ben vengano tanti nodi tra le nostre mani, starà noi a discernere quali sciogliere e quali utilizzare. Un lavoro che non può essere solo umano, perchè la corda a cui siamo tutti appesi è un grande miracolo e un grande mistero , che personalmente vorrei continuare a vivere con tutti voi, favorevoli o contrari ad ogni nodo. Solo accogliendo però e usando quel nodo, sia cercando di scioglierlo o di usarlo così com’è , potremo scoprire la grazia di questo dono, spirituale che ci rivelerà ciò che ancora non sapevamo di noi e della corda divina , alla quale tutti siamo appesi, sopra l’abisso.
    Grazie a te Marco , capocordata e a tutti gli amici, che si sono aggrappati a questa umana corda, per formare la più robusta e solida cordata di Darsi Pace !
    Ovviamente, un caro saluto e abbraccio a anche a MARCO I , fabbricatore di nodi e di ” KOAN ” taosti.
    Al prossimo tentativo di scioglimento.
    Ivano

  87. Grazie Ivano,

    riguardo ai “trent’anni”… intanto bisogna vedere se tra trent’anni sono ancora su questo pianeta! Poi DP ha tante “eccellenze” formate e formande… così che posso rimanere tranquillo, credo, senza dover concorrere a nessun incarico particolare se non quello che ho su me stesso 😉

    Apprezzo molto i tuoi commenti ampi, delicati e non schierati, perché – mi ripeto – li considero molto “lavorabili”. Mi fanno capire meglio, anche a me, che tra il SI/NO c’è una zona – non grigia, ma coloratissima – di interstizione, di interazione, dove far reagire umori e sapori ed odori diversi, senza necessariamente trovare una convergenza, ma valorizzare una differenza. Dirò una ovvietà, ma la dico: le differenze sono bellissime! Se Misia non fosse diversa (in vari sensi) da Livio, come potrebbe l’uno essere intrigato dal dialogo e dall’interazione con l’altra? Come pensiamo di essere in pace se cerchiamo l’omologazione completa anche tra noi? O il seguire pedissequamente ed acriticamente chi chiede invece esattamente il contrario, di non essere seguito pedissequamente ed acriticamente?

    Grazie per i complimenti al mio piccolo esperimento letterario. Sai, mi arriva voce che Misia e Livio siano contenti dell’interesse che la loro conversazione ha creato. Soprattutto perché sperano, ma secondo me a ragione, che possa servire a elaborare del materiale, che altrimenti poteva rischiare di rimanere allo stato grezzo, non raffinato. L’opera di raffinamento è a volte un po’ dolorosa, anche leggermente urticante – ma è un dolore risanante.

    Ed è parte, credo, di quello scioglimento del ghiaccio, che siamo chiamati a rinnovare, momento per momento.

  88. Nonostante non abbia la preparazione adeguata a un discorso partitico (di questo mi sembra si tratti), provo ugualmente ad esprimere la mia opinione in merito all’articolo di Marco Castellani, di cui cordialmente apprezzo sia la vena narrativa che il garbo gentile ed accogliente con cui riesce a dialogare con tutti.
    E, dato che inizio con gli apprezzamenti, sottolineo immediatamente anche quello verso Marco Guzzi (perdonatemi se esco fuori dalle metafore del gioco, ma – conoscendomi – so che mi perderei senz’altro nei labirinti dei nomi), di cui riconosco il coraggio di mettersi creativamente in gioco, rischiando in prima persona e, come afferma lui stesso, “senza rete”, in un dono generoso e gratuito dei talenti (e della fatica) di cui è ampiamente dotato.
    Questa è, indubbiamente, testimonianza forte. Da cui saggiamente apprendere.

    Detto questo, però, avverto ugualmente – riconoscendola mia – tutta la perplessità esposta da Misia.
    Con lei condivido l’opportunità di separare su altro canale, distinto da quello di Darsi Pace (Associazione apartitica per Statuto – cf. art. 2 dello stesso), ciò che riguarda il personale impegno politico-partitico di Marco da ogni altro contenuto, dato che i suoi interventi nei dibattiti politici pubblicati nel sito, sembrano configurarsi sempre meno come dialogo e confronto con una forza politica, e sempre più come appoggio aperto ad essa. Niente di male: sono scelte personali da rispettare e, per chi lo desideri, da condividere e seguire, ma a questo punto – nonostante le precisazioni sostenute in merito – visto che Marco non è una persona qualsiasi in DP, ma il suo creativo ideatore e fondatore, non è, di fatto, più chiaro se la posizione partitica da lui abbracciata sia la sua personale o quella dell’intera Associazione in cui tutti dovremmo sentirci “a casa”, a prescindere dalle differenti (e tutte ugualmente legittime) posizioni partitiche. E questo, tra l’altro, senza che le perplessità o le riserve espresse verso il movimento per cui Marco (e, con lui, forse anche la maggioranza degli aderenti a Darsi Pace) simpatizza, debbano essere necessariamente lette come espressione di paure ancora irrisolte.

    Il mancato accorgimento di un’opportuna separazione di questi contenuti in canali distinti da quello proprio di DP, sta (sempre secondo me) generando una sorta di ambiguità, trascurando il principio per cui una cosa è l’impegno politico (del quale tutti – mi sembra – siamo convinti ed impegnati sostenitori, ciascuno nell’ambito esistenziale che gli è proprio), altra è l’adesione ad una determinata compagine partitica, a qualsiasi titolo e livello essa si esprima.

    Non è affatto detto né scontato, infatti, che tutti ci riconosciamo in un partito specifico (su cui siamo liberi di nutrire perplessità e disaccordi) né che la possibilità di impegno politico debba necessariamente identificarsi nel sostegno (o nella militanza) ad un determinato partito. Perplessità e divergenze di opinione qui sono più che legittime. Inviolabili, direi, pur nel confronto che può certamente aprire – perché no? – a mutamenti di opinione. E a reciproci arricchimenti. Ma sempre nel rispetto dell’altrui libertà.
    E (per quanto personalmente mi riguarda) neppure l’adesione (o la simpatia, se volete) a quel determinato partito da parte di una persona che stimo e reputo preparata e competente – nonché geniale e libera – come Marco Guzzi, può legittimare un’altrettanta mia personale adesione ad un movimento di cui (pur apprezzandone gli sforzi ed i meriti nell’impegno politico) non sempre condivido modalità, valori e punti programmatici.

    Questa – per quel che vale – è la mia opinione: non c’è – né vuole esserci – in essa il giudizio e la condanna di nessuno, solo la richiesta di una maggiore chiarezza, perché se un articolo (come è successo anche mesi fa in una discussione analoga) suscita tanti commenti, significa appunto – mi sembra – che questa chiarezza non c’è. O, per lo meno, non ce n’è abbastanza. Per dissipare ogni dubbio e perplessità, forse – come detto – basterebbe accogliere il suggerimento di Misia .

    E comunque credo che questo “nodo” possa offrire a tutti noi la formidabile possibilità di un momento di ulteriore crescita e maturazione, in conformità al cammino di liberazione interiore per la trasformazione del mondo (impegno politico) che tutti ci stiamo sforzando di percorrere.

    Concludo il mio troppo lungo intervento dicendo che queste riflessioni non hanno certo la presunzione di esprimere la verità, semai, nell’intento di collaborare al dialogo e alla crescita comune, solo di manifestare un parere di fronte a quello che vivo come un disagio personale.

    A tutti un caro abbraccio e l’augurio sincero di una serena giornata.
    Con affetto e simpatia,
    angela

  89. Grazie per il tuo intervento, cara Angela, di rara sobrietà e pacatezza, pur nella limpida chiarezza dell’esposizione. Tu dici “nell’intento di collaborare al dialogo e alla crescita comune” e penso che commenti di questo tenore equilibrato veramente portino un valore, comunque la si pensi. Grazie perché comunque rispondi direttamente all’istanza di Misia e anche questo rivela una attenta lettura e “digestione” del piccolo racconto.

    Ma grazie a tutti, per gli interventi.

  90. Annapaola Boy dice

    Mi congratulo con Marco Castellani per il suo interessantissimo post, mi ritrovo completamente in ciò che scrive con molta acutezza e serenità Angela
    Un caro saluto a tutti
    Annapaola

  91. Grazie Annapaola,

    serenità è il fulcro, infatti, intorno al quale possiamo lavorare.
    Non è tempo di guerre, di dispute.
    Non op-porsi, ma pro-porsi.
    Nel rispetto reciproco.

    Un saluto.

  92. Cari amici, ieri sera l’evento a Montecitorio è stato davvero esaltante.
    Sentire parlare nel cuore della democrazia italiana di nuova umanità, di rivoluzione non violenta, di umanità relazionale, di sconfitta della tirannide finanziaria, del popolo degli esclusi e degli abissi, è stato a dir poco commovente, come ha notato Paolo Ferronato.
    Molti dei nostri praticanti mi dicevano che sembrava di assistere ad un incontro di Darsi pace, ed invece eravamo a Montecitorio!
    Chi non avesse assistito allo streaming può rivedere qui questo incontro che credo rimarrà storico, qualunque sarà il futuro di queste iniziative
    https://www.facebook.com/MontecitorioCinqueStelle/videos/1785480991474874/
    Più di 300 persone sono accorse fisicamente, esaurendo le prenotazioni in pochi giorni, più di 56000 persone hanno seguito la diretta, condividendo un entusiasmo che ci ha presi un po’ tutti.
    Che lo Spirito della vita continui a soffiare dove vuole, noi comunque ne seguiremo il profumo.
    Marco Guzzi

  93. Daniela Rondina dice

    Commovente è proprio la parola giusta, ho seguito la diretta con trepidazione, mi sono sentita a casa le parole incoraggianti e vere che mi accompagnano da otto anni nei gruppi Darsi Pace venivano pronunciate a Montecitorio, impensabile e veramente nuovo.
    Io amo il nuovo e amo la freschezza, amo il pensiero e amo la speranza, amo l’energia e la forza e tutto questo ho percepito nell’incontro di ieri che dovrò riascoltare perché continuamente distratta e divertita dai commenti che mostravano uno stupore e una gioia contagiante.
    Sento in me una grande meraviglia e questa è una vera beatitudine.
    ” Poiché Dio continua a rivelarsi, l’uomo continua a meravigliarsi
    e non esaurisce mai il suo desiderio di vedere ancora
    poiché ciò che aspetta è sempre più magnifico,
    più divino di quello che ha già visto. ”
    (San Gregorio di Nissa)
    Un caro saluto a tutti
    Daniela

  94. Caro Marco G.,
    Cosa dire… mi sembra un miracolo! Stai facendo un miracolo! Sembra che l’immagine di una Nuova politica si stia finalmente incarnando. EVVIVA! Esulto con te.
    Che tu possa continuare l’opera di Darsi Pace sotto la guida dello Spirito.
    Lea

