Hai mai sentito piangere l’auriga?
È un canto. Il giovane
rinasce ad ogni istante
in me, e mi richiede
quello che ho perduto.
Le briglie mi tolgono il respiro
d’animale, il morso
insanguina le bave
del galoppo.
Se non son io, è lui
l’eterno me.
Marco Guzzi, Teatro Cattolico, 1991
C’è un giovane dentro di me, un principio originario di vita, un principe.
Il suo richiamo è un pianto perché non è ascoltato.
E’ un canto quando riesco a sentirlo, a riconoscerne la voce di sorgente.
Allora appare la sua figura e, richiedendomi la dignità perduta, me la ridona, fa sì che me ne possa riappropriare.
E’ desiderio puro, forza allo stato germinale: una guida potente e regale capace di governare le energie furibonde e incontenibili che mi attraversano.
Se diserto, lui mantiene la postazione; se mi nascondo e fuggo, lui continua ad esporsi; se dimentico chi sono, lui resta fedele all’immagine perfetta che eternamente mi rigenera.
Gaetano Previati, Il carro del sole, 1907
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