Il Corpo umano come mistero di Luce immortale

Commenti

  1. La comprensione del mistero di Maria mi pare un traguardo, che richiede un percorso di comprensione. Come la salita ad un monte, lassù in alto si vede la vetta, quaggiù si parte dalla pianura, dalla noia, dal poco senso. Ecco allora che rileggerò più volte il tuo scritto certo di arrivare ad una comprensione crescente e alla cima, da cui un magnifico panorama scalderà il cuore

  2. Grazie Luca!
    Condivido la triste constatazione di quanto s’ impegni l’ umanità di ogni tempo, inclusa la contemporanea, nella sistematica distruzione di se stessa.
    Cambiano i mezzi ma non il fine.
    Basti pensare, senza scomodare le armi, quante vite ogni giorno vengano abortite, per esempio.
    E quante distrutte dall’ alcool, droghe e disfunzioni varie. Questo pensiero, ha da tempo convalidato in me la certezza che l’ autore della vita non è l’ uomo:
    se così fosse, umanità e pianeta sarebbero estinti da tempo.
    Forse, dopo Caino e Abele!
    Maria: come canta Dante…il suo fattor non disdegnò farsi sua fattura…grazie al suo corpo, offerto per tutti !
    E noi? Come lei, possiamo imparare a dire al Padre: sia fatta la Tua volontà!
    E lasciare trasfigurare i nostri corpi, anime, vite, nella sua Luce senza fine
    Giorno dopo giorno. È possibile!
    Saluti. Brunella

  3. Andrea Granato dice

    Carissimo Luca, ti ringrazio per questa tua riflessione. Stavo pensando a come Jung stesso vide nella proclamazione del dogma dell’Assunzione un vero e proprio cambio di paradigma – addirittura epocale – interno all’Occidente cristiano.
    Provo a raccogliere in un solo sguardo questa grande vicenda bimillenaria, per quanto è possibile. Che cosa vedo?
    La negazione costante di ciò che il dogma dell’Assunzione proclama. Tanto, tanto disprezzo del corpo e della sfera terrestre, materiale e sensuale fino alle rivivescenze dualiste, cataro-manichee etc.
    Ciò che mi piace così tanto di Cristo è il suo volerci salvare TUTTI INTERI, non a pezzi. Ciò che amo della speranza cristiana è la totalità della salvezza che ci assicura. D’altra parte una salvezza dimidiata (mi salvo solo io e il creato è escluso; si salva la mia anima e il mio corpo è escluso) non è un punto una salvezza.

  4. Maria Luisa dice

    Grazie per questa bellissima riflessione che apre ad una lettura molto più concreta di questo dogma spesso dimenticato o sminuito. Far percepire, come tu scrivi, il “sorgere – nella coscienza storica dell’uomo post-bellico e post-metafisico – di una nuova esperienza della propria corporeità” insieme alla proclamazione del dogma mi pare una porta aperta per rileggere la fede cristiana e in particolare la “devozione mariana”. Ha a che fare questa festa con la mia “trasfigurazione in Cristo” nel concreto della mia vita, con la mia divinizzazione perché ne indica il percorso e i mezzi. E mi piace molto contemplare tutto ciò nella storia, nella grande storia che attende salvezza: credo, realizzo una briciolina di “io in Cristo” e divengo “Magnificat”. Grazie!

  5. Grazie caro Luca, per questo scritto molto denso. Sento molto il bisogno di rientrare nelle verità della fede tramite un lavoro di elaborazione anche culturale quale quella che tu qui magistralmente ci offri. Devo dire la verità, a volte mi piacerebbe affidarmi e credere “semplicemente” però sento un grande bisogno di queste elaborazioni di un pensiero nuovo. Ed in fondo è molto bello che tutte le mie facoltà siano impegnate per questo lavoro che della vita. Per cui ti ringrazio davvero di cuore!