  95. Si, bell’Incontro quello di martedì a Montecitorio, ne ho apprezzato i toni pacati e particolarmente anche l’intervento di Gianluigi Paragoni, il suo invito ad usare le parole nel senso proprio e l’individuazione del ‘dissenso’ come parola nuova capace forse, più di rivoluzione, di combattere una sorta di pensiero unico dominante.
    Ho ripreso in mano in questi giorni due libri di E. Fromm molto amati in gioventù: ‘Fuga dalla libertà’ e ‘Psicoanalisi della società contemporanea’. Penso possano dirci ancora molto su ciò che accade oggi nel micro come nel macro, anche nel nostro piccolo spazio di DP.
    Auguro a tutti una luminosa giornata ricca della gioia e della pace del Nascente. Giovanna

  96. Carissime amiche, grazie di queste risonanze, sì, la cosa è davvero sorprendente, ma, come sappiamo, non dobbiamo farci alcuna illusione, né ce ne facciamo, almeno io, direi per natura, con una nonna calabrese e un’altra ciociara, sto con i piedi per terra, anzi cammino quasi rasoterra…. D’altronde manteniamo la testa alta nel cielo, e ci gustiamo passo passo le aperture che il tempo ci offre. Non sarà affatto facile procedere lungo questa via, dovremo cercare punti di equilibrio, coniugazioni e indipendenze, nuovi. Ma se questa opera è voluta dal Cielo, proseguirà, altrimenti proseguirà comunque in altre forme.
    Un abbraccio. Marco

  97. Caro Marco,
    Ma io questo lo so. Testa in cielo ma piedi ben radicati a terra. Lo hai sempre detto e dimostrato. Per questo mi fido delle tue scelte, anche di quelle che magari non riesco a primo impatto a capire.
    L’incarnazione e’, come hai sempre detto, una gran fatica. Una croce. Quindi non sottovaluto le presenti e future difficolta’… cio’ nonstante non freno il mio entusiasmo per paura di cadere. Sia fatto cio’ che vuole il Cielo. Io sono serena.

  98. Anch’io ho seguito in streaming e con trepidazione l’evento a Montecitorio.
    Come negli incontri precedenti, Marco ha portato parole creative, potenti, nuove delle quali siamo affamati continuando a dare testimonianza della sua fede e del rapporto tra Fede e Rivoluzione.
    Sempre di più comprendo la necessità di purificare la mia fede cristiana da elementi distorti e continuo fiduciosa il lavoro in Darsi pace perchè mi aiuta a tenere la giusta rotta seguendo il profumo dello Spirito della vita.
    Grazie Marco per il tuo coraggio e la tua coerenza.
    Giuliana

  99. Grazie, carissime, sì, lo so, siamo tutti mistici-tecnici, visionari cioè capaci però di tradurre in linguaggi storici, e in opere concrete, le loro visioni. Marco

  100. Cara Giovanna, condivido la suggestione a gravitare su più parole “chiave” per non perderci la molteplicità di sfumature che questo travaglio trasformativo ci consegna nelle mani, la cui tavolozza di colori è ampia e non riducibile a poche “parole d’ordine”, ma gioca sempre su molti livelli – cosa che qui siamo stati abituati proprio a fare, e sempre dobbiamo ri-abituarci, ri-convertirci, contro ogni semplificazione artificiosa.

    Poi… non resistevo a mettere il commento numero cento a questa bella e feconda articolazione di pensieri 😉

    Un abbraccio ad ognuno.

  101. Daniela Rondina dice

    Te lo abbiamo lasciato apposta! Ero sicura che non avresti resistito! 😉
    Un caro saluto
    Daniela

  102. Mannaggia Daniela,
    mi conosci troppo bene!

    Un caro saluto 😉

  103. Grazie Castellani (meglio usare i cognomi, con questi Marco ci si confonde), in effetti sono più interessata a mettere in rilievo il nuovo, la parola nuova che mi arriva proprio da chi magari non me la aspetto, e mi riempie di gioia e di meraviglia. Esprimere i miei apprezzamenti a Guzzi lo sento superfluo: è chiaro che lo apprezzo, non sarei in DP da tanti anni (e con varie responsabilità) se non lo apprezzassi! Di Guzzi preferisco seguire l’esempio: il gusto del pensare libero, libero da condizionamenti, la libertà di dire sempre quello che pensa, senza tabù e timori reverenziali, criticando aspramente, in coerenza col suo sentire, chiunque, fosse anche il Papa, senza tuttavia rompere la relazione, senza separarsi. A me interessa di più restare alla scuola di Guzzi facendo quello che lui fa, in assoluta libertà di pensiero, senza alcuna adesione fideistica che in maniera totale riservo solo a quello che per me è, e resta, l’unico Maestro, Gesù Cristo. Pace e Gioia a chiunque legge questo commento (scritto con fatica dal cellulare, con un correttore automatico che stravolge le parole). Giovanna

  104. Grazie Giovanna (perdonatemi tutti se intervengo spesso, abbiate molta pazienza e molto perdono, cercherò in seguito di essere meno “invadente”… ) ma era per dire che condivido tutte le tue parole, forse fatto salvo che non riuscirei veramente a criticare questo Papa (ma nemmeno quelli di cui ho memoria), ma capisco il modo di dire e insomma sono proprio tutto interamente completamente avvolto e preso nell’accordo risonante al tuo messaggio.

    Figurati che Misia (a quanto mi dice) pensa lo stesso per Gurzi!!!

    Non per scadere, ma solo per sdrammatizzare … pensavo oggi che se un post in cui parlo di politica (di cui capisco assai poco…) raggiunge 100+ commenti, e un post di scienza ne fa una manciatina appena… la prossima volta mi butto sulla cardiochirurgia….

    Pensavo anche, dal lato più serio, che questo è quasi certamente il mio racconto che è stato più letto in assoluto.
    Grazie, grazie.
    Baci.

  105. silvia rambaldi dice

    Carissimi,
    approfitto di questo spazio per dire che ho appena terminato di vedere il video dell’incontro a Montecitorio e sono entusiasta di tutto ciò che è stato detto, del clima sereno e delle prospettive di creatività che si sono proposte.

    Come è stato scritto, sembrava davvero un incontro di Darsi pace, un momento meraviglioso.
    Grazie a Marco Guzzi e a tutti gli altri relatori, i temi esposti sono stati interessantissimi e molto coinvolgenti.

    Parole eloquenti: “La parola umana ha una forza incredibile. Sono le parole che creano poi la storia, sono le parole che danno forma ai pensieri, i pensieri dai quali viene la parola. E’ la parola che forma la storia, la realtà.” (J: Ratzinger)

    Un caro saluto a tutti
    Silvia

  106. ChiaraDedo dice

    Caro Marco Castellani ,scusate se intervengo solo ora, ma alla luce del dibattito emerso e degli accadementi degli ultimi giorni mi sembra che è stato un tempo necessario per una piu’ profonda Rivelazione anche dentro di me.
    Sono un po’ la memoria storica di Darsipace, ho seguito Marco negli anni in cui cercava uno spazio espressivo un po’ ovunque, in sezioni PD in incontri organizzati dal Comune di Roma quando era sindaco Alemanno e adesso sono proprio felice che sta facendo Parole Guerriere è importante che circolino parole nuove e profetiche in luoghi esausti e istituzionali come per esempio Montecitorio .
    Darsi Pace è come un farmaco e deve circolare .
    E mi rendo conto che la scesa di posizione di Marco in politica è importante e va sostenuta , anche se si preferiscono partiti diversi.
    Se il malato è grave il bravo medico passa da una terapia orale ,all’intramuscolo e anche alla terapia endovenosa per facilitare la diffusiione del farmaco !!
    Non spaventiamoci .
    Darsi Pace è un luogo di libertà ,sono sicura che se domani organizzassi un incontro per esempio delle Donne del Pd su Maschile e Potere e inviatassi Marco Guzzi lui verrebbe sicuramente a parlare anche li’.
    Sono le Parole nuove che devono circolare ,non c’è nessuna preclusione ideologica è lo Spirito e la Conversione che si fanno strada .Per la prima volta dopo tanti anni ho sentito dire chiaramente che la flessibilità dei posti di lavoro è una stupidaggine e non aumenta l ‘occupazione !!!E’ stato Marco ad Agorà .

    Gli avvenimenti di ieri e di oggi Trump -Putin Siria, ci rivelano ancora di piu’ che i pericoli del secolo scorso , (identificazione del Movimento con il suo profeta con una forza politica specifica ad esempio ) sono lontani e non sono il nostro problema e che quello che ci è richiesto oggi è ogni giorno un spirito coraggioso fresco e innovatore per purtroppo affrontare pericoli veramente grandi.
    Il dibattito che hai mosso con il tuo post è stato molto bello per tutti .
    Vi abbraccio a tutti uniti nelle Fede .
    Chiara De Do

  107. Cara Giovanna, sono felice che tu abbia conquistato una totale libertà di pensiero, e di critica, dobbiamo essere però anche consapevoli che le stesse critiche sono poi sottoponibili a critica, e quindi valutate. Sussistono in altri termini critiche costruttive e critiche distruttive, critiche che aumentano la coesione di un gruppo, e critiche che la minano.
    La critica è una funzione essenziale, ma anche delicata, che ci investe di responsabilità.
    Ciao. Marco Guzzi

  108. Grazie, care Silvia e Chiara, a volte mi è di grande conforto percepire la comprensione profonda delle aperture che tentiamo, proprio perché sono ardue, rischiose, ma anche feconde.
    La vicinanza e la sintonia del cuore non sono adesione fideistica, ma semplice e buona amicizia.
    L’energia sprigionata in questi commenti, caro Marco, ci dimostra che il coinvolgimento politico SERIO, e cioè quello che si immerge nelle questioni vitali e concrete del popolo, è qualcosa di sostanziale, e di centrale nell’evoluzione spirituale delle persone del XXI secolo.
    Certo l’equilibrio tra lavoro interiore e trasformazione del mondo resta il problema, l’oggetto di una inesausta ricerca; ma la soluzione non è di sicuro un congelamento protettivo o una separazione preventiva.
    Dentro il fuoco della controversia, per dirla con Luzi, e solo lì dentro nasce la novità della storia.
    Un abbraccio a tutti.
    Marco

  109. Ciao Chiara!

    Permettimi di citarti, “il nostro problema e che quello che ci è richiesto oggi è ogni giorno un spirito coraggioso fresco e innovatore per purtroppo affrontare pericoli veramente grandi.” Esatto. Per questo non c’è più tempo per adesioni che non sono convinte, non c’è più tempo per non ascoltare la coscienza, non c’è più tempo – come dice Giovanna – per rinunciare al “il gusto del pensare libero, libero da condizionamenti, la libertà di dire sempre quello che pensa, senza tabù e timori reverenziali”.

