“In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette, abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza, senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto.”
[Leggi di più…]
Luci della ribalta: Arte, Bellezza e Rivoluzione Spirituale
Sacerdozio e ministero
Nello “Studio del mese” del numero 8 della rivista il Regno del 15 Aprile 2024 (pp. 258-269), viene riportato uno scritto di p. Francesco Rossi de Gasperis SJ (1926-2024). Con questo padre gesuita ho avuto la fortuna di condividere nel lontano 1997 un mese a Gerusalemme a studiare le radici ebraiche del cristianesimo, di cui p. de Gasperis era un profondo esperto e ricercatore.
In questo articolo, che cercherò di sintetizzare, parla del rapporto fra sacerdozio e ministero, a partire dai testi del Nuovo Testamento. Mi sono sembrate ottime riflessioni anche per noi che oggi parliamo di come “smaschilizzare la chiesa”, espressione infelice a mio parere ma comunque efficace. [Leggi di più…]
PASSIONE DI ISRAELE O PASSIONE DI CRISTO?
“Tutto ricomincia dal suo inizio ad ogni istante. Il passato non è che la prefigurazione del futuro e nessun avvenimento è irreversibile, nessuna trasformazione definitiva […] si può anche dire che non si produce nulla di nuovo nel mondo, perché tutto è solamente la ripetizione degli stessi archetipi primordiali”.
Questa frase di Mircea Eliade, grande storico delle religioni del ‘900, ci parla dell’esperienza della temporalità del mondo mitico, quella in cui nostri antenati, per millenni, sono stati immersi. A me sembra che tutto il senso di questo passo si addensi intorno alla parola “nuovo”. Cosa significa esperire il tempo in riferimento a un mistero di novità? Com’è che la rigenerazione cultuale del tempo – per esempio nella festa babilonese dell’Akitu – pur significando essa il suo rinnovamento, rimane estranea al nuovo? Cos’è, in definitiva, veramente “nuovo”? Come può tutto ciò che è nuovo mantenersi tale, in una perenne e inesauribile inizialità? [Leggi di più…]
Poeticamente abita l’uomo su questa terra
Pubblichiamo la conferenza tenuta da Francesco Marabotti il 2 giugno 2024, presso la sala Maddalena a Monza, all’interno del Festival “Desti-in-azione”, promosso e organizzato da Maria Grazia Biraghi, con l’associazione Spazi di Conoscenza.
Come vivere questa straordinaria energia poetica nel tempo storico attuale, segnato dal sonnambulismo diffuso e dalla rassegnazione depressiva, come dice il Censis?
Come vivere non rinunciando cioè al nostro anelito di felicità, di una vita in pienezza e di una nuova forma di aggregazione politica? Queste sono le domande che muovono questa conferenza e che speriamo possano offrire dei semi di riflessione preziosi in questo tempo estivo.
Buona Visione!
Pace e ispirazione
Quale ispirazione ci condurrà alla pace?
Questo il filo della bella intervista di Ivan Ordiner a Marco Guzzi, realizzata per “Il Sé” Rivista dell’Istituto Internazionale Psicosintesi Educativa: https://psicosintesieducativa.it/
La rivoluzione culturale non violenta che ci attende, e a cui Marco fa riferimento, tende a superare tutte le scissioni che hanno dominato negli ultimi secoli: tra ricerca interiore e prassi politica, tra spirito e materia, tra azione e contemplazione, tra mezzi e fini, perché nella realtà non esistono separazioni, e anche la ricerca della vera pace non può che scaturire da un lavoro profondo per estrarre la luce dalle ombre che opprimono l’umanità.
Buona visione!
I doni del diavolo e l’urgenza di un’Altra Scienza
Tutta la mia vita sin dalla nascita è stata segnata dalla ricerca spirituale e dal dialogo tra scienza e fede. Direi quindi che questa entrata nel gruppo di Altra Scienza per me rappresenta un approdo “destinale”.
Mio padre e mia madre si sono innamorati nel 1987 durante un ritiro a Medjugorie.
Mia madre, sul pullman, suonò una canzone che aveva scritto riprendendo un verso dell’Antigone di Sofocle.
Mia madre, Antonella, ha scritto solo due canzoni in vita sua, ma sono molto più belle e potenti di tutte quelle che ho scritto io, che ne ho centinaia. [Leggi di più…]
Il senso della vita in tempo di guerra
Pubblichiamo l’intervento di Marco Guzzi, in dialogo con gli studenti liceali, che si è svolto all’università Gregoriana il 17 aprile 2024, su invito del Professor Luigi Mariano.
