Viviamo oggi un po’ tutti, in questo tempo di grandi trasformazioni, un disagio esistenziale, una ricerca di senso, una sofferenza dell’anima che non trova spesso parole per esprimersi, spazi di accoglienza per confrontarsi.
Il sito darsipace vuol creare sinergia tra persone in ricerca, in cammino verso l’integrazione e la pace del cuore; vuol essere luogo di riflessione, di accoglienza e di ascolto, luogo di dialogo e condivisione delle fatiche del cammino ma anche dei sogni e delle speranze che nutriamo nel cuore.
Attendiamo i vostri contributi: riflessioni, esperienze, testimonianze, o anche citazioni di Testimoni del nostro tempo che ci segnano ed illuminano la strada verso il darsipace.
Nel ringraziare Mariapia per il bel testo che ci ha inviato restiamo in attesa di altri preziosi contributi. Non teniamo solo per noi i nostri ‘tesori’!
Vorrei portare la vostra attenzione su un’autrice francese , CHRISTIANE SINGER, di cui ho letto con grande stupore questa pagina scritta pochi mesi prima di morire, in ospedale, già gravemente ammalata.
“La forza della disponibilità che mi abita mi stupisce, è lei che dà origine a tutto il possibile.
Come avrei potuto sospettare di poter ancora essere così felice? Di una felicità senza fine, illimitata, che non vuole niente, che non aspetta niente, se non la meraviglia di ogni incontro, di ogni secondo!
Dico felicità per pudore, ma ciò che mi abita in realtà è ancora più forte.
In questi ultimi mesi la parola miracolo aleggiava spesso nell’aria, come una specie di coronamento che mi avrebbe aspettata da qualche parte. Adesso so che questo ambito della coscienza si è costituito del tutto.
Non consiste in una sequenza di gesti attesi, come arrotolare il materassino sotto il braccio e tornare a casa con passo lesto; no, è un miracolo ancora più inatteso.
Mi circonda un sentore che penetra tutto. E’ contenuto appieno in questa sublime e antica parola: beatitudine. Mi ricopre.(…)
Quali universi faccio vacillare scrivendo queste cose?
E chissà se mi crederanno -ma poco importa- se dirò che non sono stata più felice di adesso.
Di tutte le mie ore, i miei giorni, di tutta la mia vita, pongo queste parole di Angelus Silesius in fondo alla pagina con la più estrema semplicità. (…)
” Non chiamare Dio a gran voce
La sua sorgente è in te
E se non le ostruirai il passaggio’
Nulla ne arresterà la corsa”
( tratto da: Ultimi frammenti di un lungo viaggio, ed.Sonzogno, 2008)
Christiane.Singer in un altro libro pubblicato alcuni anni prima, così scriveva:
“In tutte le ricerche contemporanee della scienza, che si tratti della teoria del caos o della fisica quantistica, le conseguenze incredibili che determina l’infinitamente piccolo sull’insieme sono messe in luce e raggiungono per questa via le visioni cosmogoniche delle grandi religioni dell’umanità.
” Quando strappo un’erba, faccio tremare il mondo fin nelle fondamenta”, dice un proverbio tibetano.
Le ricerche contemporanee riflettono per noi queste verità. L’infinitamente piccolo può avere effetti incredibili sulla realtà intera.
Lo stesso capita in altre discipline della realtà biologica, l’agopuntura ad esempio.
Quando pensate che la punta di un ago inserita al punto giusto può guarire un organo o il corpo intero, che modello per la nostra capacità immaginativa!
Non c’è più bisogno di creare un movimento di massa, né di persuadere tutta una maggioranza!
Un solo destino può creare un campo di coscienza al quale partecipano intere epoche.
E se prendiamo coscienza di ciò, noi -che crediamo in un universo deformato e che crediamo alla nostra impotenza!-, ciascuno di noi, cambiando il suo vissuto, sottoponendo ad una vera metamorfosi il rapporto che intrattiene con le cose, con gli esseri, o vivendo un grande amore, o semplicemente annaffiando il vaso di azalea, accarezzando la testa di un bimbo, facendo mille gesti di amore, salva il mondo senza saperlo. (…)
Forse qualcuno oggi ha avuto un pensiero d’amore e io l’ho captato?
Quante cose, quante persone trasciniamo senza volerlo nella rete delle nostre luci, delle nostre speranze, delle nostre immagini! (…)
Bisogna riprendere fiducia, un’appassionata fiducia nel nostro destino!
Siamo tutti inibiti, frigidi, frigidi, frigidi davanti a Dio!
Non abbiamo più il coraggio della passione; non osiamo più credere che la passione vissuta nella dimensione del nostro destino possa avere un’importanza smisurata sull’universo intero.
A partire dal momento in cui ci immergiamo nella dimensione della passione, possiamo spostare le montagne. E qualcosa dentro di noi lo sa.
Tutto l’edificio del già conosciuto, tutte le rovine che si sono abbattute sul nostro cuore nel corso dell’esistenza, tutti questi frantumi ammucchiati ci impediscono di vedere ciò che pure, nel fondo di noi qualcosa continua ostinatamente a sapere”
( tratto da: Del buon uso delle crisi, ed. Servitium, 2006)
Non c’è un collegamento tra l’esperienza di gioia prima di morire di cui Cristiane Singer ci ha lasciato testimonianza e quanto aveva pensato e scritto, ancora sana, qualche anno prima?
Tutto questo non è in sintonia con il nostro obiettivo: darsi pace?
Cercare nel nostro profondo, al di là delle turbolenze del nostro piccolo io, la pace che ci abita, sentirci in relazione con il tutto, assumerci tutta la responsabilità del nostro essere, non è anche prepararci ad affrontare la morte?
Un caro saluto. Mariapia Porta
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