    Non è questione di partiti diversi, fosse appena questo, non sarebbe nulla. Se ci fai caso, a questo viene risposto nel racconto.

    E’ proprio tempo di prendere sul serio quel che dice Marco Guzzi, e vedere se veramente diventiamo più liberi.

    Un abbraccio.

  110. Caro Marco, pur nella immensa gratitudine che nutro per te, onestà mi impone di dire che non mi risuona del tutto la tua parola di “cautela” per Giovanna. Non mi pare sia una critica non costruttiva, è una critica detta con garbo e sicuramente con travaglio personale: o il discorso si apre a tutto campo – come anche mi suggeriva Alessandro – si va fino in fondo, o non c’è utilità ad aprirlo. Se la coesione di gruppo è il primo punto, questo post non doveva nemmeno essere pensato. Se è la maturazione, il discorso magari è diverso. Perdona la franchezza, ma non penso che tu ti aspetti altro che un discorso franco, da ognuno.

    Condivido invece che “il coinvolgimento politico SERIO, e cioè quello che si immerge nelle questioni vitali e concrete del popolo, è qualcosa di sostanziale, e di centrale nell’evoluzione spirituale delle persone del XXI secolo.” Infatti Misia, nel racconto, non ha un coinvolgimento meno serio di Livio. Ma questo forse non è passato, e domando scusa, la mia perizia narrativa non è ancora inossidabile!

    Un abbraccio.

  111. In ogni modo, per rispetto e per non debordare, mi metto in silenzio in questa discussione, a meno che non sia espressamente richiesto un mio intervento (e in caso vi prego di scriverlo chiaramente).

    E’ giusto lasciare aria a tutti, una volta detta la propria. Mi sono permesso in qualità di autore del post di focalizzare la discussione, ora correrei il rischio di esagerare o rivestire di importanza eccessiva dei punti di vista che sono ovviamente personali.

    La mia gratitudine non formale a Marco Guzzi e a DP per avermi aperto l’accesso a questo post senza alcun controllo preventivo o nessuna forma di condizionamento.

    Un abbraccio ad ognuno!

  112. Dopo aver visionato con commozione e partecipazione l’ottavo incontro di Marco a Montecitorio, con Nesci, Sabatini e Paragone, riassumo i miei sentimentti e ciò che mi pare di aver compreso, al di là di tante parole vane sulla politica e sui politici. Raccolgo da questo bellissimo incontro, le cause profonde della impotenza della politica e dei politici: la parola si è separata dal suo significato ontologico, originario, archetipale e storico, non so come dire, scegliete voi. Parole come Destra, Sinistra , Giustizia, Libertà, Nazione, Progresso, scollegate dallo spirito di un pensiero che dia loro un’anima, non hanno alcun effetto e le persone che le usano impropriamente, ne assumono la male-dizione dei fallimenti delle loro azioni politiche.
    Già Marco nell ’incontro di Bergamo del 22/11/2016 dal titolo : “ Dove va l’Occidente “ https://www.youtube.com/watch?v=i0pv29M0CKE alla seguente domanda postagli da un partecipante:
    – Dove vede lei, i segni della nostra maggiore decadenza e i barlumi della rinascenza ?
    Marco così rispose:
    Dove vedo la maggiore decadenza oggi ? “Non ho dubbi, nel linguaggio !
    Ho la percezione – ( continuava Marco citando anche allora, come ancora a fine di quest’ultimo incontro, Italo Calvino ) come diceva Calvino – che ci sia una pestilenza. Il linguaggio sta impoverendosi in maniera preoccupante. Usiamo poche parole e le usiamo male, mentre la ricchezza del pensiero è sempre ricchezza linguistica. Questo è il luogo della decadenza che poi origina le altre decadenze. ……. Ora questo degrado del linguaggio è un disastro !
    Ecco perché Io vengo detto poeta, che non vuol dire nulla, non c’è niente di più indefinito dell’ atto poetico. Per me l’atto poetico è fare della parola un luogo di eventi , la parola ha da essere un evento, è il luogo del nascente !

    Circa invece, dove vedo i luoghi della rinascenza , è dove sento una parola nuova, energetica capace di dare respiro, si può trovare in tanti luoghi anche con canonici, quando meno te l’aspetti….e soprattutto nel dolore. Quando i posteri, se ci saranno, guarderanno a questi decenni vedranno che le zone più evolutive sono i dolori umani. Ciò che non riusciamo a trasformare in cultura. La sofferenza interiore, lo smarrimento, la crisi, dentro i nostri cuori, questo mondo è già finito totalmente….nessuno più qui da più credito a questi ” baracconi ” ma perché è consumato da una sofferenza profonda che ci mette in contatto con qualcosa di essenziale . Dobbiamo esprimere questa essenzialità in un linguaggio comune, dobbiamo creare una cultura, ma questa c’è già, si tratta di rinnovarla .

    Si anche la politica è un luogo di dolore , un luogo evolutivo, dove portare il servizio della Parola che rianima e cura….tutto come hai sempre creduto caro Marco, e per questo ti ringrazio e ti abbraccio, ma penso sia il sentimento prevalente di tutti noi, tuoi praticanti e fratelli minori, anche se tra noi rimangono pur sempre umani, certe stizze come quelle che hai riservato a Giovanna, mia cara amica di cui prendo le difese, in nome della GIUSTIZIA, parola di sinistra , come già ha fatto, Marco Castellani , poco prima di questo mio invio, col quale comunque voglio renderti ONORE , parola di destra che nasconde però sempre anche la sua zona d’ombra di dis-onore.
    Grazie a tutti , nel nostro comune spirito di fratellanza e perdono, grazie a Darsi Pace, ai due Marco, a Giovanna.
    Ivano

  113. Mirko Falà dice

    113 commenti. Il racconto allegorico di Castellani ha sortito un effetto dirompente .
    Quanto manca il confronto su temi seri ? Quanto abbiamo bisogno di parlare , essere ascoltati, riconosciuti ? Quanto ci manca la Parola non detta ?
    La riflessione potrebbe terminare qui invece cerchiamo consensi , occhi , orrecchi , alleanze .
    E’ un continuo cercare , anelare , spingersi oltre la personale comprensione del momento .
    Questo processo lo sto sperimentando nel laboratorio culturale/ politico .
    Ci promettiamo solennemente e spiritualmente nelle meditazioni di abbandonarci , di lasciarci andare , di mollare la presa ma quanti censori lasciamo al centro della nostra anima come sentinella acuta e spietata ? Ci abbandoniamo vera/ mente e con mente sempre nuova all’ignoto ? Non so rispondere . Posso solo dirvi quello che vivo perché nulla si può raccontare che non parli di te .
    Ogni volta che mi abbandono e lo faccio vera/mente devo volontariamente RINUNCIARE e di conseguenza rifiutare con tutto me stesso i vari medicamenti che questo mondo mi offre , dalle pastiglie , alle CpAP supplementari di ossigeno .
    L’ego muore in asfissia , muore di insufficienza respiratoria , in quella pausa tra un inspiro e un espiro .
    Ci vuole coraggio cari amici e non sempre sono pronto. L’ego è un potente bronco/dilatatore .
    Non finirò mai di ringraziare il nostro poeta , scrittore , filosofo perché ci ha offerto una chiave interpretativa di questo complesso meccanismo . Questo meccanismo regge perfettamente il nostro sistema attuale psicologico , politico, economico , relazionale .
    Riflettiamo e rinunciamo elle terapie brevi e gentili spesso ricche di muffe antiche e zuccheri moderni che obnubilano il sensorio .
    Bisogna avere coraggio per Perdonarsi e Amare .

    Grazie Marco Guzzi.

  114. Palma Lo Jucco dice

    Cari amici,
    come prima cosa vorrei esprimere a Marco G. il mio GRAZIE nonché la mia profonda comprensione e vicinanza per la sua opera che considero unica e quindi non scindibile.
    Poi vorrei darvi qualche numero: 113 commenti di cui circa la metà sono di M. Castellani e 33 persone hanno partecipato al dibattito.
    Comunque una notevole partecipazione rispetto a qualsiasi altro post su Darsi Pace (a parte il primo dibattito dello scorso anno sull’apertura di Marco G. ai 5 Stelle).
    Ma siamo sicuri che questa partecipazione sia dovuta al fatto che si tratti di una questione “seria”? Un post sulla MORTE avrebbe sortito lo stesso effetto? Eppure, più seria della morte ….
    Mirko ha appena scritto : “L’ego muore in asfissia, muore di insufficienza respiratoria, in quella pausa tra un inspiro e un espiro”. Quante di queste pause possiamo contare veramente nei nostri commenti?
    In merito alla GIUSTIZIA, come non rilevare le alleanze che si sono create tra alcuni vanificando ogni equo dibattito? In particolare vorrei sottolineare la profonda ingiustizia di cui è stato oggetto Marco G. se non altro per non aver compreso, mettendolo al primo posto, il suo profondo travaglio, che avrebbe richiesto se non il nostro sostegno almeno un profondo rispetto. Proprio per il suo dono, che tutti gli riconosciamo.
    Con affetto
    Palma

  115. Cari Amici,
    avendo preso parte all’evento svoltosi a Montecitorio, su cui la discussione sta ultimamente vertendo, vorrei dare un mio piccolo contributo, inoltrando un commento che mi è sgorgato spontaneo e ho postato sul sito Nascenti, sentendo ancora forte l’emozione dell’incontro:

    “Grandissimo Marco!
    Ieri ha strappato più volte l’applauso mentre parlava!
    Ogni volta è una scoperta ( eppure lo ascolto e lo seguo da più di 10 anni ) … quello che più mi ha colpito è stata la profonda coerenza dell’intervento di Marco con tutto il cammino che si percorre in Darsi Pace … non una stonatura, non una sbavatura, un tutt’uno … bellissimo !!! ”

    Un affettuoso saluto
    Filomena

  116. Caro Marco (Guzzi), magari avessi raggiunto la ‘totale libertà di pensiero’! non sarei più qui, in questo faticoso, travagliato, pellegrinaggio terrestre! Ma questa piena libertà è quella a cui anela dal profondo la mia anima, e verso la quale voglio camminare, consapevole delle difficoltà, degli ostacoli, della tentazione sempre presente di lasciar perdere, di adeguarsi, per quieto vivere. Ma non posso soffocare la voce dello Spirito che mi invita continuamente a ‘non temere’, ad andare avanti, costi quello che costi. E sto imparando, grazie a te, al percorso di DP, a dare ascolto a questa voce, pur con timore/tremore, per i rischi e le responsabilità che comporta. Occorre tanto discernimento, e mi piacerebbe poterlo realizzare confrontandoci in un piccolo gruppo. Mi interrogo continuamente: qual’è la mia intenzione? C’è malizia nel mio cuore? Sto agendo per costruire o per distruggere? Quale bene maggiore voglio conseguire? Domande che credo tu stesso ti poni nel tuo dire/agire. Tu hai sempre detto di non aver atteso autorizzazioni e permessi, di aver seguito quella che sentivi essere la tua chiamata, come S Paolo, Desidero pormi a questa sequela paolina e vorrei davvero che tu accompagnassi questa mia sequela aiutandomi a non soffocare la voce dello Spirito ma a realizzarla pienamente. Con affetto e gratitudine. Giovanna

