Crollano i muri col terremoto d’Abruzzo. Di quelli in cemento se ne è parlato tanto. Di quelli tra le persone meno. Lo ha fatto le Iene, in un servizio di Enrico Lucci, che ha messo in luce il paradosso di questo sisma: persone che hanno perso tutto, d’improvviso, scoprono quanto poco valeva la loro vita, fatta di chiusura e insensatezza. E quanto, senza più nulla, si accorgano solo ora della bellezza di rapporti veri.
Di un sorriso col vicino sempre ignorato, di un gioco vero e non solo virtuale tra bambini, di un’attenzione in più per l’anziano. Nessuno degli intervistati dice che preferirebbe tornare indietro, al tempo in cui aveva un tetto sulla testa. Sembra pazzesco, ma è così.
E’ un servizio molto bello, che non riguarda solo la gente del terremoto. Ma tutti noi. C’è davvero bisogno di una calamità per capire il tesoro nascosto dietro ogni occasione di amore che perdiamo?
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