Archives for Agosto 2009
Antonio e Giulia: vicini alla presenza del mondo
Testimonianza di Maria Teresa
Sono non credente ma qui ho trovato una via di liberazione.
La viola d’amore
Quadri di Alessandro Guzzi – Testo di Marco Guzzi
Lo sguardo incantato della ragazza alla finestra è quello dell’anima aperta all’ascolto, capace di reale abbandono al mistero abissale che la abita.
Questo mistero si sgrana nei quadri di Alessandro, che narrano le fasi del cammino iniziatico, alla ricerca dell’unione spirituale con la verità delle cose, con il senso del tutto: una integrità che nasce dall’intimità progressiva con parti di sé che languivano dimenticate nelle profondità dell’inconscio.
L’universo interiore si popola di presenze benevole che assecondano gli aneliti dell’anima e accompagnano, vegliando, lo schiudersi della nuova vita.
Il ritrovamento dell’anello d’oro caduto nelle acque del lago è pegno di nuovi tesori, e promessa di nuovi miracoli.
Il miracolo accade sempre in un momento determinato: avviene ad una certa ora di un giorno preciso, in un mese, in un anno della mia concreta storia umana.
Il tempo si concentra in questo istante e, nonostante tutti i limiti che sperimento, sento irrompere in esso un raggio di eternità: si apre uno spiraglio di salvezza.
Mi aggrappo, mi appoggio a qualcosa, ad una musica da fuori, che mi solleva dalla cappa mortale che mi stringe.
E’ la mia unica libertà: affidare tutta l’angoscia e la disperazione alla cura di un’armonia rivelata che non posso produrre da sola.
Tu vieni a liberarmi.
La tua presenza è la mia gioia: così mi risani, sussurrando parole di tenerezza e promettendo di musicare la mia vita per accordi sempre più sottili.
LA VIOLA D‘AMORE
Ore 18 e 20. Domenica
Ventisei luglio 1992. In casa
Trenta gradi. In testa
Un chiodo. Vige
La cappa in cielo. L’afa
Aggrava la terra.
Ascolto Bach:
Le sonate per liuto, e la mia gioia
Sei tu, presente.
“ Tu sei la mia cantata, ti musicherò
A due, a tre
Voci, ti strumenterò
Per il pensiero
Più vibrato, oh mia dolcissima
Viola”.
Marco Guzzi, Preparativi alla vita terrena, 2002
Miracoli e dogmi di fede? Ce li spiegherà la scienza.
Chi ha visto serie televisive come Lost o Fringe la domanda se la deve essere fatta: sarà possibile, prima o poi, spiegare con gli strumenti della scienza i misteri insondabili della metafisica? Sarà possibile, prima o poi, creare macchine, protocolli, sistemi per penetrare e magari riprodurre i misteri della nostra fede? Uscirà, prima o poi, un modello matematico per definire i miracoli, la nascita da una vergine, la resurrezione dei morti?
Tra scienze razionali e credo religioso c’è una lunga storia di conflitto e incomprensioni. E oggi, a leggere molti dei libri di successo in circolazione, sembra quasi che nessuna teologia possa frenare l’avanzata della tecnica. Ma proprio dalle file degli scienziati, in genere poco propensi ad aprire orizzonti spirituali nei loro lavori, esce un pensatore di grande originalità: si chiama Frank J. Tipler, insegna fisica matematica alla Tulane University di New Orleans e ha pubblicato di recente il libro “La fisica del cristianesimo” (Mondadori editore).
Cos’ha di speciale Tipler? Che, dopo aver passato in rassegna secoli di scritti e dibattiti, si è reso conto come in tutto lo scontro tra scienza e religione nessuno abbia mai condotto una seria ricerca scientifica sulle affermazioni e le credenze del cristianesimo: gli scienziati troppo sbrigativi nel definire favole le pagine della Bibbia, i teologi troppo assorti nella difesa dei dogmi di fede a prescindere dalla ragione. E allora ci ha pensato lui, Tipler, a fare un po’ di confronti. Nella “Fisica del cristianesimo” presenta proprio i risultati del suo studio per dimostrare che nulla nella dottrina cristiana e nel racconto biblico è incompatibile con le leggi della fisica moderna. Studio pioneristico, ammette lui stesso. Imperfetto. In certi casi, per chi legge, carico di disorientamento e non sempre facile da capire. Ma per gli animi curiosi, per gli spiriti in ricerca, le pagine di Tipler suoneranno comunque cariche di suggestioni, di richiami e di stimoli. Dice il fisico americano che l’esistenza del Dio di ebrei e cristiani, la Causa prima dell’universo, non contraddice nessuna legge di natura. Al contrario, sono gli stessi fisici che oggi ipotizzano la presenza di una Singolarità cosmologica, ossia di un inizio non causato del cosmo. E poi, capitolo dopo capitolo, ecco una giustificazione scientifica per episodi come le guarigioni e le resurrezioni operati da Gesù, per la verginità di Maria, per l’incarnazione del Figlio dell’Uomo, per la resurrezione dei morti. Tutto secondo Tipler, che attinge a piene mani nel mondo della quantistica, della genetica e delle scienze informatiche, è fisicamente realistico.
Persino gli assunti che sembrano più implausibili dal punto di vista scientifico, sostiene lo scienziato di New Orleans, si fondano o possono fondarsi su leggi fisiche certe e possono trovare conferma nei più recenti studi di laboratorio. Rivolto ai lettori cristiani e non solo, “La fisica del cristianesimo” è un libro importante, destinato a gettare un ponte tra le nuove prospettive della scienza e le menti più aperte della teologia.
M.C.
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