  117. Cara Palma, cito dal tuo commento : “In merito alla GIUSTIZIA, come non rilevare le alleanze che si sono create tra alcuni vanificando ogni equo dibattito?” In particolare vorrei sottolineare la profonda ingiustizia di cui è stato oggetto Marco G. se non altro per non aver compreso, mettendolo al primo posto, il suo profondo travaglio, che avrebbe richiesto se non il nostro sostegno almeno un profondo rispetto” .
    In quanto mi sento individuato come l’autore di tale misfatto , ci resto male e mi chiedo perché, ottengo questa reprimenda ? Ammetto che dovrei essere più prudente nel dire le mie cose, senza lasciarmi prendere dall’impeto gustoso della libertà di dire, finalmente quello che penso, dopo una vita che mi sono represso con sensi di colpa per non dispiacere agli altri, senza per altro riuscirci bene.
    Poi mi faccio una domanda: Ma perché abbiamo sempre questa tendenza a giudicare quello che non ci piace ? Perché giudichiamo gli atti delle persone, separandoli dalle sue motivazioni interiori che le spiegano meglio di quanto cerchiamo noi di capire o di scandalizzarci ?
    Per evitare di alimentare la catena di parole, che l’Io ego sa sempre trovare, potrei spiegarti meglio le mie motivazioni interiori, di libertà e fiducia, come sento mi permette la fraternità tra noi di Darsi Pace ma solo se troviamo da sederci insieme al bar, a conversare pacati e anche un po’ intriganti, come Misia e Livio.
    Ci vedremo a qualche intensivo ?
    Con amicizia
    Ivano

  118. Alessandro C. dice

    Ciao,
    dopo il primo intervento, proprio quello numero uno, ho avuto il piacere di seguire l’evoluzione di questo post che tanto ho sperato fosse realizzato.
    Castellani (via i Marco) era a pranzo al mio fianco quando l’idea è nata e al tavolo con noi Giovanna, Claudio, Michele e ………….perdonami ma non ricordo il tuo nome ( ormai ho una certa età, cerca di capirmi ) .
    Non eravamo li per caso ma proprio per confrontare le nostre idee su ciò che accadeva tra i praticanti DP in riflesso agli inviti di partecipazione ad eventi organizzati dal M 5 S, sempre più frequenti, che Guzzi riceveva e accoglieva.
    Il tema del serrato confronto partiva da:
    perché pubblicare tali eventi sul sito dell’associazione ?
    Non sarebbe più opportuno utilizzare altri canali ?
    Così si potrebbe evitare di far sentire, a chi segue il sito, una grande vicinanza con questo movimento così nuovo e vigoroso da essere inquietante.
    Certo sappiamo tutti che la storia e l’attualità ci forniscono continuamente le prove del fallimento politico in atto;
    Certo sappiamo tutti che la speranza di una nuova politica passa attraverso uomini nuovi;
    Certo sappiamo tutti che lo sviluppo della nuova umanità sarà un lento, faticoso e doloroso cammino ( lo sperimentiamo ad ogni incontro di laboratorio );
    Certo sappiamo tutti che corpo psiche e spirito non sono separabili:
    Certo sappiamo tutti che se non c’è la richiesta di aiuto e quindi l’ascolto vero attivo nulla può essere trasmesso;
    Certo sappiamo tutti che l’associazione DP nello statuto all’art. 2 si definisce ” apartitica, apolitica e senza scopi di
    lucro ” specificando poi all’art. 3 ” strumenti e attività ” l’associazione per il raggiungimento dei suoi fini, intende promuovere varie attività e al punto 6 specifica: attività di promozione e partecipazione ad iniziative di solidarietà o di azione culturale e politica coerenti con le finalità dell’associazione;
    Certo sappiamo tutti tante altre cose che però incredibilmente perdono di valore di fronte al timore di tentare strade nuove.
    Ora si è aperta una via, per dipiù istituzionale, la quale permette il passaggio di parole con nuovo vigore che, anche se già sentite, possono risvegliare anime assopite, ipnotizzate, distorte e tutto questo nella più totale coerenza di pensiero.
    Io direi ringraziamo il Signore nostro Dio per l’opportunità che si è presentata e impegniamoci tutti a sfruttarla al massimo e nel migliore dei modi.
    La disponibilità di Guzzi la conosciamo tutti, allora forza e coraggio coinvolgiamo altre forze politiche nella riflessione sul senso della politica attuale.
    Tocca a noi, mica può fare tutto da solo !!!
    Un sorriso Ale

  119. Palma Lo Jucco dice

    Caro Ivano,
    mi dispiace che tu sia rimasto male, il mio rilievo non era rivolto a te in particolare, anche se dalle tue parole alquanto irriverenti ho preso lo spunto. Il mio rilievo più in generale riguarda l’impostazione e la partecipazione al dibattito (forse non era questo il luogo adatto?) che non si è svolto in modo empatico nei confronti di Marco Guzzi: il tono di diversi interventi che pur legittimamente esprimevano un proprio disagio, mal celava un’aspra critica e/o mancanza di fiducia nel suo operato. E’ facile immaginare come potesse sentirsi amareggiato Marco nel non sentirsi capito, proprio dai suoi più stretti collaboratori … E’ una questione di sensibilità.
    Giustissima la tua domanda che cito testualmente: “Ma perché abbiamo sempre questa tendenza a giudicare quello che non ci piace ? Perché giudichiamo gli atti delle persone, separandoli dalle sue motivazioni interiori che le spiegano meglio di quanto cerchiamo noi di capire o di scandalizzarci ?” Infatti seguiamo tutti Darsi Pace per imparare, dietro la sapiente guida di Marco, il lungo e arduo cammino che ci liberi da questa schiavitù.
    Senz’altro ci vedremo a qualche intensivo. A presto allora!
    Palma

  120. Michele Grieco dice

    Ciao a tutti.
    Approfitto del riferimento all’incontro di Montecitorio per copiare ed incollare qui il mio commento postato in Nascenti sotto il video dell’incontro avvenuto. Lo faccio perché anche io ho provato un moto nell’animo che mi ha scosso, e quindi al di là di tutte le criticità del caso che si sono sollevate sulla opportunità o meno della condivisione dei video sulle piattaforme di Darsi Pace, credo o sento che se i frutti sono come questo mio umile sentire, e come i sentire preziosi vibranti di altri, allora potremo pensare di stare sulla strada giusta, perché anche Cristo non disdegnava di frequentare peccatori e prostitute, poveri e illuminati, ricchi e poveri, … e ciò è proprio per me il senso del doversi immischiare ( si dice così?!), coinvolgersi in quei varchi culturali o delle vicende politiche in cui far entrare la Luce, che illuminando meglio può indicare la via da percorrere, … senza illusioni, senza le logiche delle dinamiche dell’amico/nemico, dello schierarsi contro o a favore, ma secondo appunto logiche di presenza, servizio, testimonianza, offerta di modelli per pensare filosofici, psicologici, antropologici coerenti con l’epoca che attraversiamo, mettendoci la faccia.
    “Caro Marco, stamani mentre ascoltavo gli interventi di tutti voi 4 relatori, direi anche molto interessante la Sabatini, ho provato un moto di gioia, di fuoco interiore dello “ Spirito” che mi ha portato a risentire ancora per una seconda volta ( e lo farò credo ancora per una terza) le parole, le espressioni emotive e suggestive- visionarie delle riflessioni, e mi sono messo a prendere appunti. Si, appunti precisi, perché percorsi nuovi possono iniziare proprio dal ri-vedere bene e meglio le azioni e “come stiamo”, dove stiamo. Ore umanità nuova, per orientare la visuale secondo orizzonti di luce, speranza, intraprendenza, e dono/ servizio, chiedendo al buon Dio di darci l’energia e la sua guida. Grazie”
    Michele

  121. Palma Lo Jucco dice

    Caro Marco Castellani,
    a questo punto, visto che gli animi si sono confrontati fino in fondo, che ne diresti di allietarci scrivendo una conclusione a “lieto fine” in un nuovo incontro tra Misia e Livio? Ti andrebbe?
    Un caro saluto
    Palma

  122. Cara Palma, il lieto fine credo che potrebbe essere una felice e focosissima sessione erotica tra i due, Livio la smette di parlare di Gurzi, o di aspettare gli alieni, e prende Misia con forza e passione. Misia prima resiste un po’, ma poi cede, e vissero felici e contenti….
    A parte gli scherzi, poiché vedo che alcuni commenti ripetono obiezioni già affrontate in luglio, mi permetto di incollare la sintesi che scrissi allora:

    “Dunque credo che per fare un po’ d’ordine potremmo utilizzare lo schema dei tre cerchi concentrici attraverso i quali opera il movimento DP.
    Il primo e più intimo cerchio è quello che potremmo denominare INIZIATICO, a questo livello noi proponiamo un percorso molto ben strutturato di 7 anni. Proponiamo un metodo che integra tre livelli formativi, tra i quali il primo è proprio quello culturale. Nel cerchio iniziatico noi condividiamo cioè, e fin dal primo incontro del primo anno, non solo pratiche meditative, contemplative, e autoconoscitive, ma anche una forte chiave interpretativa della storia, e cioè una visione culturale, e un intento politico di radicale trasformazione del mondo. Non c’è in altri termini un pluralismo indifferenziato, ma scelte di campo molto precise, nette, e vincolanti, di tipo RIVOLUZIONARIO. Ovviamente anche questo livello non è rigido, ma si sviluppa, e si articola e si approfondisce col passare degli anni e l’arricchimento collettivo delle esperienze. Ma comunque sussiste una base teorica molto forte, che la collana Crocevia sviluppa anno dopo anno.
    Il secondo cerchio è quello più specificatamente CULTURALE, e lo stiamo facendo crescere molto da 3 anni a questa parte nei gruppi di creatività culturale. Questi gruppi, partendo sempre dall’esperienza iniziatica, e quindi anche dai fondamenti culturali del movimento, tentano di calarli in ambiti specifici del sapere, per favorirne gli esiti rivoluzionari, mentali e strutturali, proposti da DP. E’ ovvio che sussista una vitale coerenza tra il cerchio iniziatico e quello culturale, è ovvio, ad esempio, che probabilmente chi si occupi di poesia sul piano creativo in DP potrà apprezzare più Ungaretti che Eco, più Char che Valéry, e così via: anche qui cioè risultano inevitabili precise e nette scelte di campo. Così come probabilmente chi si occupi di economia dentro DP non apprezzerà il neoliberismo unilaterale della BCE e si ricollegherà a riflessioni come quelle di Keynes o di Bartolini, oggi. Ma è anche ovvio che in questo cerchio si apra una riflessione comune, una dialettica, che cerca interlocutori esterni a DP, e quindi correlazioni feconde. Faccio un esempio: se a questo livello un praticante DP sostenesse che il surrealismo o il dadaismo sono esiti supremi del 900, dovrebbe spiegarcelo, mentre è direi naturale in DP amare la linea che da Rimbaud attraversa il surrealismo, ma lo supera lungo una coscienza iniziatica sempre più cosciente. D’altronde nelle correlazioni esterne noi tentiamo di spiegare il nostro punto di vista, dialogando con tutti quelli che manifestino interesse e apertura mentale, e proprio così alimentiamo la cultura dell’umanità nascente.
    Il terzo livello è quello POLITICO, quello di una operatività politica nella storia, nell’agone storico concreto. Non si tratta cioè qui né del livello politico già presente nel cerchio iniziatico, né di quello presente a livello di riflessione culturale. Qui si tratta di verificare se e come il processo iniziatico che si fa nuova cultura possa penetrare nella storia del popolo, nella trasformazione delle leggi, nella rielaborazione della democrazia in Italia e in Europa, possa ispirare consiglieri comunali, deputati, o sindaci. Anche qui mi pare che alcune cose siano evidenti. Un praticante DP lavora per una trasformazione profondissima del livello politico, una trasformazione che sorge proprio dalla crisi terminale di tutte le formazioni politiche del 900, ed annuncia che la democrazia potrà rinnovarsi solo rifondandosi ad un altro livello della soggettività umana. Quindi da qui, da questo centro, cerchiamo chiunque sia interessato a dialogare, convinti che la trasformazione sia trasversale e cioè convochi tutti a radicalissime revisioni, ma forse è lecito presumere che la linea di pensiero (e di azione) di Monti o di Berlusconi o di Renzi o di Alfano sia un po’ più lontana da queste esigenze di quella espressa, che so, da Landini, dalla Meloni, o da Grillo (ecco perché lo spazio a Montecitorio non ce lo hanno offerto Lupi o Gentiloni, ma Dalila Nesci, e questo non è un particolare su cui sorvolare, ma un fatto decisivo, un fatto storico) …. ma, ripeto, io sono pronto a cambiare idea, se eventi concreti e fortunati mi inducessero a farlo ….. e aspetto dunque di partecipare presto ad eventi rivoluzionari o a cattedre politiche, organizzate dalle voci più critiche, in cui i temi di DP, la nostra insofferenza messianica e sovversiva (e quindi non argomenti generici o neutri), possano felicemente interloquire con Del Rio o con la Gelmini, con Grasso o con Salvini, e lo dico senza alcuna ironia, lo aspetto davvero.
    Ogni cerchio poi possiede e sviluppa strumenti specifici: gli strumenti del livello iniziatico li conosciamo bene, e sono molto elaborati e precisi; gli strumenti del cerchio culturale li stiamo arricchendo sempre di più: dal sito al canale Youtube, dalle pietre angolari alla pagina Fb, dalla collana alle mie conferenze o corsi universitari, dagli incontri di Trevi fino ai nuovi eventi che i gruppi di creatività culturale stanno ideando e che spero diventeranno un volano fondamentale dell’irradiazione del movimento.
    Gli strumenti del cerchio politico per noi DP sono ancora ipotesi e idee, o fenomeni appena avviati, io sogno grandi eventi comunicativi in cui si possano tradurre le nostre intuizioni iniziatico-culturali, favorendo nuove aggregazioni sociali capaci di contrastare il regime totalitario che sta divorando il mondo. Sogno un’azione politica rivoluzionaria che si muova dal quartiere al pianeta con la stessa logica, con lo stesso spirito di gioioso rinnovamento. E mi adopero affinché questi sogni possano tradursi, anche in minima parte, in opere e realtà, perché l’anima occidentale è tanto spirituale quanto politica, e soffre terribilmente quando la sua aspirazione spirituale non si può tradurre in azione storica rivoluzionaria. Anche qui noi cerchiamo ogni tipo di collaborazione costruttiva, e cioè coerente con i livelli iniziatico e culturale, sperando che si aprano, specialmente per le nuove generazioni, entusiasmanti avventure, processi in cui incarnare di più (e la politica autentica è fatica di incarnazione) la spinta messianica che ci infiamma.”
    I Seminari a Montecitorio appartengono a questo terzo cerchio, non determinano alcuna adesione “partitica”, anche perché il M5S si definisce da sempre un Non-Partito, una realtà “biodegradabile”, finalizzata solo a rivoluzionare la democrazia in stato terminale. Io porto lì dove me lo chiedono le stesse idee che propongo da circa 40 anni, e che costituiscono l’elemento culturale del Movimento Dp.
    Se lo Spirito ci porta di qua, andiamo di qua, se ci spinge di là, andiamo di là, allegramente e in folle …. ognuno segua il vento che ama, il profumo che lo attira…

    Tanti affettuosi auguri e saluti
    Marco

  123. Palma Lo Jucco dice

    hahaha lieto fine perfetto!

  124. Stavo ascoltando Marco Guzzi su un video del 2014. La bellezza intesa come poesia che salverà il mondo. All’interno del Gruppo Darsi Pace, si sono creati altri piccoli gruppi…quello della poesia, dell’arte, della scienza, della medicina, spirituale…tutti seguiti da Marco G. è tutti accolti con gioia da noi perché Marco G. sa guardare oltre…il ns faro nei momenti bui. Ora però con la politica…apriti cielo…improvvisamente…diventa…quasi un’estraneo? Ma non era lui che ha riportato alla fede …tanti non credenti o credenti in crisi? Non era lui che con le sue parole è ed è stato Balsamo sulle ns ferite? Non era lui che sognava una nuova umanità perché la ns civiltà sta in crisi? Ecco ricordandoci questo cosa c’è che non va nella politica nuova dei 5 stelle? Svecchiamo un po’ la politica vecchia e mandiamo un po’ di giovani a portare una ventata di freschezza in Parlamento e poi siamo sinceri chi è che oggi sta nei guai maggiori oggi? Non certo quelli che hanno superato abbondantemente i 50…ma loro..i ns figli costretti ad emigrare se va bene in Europa, lo stipendio di cittadinanza..si un aiuto proprio a loro che da precari…non riescono a progettare un futuro. E se poi sbagliano i 5 stelle? Ah perché gli altri…tutto giusto hanno fatto? Allora siamo sinceri di cosa abbiamo paura? Tutti i governi hanno fatto tante cose sbagliate. E mi rivolgo a te caro Marco Castellani quanto è facile per un giovane bravo entrare alla Sapienza ad insegnare? Cmq la pensiate voi …siamo tutti liberi..ma io con tutte le mie perplessità per i 5 stelle..sto con Marco Guzzi! Un abbraccio Luciana

  125. Ciao Luciana, visto che mi chiami in causa sbuco un attimo dal silenzio, come detto.

    Non si tratta di stare “pro” o “contro” qualcuno: è una modalità dualistica separativa, felicemente superata da Marco stesso tra l’altro! Anche, direi poco interessante. Grazie al cielo, è molto più di questo. L’ultima parola del racconto, vi prego. Non è a caso.

    un abbraccio

  126. Ricevuto Capo !!
    Adesso torno al lavoro nei primi due cerchi, nel primo specialmente, dove ho degli arretrati ! Nel terzo lascio fare a te e tiferò , ovviamente per la politica di Darsi Pace che spero raggiunga anche qualche mio amico del povero PD, per convertirsi al pensiero politico DP . E se il lavoro ci farà discutere di nuovo, sapremo di poter sempre contare sul discernimento personale e fraterno, che si esercita e rafforza anche con le nostre scaramucce, per estrarre la luce dello spirito messianico, dalle ombre dei nostri piccoli ego.
    Ciao Palma, grazie della tua utile riflessione e della tua comprensione. Pensavo peggio : sei più buona di quello che io ho pensato di me, per le mie intemperanze.
    Cari saluti a Marco Guzzi e a tutti buon lavoro , a presidio , del cerchio in cui vi trovate.
    Ivano

  127. MARIA PAOLA MANINI dice

    Cari amici,
    ho letto le vostre opinioni sulla partecipazione di Marco Guzzi ai seminari di Parole Guerriere promossi dai 5 stelle.
    Ho partecipato anch’io a questi seminari e vi posso dire con molto interesse e con grande soddisfazione nel vedere che Darsi Pace è arrivato addirittura a Montecitorio!
    E’ importante che ci sia un’apertura e che DP non sia un fenomeno di nicchia, sconosciuto a chi non è iscritto. Nei seminari oltretutto vengono trattati temi attuali senza fare propaganda politica e Marco porta il suo contributo efficace, come sempre, a chi, per lo meno per ora, gli ha aperto una porta. La platea dei seminari è formata da persone non necessariamente appartenenti al movimento proprio perchè aperti a tutti ed io vi invito a partecipare ai prossimi seminari, basta iscriversi e, dal momento che al termine c’è uno spazio per i partecipanti all’evento, potete formulare le vostre domande ed avere dei chiarimenti.
    Un caro saluto. Paola

  128. Viviamo davvero un tempo apocalittico, rivelativo, e tutto è GRAZIA così com’è. Il finale prospettato (per scherzo???!!!) da Guzzi al racconto di Castellani rivela ai miei occhi aspetti di relazioni tipiche di un regime di triste memoria…….. anche le ovazioni acritiche verso il Capo mi ricordano una piazza romana………. Non è questo Darsi Pace in cui ho creduto, e continuo a credere ancora. Da questo prendo le distanze con l’amarezza di veder sfumare l’Evento di Darsi Pace organizzato con gioia ed entusiasmo a Palermo, nell’anno in cui è Capitale Italiana della Cultura! Ma tutto è grazia così com’è! Buona domenica a tutti nella gioia della libertà che Cristo ha conquistato per noi. Giovanna

