PAROLE, PER GUARIRE

Commenti

  1. Grazie Marco per questa lucida riflessione.

  2. Pùngola
    Ostinatamente
    E
    Tace
    Alacremente.

    Auguriamoci davvero che emergano tanti p(r)o(f)eti!

  3. Uno sguardo limpido sincero e onesto a contatto con il reale che però riesce a risanarlo e a guarirlo e a donare vita fresca e nuova. Leggerò con grande piacere il tuo libro. Che ho già iniziato ad assaporare. Ti ringrazio di cuore

  4. Cari Salvatore, Federica, grazie per aver accolto la proposta di lettura ed aver lasciato il vostro commento!

    Cari Fabio, grazie per quello che mi scrivi. E’ stato un dono per me avere l’occasione di nuovo di parlarti a Trevi, e poterti consegnare il mio libro di poesie. Sai che spero di ascoltarne qualcuna da te, se lo vorrai, se le sentirai “tue”, o appena quelle che sentirai tue. Hai indubbiamente un dono nel restituire i versi più “veri” di quanto posso leggerli io stesso… Ti abbraccio!

  5. giancarlo salvoldi dice

    Orazio, parlando della poesia, cantava:”Ho innalzato un monumento più perenne del bronzo”.
    E in realtà, le più grandi civiltà, cosa ci hanno lasciato di imperituro?

    Della civiltà egizia restano le piramidi, gli obelischi, i dipinti, i gioielli.
    Della civiltà cretese vediamo ancora meravigliose tracce di bellezza.
    Dalla tradizione giudaica ci arriva il Cohelet che annuncia il Cantico dei Cantici.
    Dalla Grecia abbiamo avuto l’Iliade e l’Odissea, la lirica, il teatro della tragedia e della commedia.
    Dal latino l’Eneide e tanto altro, e da Dante Alighieri la Divina commedia.
    Sono scie luminose che dopo millenni solcano ancora i nostri cieli, i nostri cuori e le nostre anime.

    E’ chiaro che l’eredità delle grandi civiltà è la poesia e non certo le teorie economiche o le politiche o le sociologie degli Egizi, dei Greci e dei Latini.

    Nelle menti di troppi uomini pur di buona volontà persiste il dubbio che alla fin fine a decidere le sorti dell’uomo siano economia e politica, mentre poesia e filosofia e spiritualità e fede siano ambiti secondari, se non “sovrastrutturali”.
    Ma se “lo stato di malessere universale sembra aver raggiunto un livello terminale”, la soluzione non sta nell’economia o nella politica che, pur necessarie, oggi sono parte del problema.

    Allora posso provare a guardare il poeta che “ci richiama al suo ed al nostro cuore”.
    E convengo con te, caro Castellani, che possiamo “Imparare a guarire” e vedere “Nella mia storia Dio”.

    Accenni al cuore e aggiungi che la poesia ” é impudica, vibrante, carnale” e porta “all’incontro amoroso con la carne palpitante, del mondo”. Cioè dell’umanità e delle relazioni umane.
    Allora penso al cuore, ai suoi de-sideri, e alle relazioni amorose: per attingere i più alti livelli, eros può partire dalla donna angelicata per poi incarnarsi e fiorire in libertà e creatività.
    A noi basta tener presente quanto ci viene autorevolmente insegnato sui desideri, cioè di fare attenzione, perchè potrebbero avverarsi: essere sè stessi è giusto e bello, anche se tutti sperimentiamo le rose e le spine, e le lasciamo essere. O no?

    Ciao, GianCarlo

  6. Molto bello questo scritto sulla dolce potenza della poesia. Il poeta è innanzitutto una persona in ascolto del suo profondo sentire, riuscendo a tradurlo in parola, la quale a sua volta germoglia nell’animo di chi l’ascolta. Sono molto d’accordo con quanto scrive Franco Arminio sul “problematico” rapporto con i poeti. Il poeta infatti, al pari di chi si mette veramente in gioco, non può tollerare ipocrisie o sterili convenzioni. Donde il manierismo poetico, come tutti i manierismi artistici, rappresenta secondo me un comodo mezzo per potersi esprimere ma in una forma impersonale: “si deve fare in questo modo”, “si scrive in questo modo”, “si dipinge in questo modo”. Questa non è poesia nel senso ben espresso da M. Castellani, bensì un più semplice e comodo esercizio di retorica.

  7. Caro GianCarlo, caro Federico, grazie per i vostri commenti.

    Mi sembra che vi sia un ilo rosso che accomuna i vostri due interventi, ed è quello dell’attività poetica come strumento di cambiamento e liberazione, in sé stessi e nel mondo (sappiamo ormai che sono cose che non si possono separare). Vi ringrazio perché avete colto il senso del mio intervento, e direi forse quello che modestissimamente mi pare il vero senso della poesia, in questi tempi estremi.

    Se infatti non fosse un canale privilegiato di connessione tra emozioni e prassi, se non fosse la declinazione pratica (o una declinazione pratica) di quel “ripartire dalle emozioni” che è all’inizio del manuale Darsi Pace, ed è più in generale all’inizio delle moderne interpretazioni del senso stesso del conoscere, certo non avrebbe questa importanza.

    Il processo stesso del conoscere, infatti, è intrinsecamente “emozionale” ed assai meno “asettico” di quanto si voleva credere e far credere (leggevo cose molto interessanti in tal senso nel libro “Perché il buddismo fa bene” di R. Wright). Così capisco meglio come la scrittura “emotiva”, la vera poesia, è non solo più ricca del discorrere dialettico, ma è finalmente una forma espressiva completa, che gioca simultaneamente sui registri del cuore e dell’intelletto: dunque onorandoci davvero come persone, e non appiattendoci al ruolo di unità “cogitanti” che a mio avviso è una riduzione intollerabile e insana.

    Penso dunque esisto? No, affatto! E’ una menzogna. E’ una riduzione violenta.
    Questo tipo d’uomo non ha bisogno della poesia, non sa che farsene.
    Ma questo tipo d’uomo, soffre e fa soffrire…

    Sento dunque sono persona umana, in corsa verso la completezza.
    Apro la mente e il cuore allo spettro di comunicazioni a larga banda, e in questo “5G” sempre accessibile, c’è la vibrazione benefica della poesia, che è eco della Parola che crea e ricrea il mondo, dona spessore d’esistenza all’Universo, ad ogni istante.

    Grazie!

  8. Giuseppina nieddu dice

    Grazie di cuore per questo post poetico e per i diversi commenti che piu di una medicina e senza controindicazioni nutrono l’anima e danno sollievo al corpo confermando la positiva forza creatrice della Parola capace di riorientarci sulla bussola del cuore.

    Piange prega palpita per
    Ogni
    Esistenza
    Sedotta dal male
    Invoca invita
    Attende invisibile certo Amore

    Un abbraccio speciale a Fabio e Paola e grazie a tutti i compagni di strada
    Giuseppina

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