Abdicare nel nome del Regno

Commenti

  1. Caro Luca, grazie di queste parole. Io le ho sentite come una testimonianza di fede profonda.
    Per questo ti invidio. Non è bello provare invidia, lo so, anzi è terribile , però è così. Ti chiedo perdono ma nello stesso tempo ti ringrazio perché le tue parole di speranza mi scaldano l’anima.

  2. Caro Luca, grazie di cuore.

    Uno può essere cristiano da così tanto tempo che rischia di darlo “per scontato”. E vivere stancamente o con mente offuscata perfino i “tempi forti” della fede. Questo tuo scritto ispirato mi aiuta a percorrere questi giorni con un briciolo di consapevolezza (e di speranza) in più. Un briciolo fondamentale.

    Un abbraccio.

  3. Pier Domenico dice

    Caro Luca Ti ringrazio per le parole che sgorgano dallo Spirito divino che alberga in tutti noi e che tu sei riuscito ad ascoltare in virtù della Tua capacità di farti vaso vuoto. Sono le tue parole di forza e di coraggio, di amore per la vita e per Dio, o principio universale del tutto. Ti ringrazio. Le leggerò e le ascolterò facendole risuonare in me, ma soprattutto spero di poterle far calare nelle mie viscere perché si incarnino in me ed in tutta l’umanità. Buona festa di Ognissanti a tutti.

  4. Fabrizio Sebastiani dice

    La figura del Santo, del virtuoso, dell’uomo-modello può essere ravvisata in molte tradizioni religiose. Ma quella cattolica oggi festeggiando la Comunione dei Santi esprime che è anche un evento collettivo: rimarchevole in tempi di individualismo.

  5. Grazie!

  6. Grazie Luca

  7. Pasqualino Casaburi dice

    Sono parole incoraggianti, Luca, capaci davvero di rinnovare in me la speranza e donare vigore all’ impegno nel cammino di ricerca. Tutti noi dovremo farlo, comprendere l’ essenzialità della vita per giungere ad eliminare quanto di superfluo continua ad appesantirne il cammino.
    Liberarci da inutili zavorre ed anche fermarci all’ occorrenza.
    Solo così la nostra visione potrà essere veritiera. Solo nella ri-nuncia potremo davvero ri-annunciare attraverso un nuovo modo di relazionarci, fuori da schemi giudicanti, una nuova umanità per poter ottenere anche noi la candidatura a santi.
    Grazie Luca

  8. Clara Andreani dice

    Grazie♥️

  9. L’ anima respira e si risana, dimenticando il peso della gravità.

  10. ciò che consola particolarmente a me è proprio un senso di riposo.
    Proprio ciò di cui parli con così tanta passione, nella fatica il poter chiudere gli occhi.

  11. Il tema dell’abbandono mi risulta difficile e in contrasto con altri elementi della meditazione. Non tanto concettualmente, lo capisco benissimo, ma nella pratica, in un percorso si spera di crescita. Se la pratica è andare controcorrente vuol dire che è fatica, è un sentiero poco chiaro in cui è facile perdersi, in cui ci vuole della lucidità. Ma come si può parlare allora di abbandono ? Se ci si abbandona non si avanza, ci si ferma. ci si perde.
    Come ci si può abbandonare senza perdersi ?
    Mi ritrovo nell’idea della lotta, nel contrasto, che racchiude in sé queste due dimensioni contrastanti.

  12. Fabio Fedrigo dice

    Grazie caro Luca, le tue parole mi danno molta speranza. Speranza nel presente e nelle tribolazioni che vivo. Grazie di questo scritto così bene e così chiaro. Un caro saluto da Fabio.

  13. Antonio Todisco dice

    Grazie!

  14. Francesco Marabotti dice

    Caro Francesco,
    effettivamente l’abbandono ci fa paura.
    Mollare la presa vuol dire aprirsi all’ignoto.
    E lo associamo ad una sorta di inerzia.

    Nella pratica ci abbandoniamo proprio in questo groviglio
    e in questa paura. E scopriamo che non veniamo annullati,
    ma anzi riceviamo un afflusso nuovo di vita.

    Un saluto,
    Francesco

  15. Luca Cimichella dice

    Cari tutti, vi sono molto grato per le vostre risonanze commosse e illuminanti. Sì, in fondo quando pratichiamo nello Spirito tutta la nostra lotta è in realtà una lotta per il disarmo dell’Ego. Quest’ultimo, essendo una configurazione scissa e dunque provvisoria del nostro Sé, sotto sotto non vede l’ora di dissolversi, solo che ha una paura atavica di farlo.

    I tempi estremi cadono a pennello per imparare a compiere questo salto abissale, che è appunto un salto che ci libera nella Salvezza, introducendoci in un essere-in-Vita che non conosce la morte.

    Un caro saluto a tutti,
    Luca. –

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