  129. Paola Balestreri dice

    Carissima Giovanna,
    mi dispiace che tu legga in questo modo il finale (certamente scherzoso) prospettato da Marco: l’ultimo biennio dei Gruppi Darsi Pace (Imparare ad amare) ci fa capire che il lavoro per discernere le distorsioni dei principi femminili e maschili (in ciascuno di noi) è complesso e spesso il cammino interiore ci spiazza nelle nostre abituali convinzioni (dimostrandoci per esempio che dovremmo essere più accoglienti lì dove ci isoliamo istericamente, e più salutarmente ‘aggressivi’ e maschili lì dove un femminile ‘depresso’ ci separa dalla vita).
    Paragonare poi l’affetto, la solidarietà e la fedeltà espresse da tanti di noi a Marco G. alle ovazioni critiche verso il Capo mi sembra, questo si, molto offensivo e ingiusto.
    Si può essere in minoranza all’interno di un gruppo e di una comunità senza bisogno di offendersi, di punire e auto punirsi e senza smettere di giocare. E accettando che l’autorità sia legata alla maggiore capacità di ‘dare vita’. Innanzitutto dando autorità alle parti di noi stessi che ci danno vita.
    Spero che potremo superare queste incomprensioni, guardando avanti insieme e lavorando sulle cose positive che ci uniscono!
    Un abbraccio.
    Paola

  130. Esatto! Sono d’accordo con Paola B. se una persona ne sa più di me…io la ascolto ma non per questo se fa delle cose assurde io la seguo. Cara Giovanna iomi sono anche candidata in circoscrizione con il Pd e soprattutto il mio obiettivo era mandare a casa Berlusconi …il PD ha fatto un governo con lui. Se fossi stata acritica li avrei seguiti cmq. pensa che io era la prima volta che citavo e mi candidavo per un partito politico. Al Sindaco Marino ho fatto campagna elettorale attiva…quindi cara Giovanna io sto con Marco G. non significa essere succubi. Tutt’altro significa riconoscere che quella persona ne sa più di me ed io sono cmq libera di scegliere e criticare come si è fatto in questo post di Marco C. un abbraccio a te cara Giovanna che ti conosco e so che sei una bella persona ma secondo me…tu hai troppa paura nel…lasciar andare le cose..sempre però con occhio vigile certo. Buona domenica a tutti! Luciana

  131. Daniela Rondina dice

    Cara Govanna,
    dispiace tanto anche a me questa lettura che dai alle parole di affetto nei confronti di Marco che più di ogni altro essere al mondo mi ha accolta e sostenuta aspettando senza invasione che la mia libera crescita si manifestasse a sufficienza per poi darmi la totale libertà di parola, nessuno al mondo mi aveva mai dato tanta fiducia.
    Non per questo mi sento privata di critica e se dovessi avere motivo di una correzione fraterna verso Marco lo farei, ma magari in privato.
    Siamo tutti ben consapevoli che Cristo è l’unico maestro che riconosciamo, ma certo ci sono persone che sono flauti risonanti della parola divina più di altri e Marco mi fa vibrare di una armonia che io sento anche in me e non riesco a non dirlo tanto ne sono felice!
    Ti invio il mio affettuoso saluto fraterno e spero che tu ti rassereni.
    Daniela

  132. Palma Lo Jucco dice

    cara Giovanna,
    io invece ho riso spontaneamente di gusto di quel finale prospettato per scherzo da Marco G. perché ne avevo colto nel racconto di Marco C. tutte le premesse! L’ho considerato una battuta, un momento di alleggerimento e spero che Marco C. non se la sia presa … Un finale diverso, nel suo stile, lo apprezzerei davvero ugualmente!
    A te e a tutti buona domenica.
    Palma

  133. Cara Giovanna,
    ho ancora dentro di me il ricordo di un’amica che in tempi giovanili mi aveva definita “Capetto”.
    Il lavoro interiore mi aiuta ora a sorridere a questa definizione di me che in passato mi faceva soffrire.
    Non considero Marco un Capo e nemmeno mi considero acritica riconoscendo quanto di buono c’è nella sua testimonianza.
    Riuscire a dialogare senza infingimenti riconoscendo che ciò che buttiamo sugli altri è anche nostro è grazia; spero che la fatica e il dolore di questo momento ci aiutino a conoscerci meglio continuando a volerci bene.
    Ti abbraccio, Giuliana

  134. silvia rambaldi dice

    Carissimi, arrivo in ritardo, ma il mio cellulare è bloccato e leggo solo quando sono in casa.

    Brevemente, vorrei dire che il mio rapporto con Cristo va sempre più consolidandosi. Tanto che in questi giorni pensavo così: io – grazie a Darsi Pace – sono uscita da una vita infelice a cui non riuscivo a dare significato. Ho imparato a dare un senso alla vita e questo lo devo a Marco Guzzi, al quale sarò eternamente grata. Lui però mi/ci spinge verso Cristo, è stato Marco a condurmi a Cristo, ergo, sono grata a Marco e lo ascolto con molta attenzione. Finora quello che ha detto e fatto (lo conosco dal 2011) mi ha convinta pienamente e aiutata e quindi – Giovanna, te lo dico dal cuore – lo sostengo con fiducia e non mi sento succube o acritica. Sento di dover dichiarare apertamente queste cose, proprio perché ho imparato a sentirmi libera di esprimere le mie opinioni.
    Silvia

  135. Filippo Tocci dice

    Anche io ho assistito ai seminari, fisicamente a Milano e per via telematica a tutti gli altri incontri, con gusto e interesse, nonostante un sano scetticismo che cerco di mantenere, ma dosandolo a seconda che prevalga in me una tendenza all’adesione aprioristica ai contributi proposti o una rassegnazione apatica che me li farebbe avvertire come distanti.

    La mia impressione è che, quando si tocca l’ambito politico, domini ancora un attaccamento ad identità fisse, e questo è comprensibile, anche se produce nel breve ostacoli ad un dialogo fruttuoso, e nel lungo termine l’incapacità di poter pensare una politica comune. Infatti quando si introduce l’argomento politico, l’inquadramento è spesso ancora immediato: “ah, tu sei del M5S/della Lega/del PD/di Forza Italia ecc. e quindi io, per difendere la mia identità, non posso che pormi in assoluta contrapposizione con tutto ciò che tu sostieni”. Domina la logica del dover “prendere posizione”, a cui non può che seguire una posizione contraria.

    Per sfuggire da questa dinamica logora, avvertita come inevitabile e peculiare della politica, molti evadono con cinica rassegnazione dalla contesa. Per cui sarebbe segno di superiorità intellettuale il farsi da parte, evitando il confronto, e questo purtroppo è l’atteggiamento che molti miei giovani coetanei hanno assunto. Va di moda sollevarsi dall’agone politico e magari trattare con il sorrisino chi, faticosamente, tenta di ridare un senso all’attività politica. Per cui spopolava qualche settimana fa, ad esempio, il video in cui il comico americano John Oliver prendeva in giro la nostra politica in occasione delle elezioni (https://www.youtube.com/watch?v=LdhQzXHYLZ4); un contributo certo divertente che però alla fine riconfermava nei giovani un senso di impotenza, pur ammantato da risate e battutine.

    Come se ne esce? Io credo che possiamo pensare una nuova politica innanzitutto mantenendoci fedeli all’energia del cambiamento, al suo fluire. Per cui non esisterà mai un gruppo politico “approvato” e altri “disapprovati”; può esistere semplicemente un’adesione maggiore o minore al vento di un cambiamento che soffia in ogni caso, ma che ha bisogno di prassi politiche per incarnarsi nella storia. Nell’incontro di Milano lo stesso Roberto Fico ricordava che il M5S può benissimo essere transitorio e avere una funzione limitata, altri movimenti potrebbero prendere il suo posto nel momento in cui si riveleranno più idonei a guidare il cambiamento. Se il M5S riuscirà a guidare questo percorso, che deve essere di crescita umana, ben venga per loro, altrimenti sarà inevitabilmente soppiantato da altri movimenti o gruppi.
    In sintesi, il centro deve rimanere il fuoco del cambiamento, se lo alimentiamo e continuiamo a lasciarci guidare da lui, credo che non corriamo il rischio di contaminazioni negative, di adesioni “partitiche” vecchie, superate, improduttive, ma sfuggiamo anche all’illusione di poter cambiare la realtà senza confrontarci con i gruppi politici attualmente esistenti e operanti.
    Il centro è la fedeltà all’umano, un umano sofferente, a livello individuale e collettivo. Un umano che oggi è calpestato e privato della sua dignità, ma che mai come oggi preme per essere riconosciuto e liberarsi dalle catene. Con questa consapevolezza andiamo in qualsiasi luogo dove sia possibile dargli voce, sperando che sia ascoltato.

    Filippo

  136. Il tema del sesso e’ancora un problema da affrontare ancora o il problema centrale che anticipa tutte le paure ?

  137. Un augurio, perché la pratica di conoscenza, di amore e di amicizia tra noi, non ci scoraggi mai, nel necessario confronto con le nostre differenze, tentate sempre dai nostri giudizi e dalle ombre della comunicazione telemaica, invio qui un commento di CHIARA LUBICH , fondatrice del Movimento dei Focolari, alla apertura della II Assemblea Ecumenica di Graz nel giugno 1997 sulla Chiesa del Futuro.
    “ Occorrerebbe che la cristianità fosse percorsa da una fiumana di amore, amore reciproco fra i cristiani e fra tutte le chiese. Quell’Amore che porta a mettere tutto in comune , diventando ognuna dono alle altre cosi che si possa prevedere nella chiesa del futuro che una – e una sola sarà la verità – ma espressa in varie maniere , osservata da varie angolazioni, abbellita da nuove interpretazioni .
    Buona domenica
    Ivano

  138. GianCarlo Salvoldi dice

    Marco Guzzi è una guida spirituale, niente di più diverso da un capo.
    Non è mio capo come non lo è di nessuno di noi, tranne chi lo voglia tale.
    Ha sempre detto, e praticato, di essere canale di un Altro che neanche Lui è capo, grazie a Dio.
    Mi ha iniziato a una fede più viva, che si è incarnata attraverso i miei abissi, guidandomi alla salvezza di Gesù.
    Quando una volta non ho potuto trattenermi dal chiamarlo maestro, è stata l’unica volta che l’ho contrariato.
    Guzzi non è nemmeno un capo di partito, e quindi nel caso di cui dibattiamo, non c’è né capo né partito.
    Ha deciso di non lavarsene pilatescamente le mani, ma di incarnare il suo discorso anche nella politica.
    Come nella parabola, Marco getta a tutti seme abbondante, e se trova terreno più fertile lo tiene innaffiato.
    Chiunque in “Darsipace” può esprimere il suo pensiero e interloquire nei post con la sua impronta anche politica.
    Se Marco tiene seminari alla Camera dei Deputati, nel tempio della democrazia, perchè dovremmo nasconderlo noi?
    Ben venga invece un intervento anche a Palermo, capitale annuale della cultura: potremmo avere riflessioni ricche con palermitani importanti come Grasso, Orlando, e, se si trovasse il modo, magari lo stesso Sergio Mattarella.
    Guzzi non si impone a nessuno, non si sottrae a nessuno: e tutti possono seguirlo o lasciarlo.
    Non vedo dove sia il problema, e se ci fosse credo riguardi le maschere personali e quelle, persistenti, politiche.
    Passioni politiche esasperate e disperate possono essere maschere della ordinaria disperazione personale: la buona notizia è che possiamo alleviarle entrambe.
    Buon lavoro personale e politico, GianCarlo