Dopo aver descritto il tempo difficile che stiamo attraversando, in cui il sistema della guerra sta devastando le anime e i corpi delle persone più fragili e indifese, che siamo un po’ tutti noi, Marco ha stimolato i ragazzi a sviluppare un vivace senso critico e una contestazione radicale, anche se totalmente pacifica, dell’attuale assetto dei poteri di questo mondo, ormai al collasso. [Leggi di più…]
Ma la pace è possibile?
Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. A questo mondo, si educa per la competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace
(Maria Montessori)
Ma la pace è possibile? Questa è una delle domande più difficili, ma anche più importanti allo stesso tempo. È una delle domande più importanti non perché stiamo vivendo in un periodo in cui la guerra ha di nuovo occupato l’informazione quotidiana, ma perché le nostre società, le nostre comunità, non sono comunità di pace, anzi, sono esattamente l’opposto. Perché dico questo? D’altra parte, è dal 1945 che l’Italia, come anche il Regno Unito, la Francia, il Belgio, ma anche il Giappone, quindi fuori dalla solita bolla occidentale, non sono, ufficialmente, in uno stato di guerra. Per non parlare degli Stati Uniti, che dalla fine della guerra civile non hanno dovuto combattere una guerra all’interno dei loro confini – non considerando la parentesi di Pearl Harbour naturalmente. Quindi, perché affermo che la nostra società e le nostre comunità non sono in pace? Lo affermo per un motivo ben preciso. Tra i diversi significati, la parola <pace> vuol dire ‘legare, unire, saldare’ (Panigiani, 2018; Encilopedia Treccani, no date). Se pensiamo alla nostra società, alla nostra esperienza di relazione quotidiana con gli altri, possiamo dire che siamo una società i cui membri sono ‘legati, uniti e saldati’ tra di loro? Io direi di no e adesso spiego anche perché.
La regalità di Dante
“…io te sovra te corono e mitrio”
Sulla scia ancora assai… spumeggiante delle emozioni, delle intuizioni, dei pensieri nati durante i tre giorni di Sacrofano, vorrei condividere una suggestione dantesca, che mi si è offerta più volte durante le riflessioni di Marco sulla regalità di cui ciascuno di noi è portatore, e sul significato autentico dell’essere ‘re’ e ‘sacerdoti’.
La suggestione nasce dai versi del Canto XXVII del Purgatorio, non foss’altro che per la sua parte finale: la doppia incoronazione di Dante, re e sacerdote di sé stesso: “…io te sovra te corono e mitrio”, dice solennemente Virgilio nell’ultimo verso.
Il momento in cui ciò avviene non è casuale e questo è forse l’aspetto più interessante e congruo con il percorso di Darsi Pace: siamo nella fase conclusiva dell’esperienza purgatoriale vera e propria: Dante ha attraversato tutte e sette le cornici della montagna ed è in procinto di uscire dall’ultima: solo dunque al termine del percorso di integrazione delle proprie parti malate (perché altro non è il Purgatorio dantesco) questa incoronazione può essere ricevuta. E, re e sacerdote di sé stesso, può finalmente entrare nel Paradiso Terrestre, come ci racconteranno i canti dal XXVIII al XXXIII della seconda cantica. [Leggi di più…]
IL MALE È NECESSARIO?
Ha un senso nell’economia complessiva della creazione?
Su questa domanda si gioca la nostra comprensione dell’intera teologia dei movimenti rivoluzionari moderni, da quelli liberali-borghesi alla tragedia del comunismo sovietico. Potrebbe sembrare strano, assuefatti come siamo alle finte opposizioni fra “destra” e “sinistra”, fra “Giorgia” e “Elly”, che la vera questione della politica sia teologica; potrebbe suonare assurdo ai nostri orecchi che il processo rivoluzionario che scuote l’Europa dal 1789 al 1989 non sia altro che il desiderio di instaurare il Regno della Giustizia, della Pace e della Libertà su questa terra; ancora più assurdo è infine il rovesciamento di questo anelito propriamente messianico (nulla di “laico” o “scientifico” in senso marxista) nella violenza ideologica del ‘900, dal paradosso della repubblica giacobina fino al fascismo come realizzazione della libertà democratica (Gentile). È proprio intorno a questa strana appartenenza di Terrore e Libertà, di Nulla e Salvezza che si incentra il dialogo che ho avuto il piacere e l’onore di condurre con il professor Massimo Borghesi, dell’Università di Perugia. Buon Ascolto!
Siamo anche su