  6. Luca Cimichella dice

    Cari, sono molto lieto e gratificato da queste vostre risonanze, vi ringrazio. Sì, penso che il lavoro di esplorazione del mistero della Salvezza in Cristo attraverso Maria in qualche modo sia appena cominciato. Di qui il riferimento alla storia anche del Cristianesimo come interamente storia di guerra, cioè di distruzione dei corpi. Come insegna Marco ne “La Svolta”, ogni grande transito epocale è un nuovo transito nel grembo generativo della Madre Terra. In questo caso si tratta del grembo di Maria, purificato per la prima volta dalla ferita del peccato.

    Come Marco spesso ha affermato, Darsi Pace è in effetti un immenso laboratorio mariano, proprio in quanto è una “sala parto” della nuova umanità.

    Festeggiamo insieme questo Evento continuo.
    Un caro saluto a tutti in questo spirito,
    Luca. –

  7. Marco M. Munari dice

    Grazie per queste riflessioni! Però io vorrei che si chiarisse un dubbio sulla figura del portatore di Luce, la Stella del Mattino Venere che preannuncia il Sole! Nei primi secoli, tre per essere precisi, i cristiani gnostici erano soliti fare il nome Lucifero ai bambini; inoltre c’è anche San Lucifero, vescovo di Cagliari, martire. Gnosi significa conoscenza della Sophia! Ecco, io mi domando dove ci siamo persi!
    Un caro saluto.
    Marco

  8. Caro Luca, grazie davvero per la densità e la puntualità della tua riflessione e per le risonanze emerse e che continueranno ad emergere.
    Si la Storia del cammino dell’umanità è profondamente bellica ed ognuno di noi man mano che ne acquista consapevolezza può dire con San Paolo:” vedo il bene che voglio e faccio il male che non voglio. Chi mi libererà?..”
    Concordo con te e con Marco Guzzi che Darsi Pace è un continuo laboratorio mariano, una sala parto per la gestazione della nuova umanità che impara da Maria ad accettare nella quotidianità e nella pazienza che dall’oscurità viene fuori la luce e dalla morte la Risurrezione.
    La nascita dell’empatia come emozione prevalente che abita e muove dentro il corpo dell’uomo e della donna è un emozione carnalmente ancora molto giovane, poco radicata.
    A livello di poeti cristiani Dante ha capito molto bene Maria ” Nel ventre tuo si riaccese l’Amore” .
    La canta come Madre che sa che la vita ha le sue radici nella carne, nel ventre della donna che ha la pazienza della terra di accettare i tempi del seme che muore e rinasce.
    Anche il poeta e frate Servo di Maria, D.M. Turoldo, canta Maria come la nuova terra, la radice del Verbo incarnato “Verrà una donna e sarà la pianta.”
    Come sottolinea anche il profeta Arturo Paoli” è in Maria che prende corpo l’ Emanuele, il Dio con noi, in mezzo a noi,
    e’ lei che ne garantisce la presenza e ci da Speranza… e ” giuso fra i mortali sei di speranza fontana vivace”. Ogni cristiano e particolarmente la donna è chiamato ad essere Maria.
    Tutte le donne, specie quelle realmente semplici che hanno osato rovesciare i potenti dai troni lo hanno fatto e continueranno a farlo con una forza incisa nella carne, con l’arma dell’Amore cristico e dell’empatia.
    Si, come abbiamo sperimentato recentemente a Sacrofano, questo immenso laboratorio mariano che è DARSI PACE è un laboratorio poetico che col poeta Marco Guzzi continuerà a dissetarsi e ad essere fontana zampillante che porta frutti incarnando il mistero della LUCE rivelatoci da Maria e a cantare nei secoli insieme a lei MAGNIFICAT… in coro e a più voci!

  9. Marco M. Munari dice

    L'”Essere” è UNO e si manifesta come “Opposizione polare degli opposti”! C’è lo Yang, principio maschile, la forza, la volontà di potenza, che deve essere bilanciato dallo Ying, il principio femminile espressione di contenimento, di accoglimento e tenerezza! Gesù Cristo è “UNO con il Padre in un solo Spirito” perché oltre ad essere forte è anche tenero, cioè ha anche lo Ying che gli deriva da sua Mater Maria, l’Immacolata! È per questo che Gesù si scaglia contro i farisei, sepolcri imbiancati, che sono solo Yang, volontà di potenza distruttiva ed oppressiva (YAHWEH è un Dio di guerra sterminatore)!