  139. Non mi è mai successo fino a questo post di sentire in me una tempesta emotiva che mi ha procurato davvero tanto movimento e tanta sofferenza. La selva oscura l’ho sentita da attraversare tutta in me!
    Sono stata al lavoro con me stessa in questi giorni per ascoltare ogni emozioni che mi ha provocata e sollecitata a tornare nella postura interiore per trovare la luce dentro l’ombra della mia rabbia che ho sentito fortemente. Tornare alla mia postura interiore per risentire una parola di speranza dentro la disperazione della mia paura della frantumazione. Ho sofferto nella mente e ho sentito nel corpo il dis piacere di come alcune parole fanno male quando creano divisione sotto il falso potere del dire ciò che si pensa.
    Ho atteso prima di intervenire per placare almeno un po’ le acque dei miei moti emotivi che ancora una volta mi hanno riportato a vecchie esperienze di paura e terrore delle discussioni a cui dovevo assistere impotente da bambina e che ancora le sento vive nella loro distruttività.
    Ascoltandomi ho avvertito che dopo il fuoco della rabbia il dolore più lancinante è stato sentire l’ingratitudine verso Marco Guzzi, una persona a cui debbo tantissimo per la mia vita! Nella sua proposta di lavoro interiore ho trovato la via maestra che porta alla vita. Mi ha accolta sempre per ciò che sono, senza giudizio, mi ha dedicato tutto l’ascolto, una cura attenta, sempre precisa, necessaria per comprendere e trovare in me il senso della mia sofferenza, ha dedicato il suo tempo prezioso a me nella stessa misura in cui dedica la sua vita per creare una nuova cultura politica. Marco è fedelmente se stesso sempre con tutti e in ogni luogo è presente con cuore, passione e tanto coraggio.
    Quanto gli costerà in termini di energie spirituali esprimere coerentemente il suo pensiero a 360 gradi ovunque e senza sottrarsi mai ? Quanto bisogno ha del nostro sostegno, della nostra preghiera per essere sostenuto spiritualmente nel condurre questo arduo compito della trasformazione del mondo?
    Con gratitudine sento di dedicare almeno un po’ delle mie energie spirituali per tornare alla preghiera per sostenere e proteggere Marco e Paola in questa avventura che ci coinvolge tutti.
    Si un potere riconosco a Marco Guzzi è quello dell’avermi insegnato dove ricercare il luogo della mia vera libertà, non mi ha mai resa dipendente dal suo pensiero o dal suo aiuto, mi ha dato strumenti per camminare in autonomia verso il luogo della piena realizzazione umana. Lavoro da compiere in me eternamente e sempre daccapo.

    Grazie a Marco Castellani che ha offerto e credo sofferto questo post con noi.
    vanna

  140. Cara Vanna,

    Ti ringrazio di cuore di aver condiviso con noi la tua sofferenza, perche e’ stata anche la mia.

    Ringrazio anche Paola B., Daniela, Luciana, e Giuliana per aver spiegato in maniera molto chiara che la fiducia verso Marco Guzzi non significa di certo adesione fideistica. Non credo di dover aggiungere altro se non che tutto, ma proprio tutto nella vita presuppone fiducia, che questa sia conscia o inconscia. Quindi anche la scelta di non fidarsi di Marco Guzzi’ e’, in realta,’ una scelta di fiducia verso le proprie convizioni. Per cui non si scappa dalla scelta di fiducia. Si puo’ solo lavorare sul diventare liberi di scegliere di chi e di cosa fidarsi.

    Infine vorrei precisare che ci sono luoghi, tempi e modi per le critiche. Puo’ sembrare un dettaglio, eppure tutto sta nel dettaglio. Lo dimostra proprio l’esito piuttosto amaro di questo post. Non credo fosse questo l’intento originale del gruppo che lo ha voluto organizzare. Ma la situazione e’, in qualche modo, scivolata di mano. Questo ci dovrebbe far riflettere sulla responsbilita’ nell’uso della tecnica…

    Un caro saluto a tutti.

  141. Grazie Marco per il tuo post!
    Un racconto che ha aperto ad un ampia condivisione e che secondo me ha fatto emergere anche tanti desideri e paure, più o meno nascosti, del nostro cuore.
    Ho letto i commenti (tutti, anche i tuoi sempre graditissimi e oppotuni…) con molto interesse e ascolto. E mi sono ritrovata a pensare alla pazienza divina e all’impazienza umana. Noi (noi specie umana) mi sembra, tendiamo spesso a voler controllare tutte le situazioni: avere sicurezze, distinguere il “nero dal bianco” (tra l’altro pensando che esistano solo quelle tonalità) e a volerlo fare subito, in maniera chiara e netta. Chissà perché! Forse per non correre rischi, per non sbagliare, per non ritrovarci soli e senza appartenenza; per timore, forse, di annegare in un mare di sofferenza e fallimento…
    Penso che a volte (non sto facendo un discorso politico in senso stretto bensì umano) per discernere il bene e il meglio occorre anche buttarsi lì dove non tutto è chiaro ma magari contiene vitalità in potenza: sentiamo, avvertiamo che certe parole ci fanno respirare, ci affascinano? Secondo me, in tal caso, è bene abbandonarci ad esse perché chiedono di realizzarsi in noi . E’ entrare nella dinamica non del controllo ma dell’abbandono, nello spazio della fiducia.
    Poi, gli eventi, un passo dopo l’altro, rivelano la bontà, illuminano la direzione sempre un pochino di più, possono aprire anche ad altre scelte… Dai frutti si riconosce e si riconoscerà ogni uomo, gruppo, partito…
    Anche il movimento DP, essendo movimento vitale, non statico, è in evoluzione, in trasformazione; e questo suo cammino, penso si delinei, come qualunque altra realtà che mira a ricercare e realizzare il vero-sempre, nell’ascolto attento degli eventi e delle numerose variabili che lo costellano e che non possono essere magari subito decodificate compiutamente.
    Ascolto, pazienza, fiducia, umiltà ingredienti imprescindibili a livello personale e comunitario per tenere desta in tutti la “diligenza del buon padre di famiglia” nelle scelte ( a volte anche piccolissime come quella della “santità della porta accanto”- come ci ricorda papa Francesco) che però ridondano a beneficio di tutti.
    Sinceramente, non mi è mai interessato conoscere le preferenze politiche di Marco Guzzi (neanche in quanto fondatore di DP) poiché gode della stessa liberà di voto di ogni cittadino e perché ho sempre visto che i valori di cui lui parla sono gli stessi per i quali sento anch’io passione, voglia di cambiamento e di concretezza. Quando mi sono iscritta alle varie annualità dei corsi DP, nei moduli, non mi è mai stata richiesta la “tessera del partito” sono stata accolta così come ero e di contro, non ho mai avvertito nessuna pressione da parte di Marco Guzzi affinché militassi a favore o contro un determinato partito. Mi sento liberissima. Spesso è stato ricordato che nei gruppi di DP le porte sono aperte in entrata e in uscita. Ma sinceramente non ho mai avvertito che vi fossero, né che vi fossero le pareti: si tratta di uno spazio esperienziale non contenibile; e dilagante nella misura in cui la trasformazione opera. Così come non esistono i Darsipacisti (sorrido: comprendo l’uso che se ne fa) sarebbe, per me, l’ennesima etichetta.
    Gli eventi di Montecitorio per quel che ho avuto modo di seguire (incluso l’ultimo) sono sobri, ben organizzati e con contenuti ottimi, accessibili a chi desidera prendervi parte e aperti al confronto. Certo sarebbe bello, e sarebbe un altro bel segno rivoluzionario, se qualche mente libera, aperta e preparata di altro partito -movimento, cammino…- fosse ospite in quei luoghi “per fare esperienza dell’atmosfera sospesa di quest’ora, in cui ogni attimo è un abisso, ci si potrebbe cadere dentro e uscirne più ricchi e disposti al sacrificio. Insieme”.
    un caro abbraccio,
    Agata

  142. Michele Grieco dice

    Ciao Agata, che belle parole e visioni delle cose che hai! Condivido tutto quello che hai detto, e ti ringrazio per le note piacevoli che hai fatto risuonare in me, e per le sagge posizioni del sapiente equilibrio che scruti negli eventi.
    Come queste tue parole: “… in tal caso, è bene abbandonarci ad esse perché chiedono di realizzarsi in noi . E’ entrare nella dinamica non del controllo ma dell’abbandono, nello spazio della fiducia.”
    O queste: …”le porte sono aperte in entrata e in uscita. Ma sinceramente non ho mai avvertito che vi fossero, né che vi fossero le pareti: si tratta di uno spazio esperienziale non contenibile; e dilagante nella misura in cui la trasformazione opera.”.
    ???? Michele

  143. Salve. Ho letto un po’ saltando qui e là, quasi tutti i pensieri e commenti. Avrei preferito esprimere anche il mio parere solo dopo aver letto il tutto, ma…. Sono tanti, non potrei mai riuscirvi. Nell’indecisione, quindi, se farlo comunque o astenermi, in breve decido di esprimere comunque anche il mio, sperando di non ripetere quanto qualcuno possa già aver detto, o suscitare in qualcuno un’eccessiva ilarità.
    Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui, per affrontare un dovere di scelta ( compreso quella di aderire o meno ad un pensiero politico), ho comunque il bisogno fondamentale di un riferimento certo, cui confrontarmi. Non mi bastano le buone intenzioni o belle parole solo umane.
    Sono Cattolico e cerco di formare me stesso alla Luce di tale Insegnamento, sapendo che Essa, la Chiesa voluta ed istituita dal Cristo, comunque, viene da Lui guidata, nonostante possano pensare e fare diversamente anche gli uomini che la compongono. Credo, per giunta, che il primo grande e vero Politico della storia sia stato proprio il Suo Fondatore….(non avendo limitato il proprio agire al servizio della propria poltrona).
    Quindi, anche per quanto riguarda ogni mia scelta, in ogni momento, faccio riferimento a quanto mi viene intimamente suggerito, ma comunque confrontato con quanto è insegnato dal Magistero Ecclesiale, cercando in ogni maniera che non prevalga il mio “se ” o il mio “ma”, le mie preferenze o dubbi del momento o le istintuali inclinazioni.
    A questo riferimento, che, per quanto mi riguarda non può e non può essere altro che il “mio” Presente, sottopongo le varie possibilità di scelta, affidandomi, poi, nella speranza di non errare.
    In breve: aderisco nell’agire secondo quanto mi viene insegnato “dentro” da “fuori””. Non potrei altrimenti.
    Per tali motivi, non posso ritenere plausibile una frase del tipo: “Io penso che sia molto pericoloso quando un percorso spirituale intende proiettarsi univocamente in una definita formulazione politica”. Credo esattamente il contrario. Non potrei aderire ad un pensiero politico difforme dal mio sentire nello spirito.
    In passato, non ho mai approfondito più di tanto l’argomento politico, anche quello del Nostro Paese, ritenendolo sempre assai lontano dal mio ideale … Mi limitavo a segnare la mia “x” sulla scheda elettorale, avendo ben presente il concetto del “male minore”.
    Recentemente ho aderito ad un piccolissimo movimento politico, per il semplice motivo che è l’unico che cerca di difendere e proclamare, in tutto il preoccupante orizzonte nostrano attuale, le Verità di Fede in cui anche io credo. Non so quale sia il futuro di tale Formazione, se continuerà a conservare o meno anche tale assetto. So soltanto che al momento non potrei scegliere diversamente.
    Ciao a tutti,
    Giovanni

  144. Paola Balestreri dice

    Caro Giovanni,
    purtroppo nei duemila anni di storia cristiana la Chiesa istituzionale è stata troppo spesso schierata con gli oppressori piuttosto che con gli oppressi.
    Non parliamo dei santi, dei testimoni della fede e delle schiere numerose di fedeli che hanno seguito il Cristo.
    Parliamo delle ‘strutture di peccato’, oggi denunciate anche dai Papi, che non hanno favorito la liberazione annunciata da Gesù.
    La coscienza individuale può portarci fuori strada, ma è anche il luogo, da lavorare continuamente, in cui poterci avvicinare ad una verità che non è astrazione, ma incarnazione.
    In questo senso, come implorava Rimbaud, dobbiamo essere “assolutamente moderni” e “mantenere il passo conquistato”.
    Del resto, già in pieno Medioevo grandi santi correggevano i Papi e il sommo poeta non si preoccupava di sbatterne alcuni (anche viventi) all’inferno.
    Per quanto riguarda il voto, l’unità dei cattolici in politica non penso sia da rimpiangere.
    Un abbraccio.
    Paola

  145. Silenzio……silenzio per ascoltare la ferita che urla……per ascoltare il senso di parole divenute macigni….che feriscono….separano. Silenzio per comprendere il perché di un comportamento inusuale per me che anelo sempre a restare invisibile. Da dove tanto ardire?
    Chiedo scusa a quanti sono stati offesi da parole sgorgate improvvise. In primis Marco Guzzi la cui battuta scherzosa ha scatenato la mia ira.
    Mi chiedo: perché una reazione così fuori misura? La mia ferita ha urlato alla percezione di un sottile messaggio di assoggettamento ottenuto con forza, ricordando le tante, troppo donne vittime di violenza, uccise ogni giorno (anche un’amica tra queste!).
    Ringrazio di cuore chi, dopo lo sgomento causato dalla mia reazione violenta non ha ritirato la sua amicizia, ma da buon samaritano ha offerto ascolto paziente alle ragioni urlate dall’ombra, aiutandomi a riprendere con fiducia il cammino insieme.
    Tanto ho da apprendere ancora, soprattutto l’abbandono fiducioso, l’umiltà nella sequela, la reale accoglienza dell’altro; ed ho bisogno di compagni di viaggio che mi accompagnino e sostengano lungo il cammino.
    Ringrazio di cuore quanti nei commenti si sono rivolti in vario modo a me, anche ogni persona comunque intervenuta. Ciascuna ha donato parte di sé, parte che integro e diventa così anche parte di me, per divenire tutti un unico corpo in una ricchezza di colori e sfumature diverse.
    Vi abbraccio con affetto. Giovanna

  146. Daniela Rondina dice

    Grazie di cuore Giovanna per questa tua condivisione! Molto semplicemente ne sono contenta.
    Un abbraccio
    Daniela

  147. Grazie, Giovanna. Grazie di cuore.
    Se questa non è Risurrezione, non ce n’è altra.
    Se tutto lo sforzo ormai quasi ventennale di tutto il percorso Darsi Pace fosse servito solo a questo, esso non sarebbe nato invano. Né vana sarebbe tutta la fatica di Marco (Guzzi). Che una persona, profondamente ferita, aiutata inoltre da chi, magari, ha lei stessa a sua volta involontariamente ferito, riesca a riprendere il cammino, e a farlo in questo modo, vale più di tutto il mondo intero perché tutto l’universo, nella sua Bellezza, si racchiude qui, nel tuo gesto e in quello di chi ti ha teso la mano. Nell’amicizia vera, che va oltre ogni ferita, senza paura di calarcisi dentro per riuscirne insieme. Più uniti e più amici di prima.
    Se Darsi Pace è qui, se Darsi Pace è questo, Darsi Pace è Risurrezione. Quella autentica, che trasforma il mondo. Perché trasforma noi.
    Un abbraccio non solo a te ma anche a chi ha saputo starti vicino,
    con affetto. E commozione,
    angela

  148. Cara Paola, mi dispiace, ma se tu affermi “La coscienza individuale può portarci fuori strada” stiamo parlando di due aspetti diversi dell’intimo umano. C’è “coscienza” e “Coscienza”, ma solo la “Coscienza” illuminata dalla Luce che viene dall’Alto può guidarci nelle Vie della Luce. L’altra è quella del proprio “io ego centrato”, come lo chiama Marco. Sta a noi il cammino per fare sempre più, giorno per giorno, sempre più distinzione fra le due, proprio per non errare nelle vie di tenebra.
    Per ciò che riguarda la Chiesa, vale altrettanto, è fatta di uomini. Ma so con certezza che, comunque, Essa, nonostante gli individui che La compongono, nonostante gli errori compiuti o futuri (ma anche le tantissime “Luci” nei secoli), non può non guidarci che verso la totalità della Luce. Che lo accogliamo o meno, è stata fondata e continua ad essere guidata da Colui che l’ha fondata e che “E’ “, in eterno, Presente. E’ di Fede. E la Fede, in Sé, non può errare.
    Un abbraccio.

  149. Grazie Giovanna per le tue parole, che sento molto autentiche, e per questo tuo gesto di umilta’, che non tutti sarebbero stati in grado di fare. Apprezzo molto.
    Un caro saluto da Colonia,
    Lea

  150. Grazie di cuore carissime Daniela, Angela e Lea, grazie di cuore della vostra affettuosa accoglienza!
    Tutto è GRAZIA! Occasione di grazia! Anche i punti neri hanno il loro posto nel meraviglioso arazzo della salvezza! Una Mano Sapiente guida il nostro cammino e nelle cadute della notte ci rialza con la potenza del Suo Amore.
    Felix culpa! Alleluia! Grande è la Sua Misericordia!

    Sappiamo che nella ferita c’è il dono, quello che siamo venuti a portare in questo mondo, il carisma, la vocazione. Per questo sempre nel nostro lavoro ritorniamo sulla ferita. L’ascolto empatico della ferita la sana e consente di estrarre dall’ombra la sua luce e dare così luce al mondo.
    Un grande abbraccio con l’augurio di una splendida giornata ricca di luce, gioia e pace.
    In eterno canteremo la Sua Misericordia! Giovanna

  151. Giovanna, solo oggi riesco a leggere tutti i commenti dopo tanto tempo, tempo in cui sono stata presa sia dal lavoro mio sia dal lavoro in DP nei gruppi (conduzione etc. ), occupazione quest’ultima che benedico ogni giorno! Insomma….nel leggere “saltare l’evento di Palermo” non potevo crederci! Una cosa a cui tieni tanto. Con gioia poi ho letto il tuo commento ultimo e ho tirato un sospiro di sollievo.
    Una persona ricca di valori e di tutto come te non deve mollare….hai delle capacità come tutor, di ascolto e di consolazione, che mi hanno sempre colpito e che ti invidio!
    Le perplessità che abbiamo comunemente espresso, a parer mio, non devono mettere in discussione né l’operato di Marco e quanto lui ci ha donato, né l’affetto che nutriamo per lui e Paola (lontano da ovazioni o paure di altro genere), né tanto meno la nostra Missione in Darsi Pace. Io respiro in questa una libertà totale Giovanna e deve essere così anche per te.
    Hai voluto gridare il disagio che sentivi più di altri e va bene, ma ora ritroviamo la serenità per portare avanti ciò in cui crediamo.
    Sosteniamoci nel trasmettere la PAROLA NUOVA dove ci e più congeniale, che sia Montecitorio o la Parrocchia o comunque ogni luogo che necessita di rinascita. E ce ne sono!
    Forza Giovanna un abbraccio affettuoso a te, a Marco e a tutti noi.

    Gabriella

  152. Cara Gabriella, grazie della fiducia, della stima, dell’incoraggiamento.
    Continuo a sentire e ripetere: TUTTO E’ GRAZIA!
    L’evento pasquale si realizza continuamente e la Danza riprende con Nuova Sinfonia.
    L’Opera è in corso, non ne conosciamo i dettagli, ma tutto concorre al suo compimento se ci abbandoniamo docilmente alla Musica che il Grande Artista propone, anche quando non ne comprendiamo le note e ci piega a movimenti inusuali che sentiamo dolorosi.
    Desidero rassicurarti: con Marco e Paola ci siamo scambiati un abbraccio sincero sabato scorso, all’Incontro del 3° anno. L’affetto e la stima non sono mai venuti meno in me, il parlare franco lo ritengo essenziale ad una vera amicizia.
    Anche riguardo all’Evento di Palermo voglio rassicurarti: ci sarà, anche se, probabilmente, con modalità diverse.
    Ora vorrei custodire il silenzio, come ci propone il post di oggi, per meditare, ascoltare la Musica in corso, comprenderne il senso profondo.
    Un abbraccio affettuoso e un grazie di cuore a chi ha partecipato alla Danza. Giovanna

  153. Certo è che l’idea stessa di “fare politica” ci mette una grande agitazione! L’idea di schierarsi, poi… fa venire addirittura l’orticaria. Si vede, si sente, si tocca con mano.
    Sarà perché la politica è “responsabilità della scelta” e qui, che della “responsabilità” abbiamo un certo rispetto, non ci sentiamo, forse, ancora all’altezza. Non ci sentiamo pronti, “abili a dare risposte” ai problemi sociali che ci appaiono così complessi, al di sopra delle nostre capacità di comprensione.
    Ma l’unico modo per diventarlo, più responsabili, è quello di metterci il naso, di persona, con serietà ed impegno. Studiando, ascoltando, dialogando, sperimentando.
    Ben vengano dunque le parole guerriere! E se i semi gettati non germoglieranno nel campo che li ha accolti, ma altrove, portati dal vento e dal flusso della vita che scorre, andrà bene egualmente.
    Sono felice di avervi incontrato
    guido

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