  10. Marco M. Munari dice

    TU SEI
    Tu sei la prima stella del mattino

    tu sei la nostra grande nostalgia

    tu sei il cielo chiaro dopo la paura

    dopo la paura di esserci perduti

    e tornerà la vita in questo mare.

    Soffierà soffierà il vento forte della vita

    Soffierà sulle vele e le gonfierà di te.

    Soffierà soffierà il vento forte della vita

    Soffierà sulle vele e le gonfierà di te.

    Tu sei l’unico volto della pace,

    tu sei speranza delle nostre mani,

    tusei il vento nuovo sulle nostre ali

    sulle nostre ali soffierà la vita

    e gonfierà le vele per questo mare.

  11. Faccio sempre molta fatica a leggere i dogmi, soprattutto quelli mariani, secondo un’impostazione più tradizionalista, in DP diremmo rappresentativa, dove l’immacolatezza, posta all’inizio, sembra più che altro un dato di fatto, una sorta di prerequisito che pone Maria fuori dall’umanità così com’è, quindi fuori dalla storia. Specularmente, l’assunzione si riduce a ricompensa finale per aver svolto bene i compiti.
    La lettura iniziatica invece mi riguarda.
    In premessa sento la grazia come dono anticipato della possibilità di essere immacolata e cioè in perfetta coniugazione con lo Spirito. La realizzazione però di questa coniugazione è legata alla libertà di un io umano che si decide per quella relazione abbandonandovisi in modo profondo.
    Così Maria, così ciascuno di noi si fa immacolato nel divenire della storia, ogni volta che la coniugazione con lo Spirito prende forma, pegno di pienezza, Immacolata relazionalità nella vita compiuta, in eterno.
    Così l’io-in-relazione può essere assunto in cielo, la terra coniugata con il cielo, nella corporeità finalmente realizzata dell’io-in-Cristo.
    iside

  12. giancarlo salvoldi dice

    Il Verbo vola nel Vaso verginale dell’Immacolata vestita di Cielo che poi viene Assunta nel Cielo.
    E’ l’incarnazione del divino nell’umano, del Cielo nella Terra.
    E’ vero che la Ferita originaria “ci fa dimenticare che la Terra è concrezione dello Spirito”, ed ora anche la fisica quantistica comincia ad intravedere questa straordinaria possibilità.
    E’ possibilità per il Cielo e la Terra di “inaudita riconciliazione tra queste due polarità archetipiche”.

    L’immagine di Maria “Terra/Donna fatta santa dal Cielo/Padre incarnatovisi come Figlio” ha grandi implicazioni per la nostra vita personale perchè può essere modello per una “nuova esperienza della nostra corporeità”.

    L’esperienza del corpo come Santo perchè tempio del Cristo che io desidero che viva in me, può attenuare le concezioni negative della corporeità e quindi ridurre la forza distruttiva dell’io egoico-bellico con il dolore che l’essere umano infligge a sè stesso ed agli altri.
    Separato da Dio e separato dal vero Sè, il corpo cade nella scissione dualistica del materialismo e dello spiritualismo e si fa solo male in entrambi i casi.
    L’integrazione dei due poli è un percorso verso l’integrità interiore.
    La possibile “riconciliazione inaudita”, riguarda la nostra vita fisica e spirituale, il benessere psicologico, la salute, le relazioni, la sessualità senza distorsioni nè in una direzione nè nell’altra, ed è liberatoria, e porta sollievo, e riempie di senso e di speranza.
    Io credo che possiamo cominciare a sperimentare su questa terra spazi resurrezionali e attimi di immortalità, e lo credo perchè ho fatto un atto di fede in un abbandono totale che realizza quanto credo.

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