La vita è una guerra, una lotta, un campo di battaglia, una partita a scacchi, una corsa sulle montagne russe, un dono, un viaggio, un’avventura … Le metafore centrali o radici, come le chiama la psicologia, quelle cioè con cui descriviamo con un’unica immagine la nostra interpretazione dell’esistenza, sono moltissime, ciascuno ha la propria, ma una buona parte di noi sceglie quelle con connotazione di combattimento e di contrapposizione. Anche i mistici hanno spesso presentano la loro esperienza spirituale in termini di lotta.
L’esercizio a nove punte
Siamo un piccolissimo gruppo, noi praticanti di Darsi Pace che abitiamo in Romagna, ma ormai da più di un anno ci ritroviamo ogni tanto per condividere questa avventura.
L’ultima volta siamo finalmente pronti per affrontare un passaggio importante: l’esercizio a nove punti. [Leggi di più…]
Il pozzo
Ho scattato questa fotografia in un luogo della grande guerra, sulla cima del Monte Grappa. Questa foto mi riporta ad un sogno avuto diversi anni fa. Sognai una discesa vertiginosa dentro un pozzo attraverso il buio, l’angoscia e il senso di morte imminente. Cercavo a tutti i costi di arrestare la discesa, ma una voce dolcissima mi era accanto e mi invitava a lasciarmi andare e proseguire la discesa. [Leggi di più…]
IMMAGINAZIONE E REALTA’
Durante il cammino di purificazione della psiche ci si imbatte nel nodo “immaginazione”. “Fantasia” ne è un sinonimo. L’immaginato che si struttura si fa realtà, così accade che il reale diventi immaginato. In altre parole, la realtà non è quella che è, ma è ciò che non è, rectius è la proiezione del nostro immaginario, è il costrutto delle nostre fantasie ricorrenti. Quando l’immaginario si flette verso l’egoico, le nostre azioni saranno scandite dall’egoico. Io sarò il centro della realtà immaginaria. Se esso, invece, tende a figurazioni dell’io sano o risanato, le nostre azioni saranno movimenti di liberazione.
Poesia e iniziazione
Pubblichiamo la conferenza “Poesia e iniziazione. Parole dell’inizio e della fine” tenuta da Marco Guzzi a Roma il 2 dicembre 2010.
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Sulla via della espansione
Scrivo questi pensieri subito dopo il secondo incontro del gruppo di coordinamento regionale Darsi Pace del Lazio che assieme agli altri inizia una attività di contatto, ascolto, stimolo e organizzativa del tutto nuova rispetto al passato.
Ad oggi sono nati i seguenti gruppi regionali:
Emilia Romagna; Piemonte; Lombardia; Marche e Abruzzo; Toscana e Umbria;
Puglia, Calabria, Campania e Sicilia; Sardegna, Veneto, Trentino e Friuli;
resto dell’universo; ognuno dei quali ha il suo responsabile ed ha iniziato l’attività di ricerca comune delle possibili modalità per ampliare e migliorare il nostro impegno di rinnovamento culturale, psicologico e spirituale nel difficile momento storico che stiamo vivendo.
La casa
Sette anni di laboratorio Darsi Pace mi aiutano a fare esperienza concreta dei misteri della fede cristiana e a comprendere la realtà della natura spirituale dell’essere umano.
Muovo i primi passi in questa dimensione e cerco, in un certo senso, di re-imparare a parlare.
Le relazioni, la parola e la via angusta
Le relazioni che intessiamo sono di diverse specie: affettive, sentimentali, lavorative, di interessi, etc. Tutte hanno in comune il dato dell’interrelazione o dell’interazione, in quanto ogni relazione postula un “io” ed un “tu”, in senso singolare o plurale. Siamo esseri naturalmente relazionali, nati per assurgere alle vette della relazione, sia che riguardi l’io e l’io in contatto con l’altro/a, sia che attenga a Dio. Più siamo capaci di relazioni autentiche e non mediate dall’ego distorto ed alienato, più siamo vicini alla nostra realizzazione, alla nostra mèta di esseri umani, creati ad immagine e somiglianza di Dio. Difatti, presupposto è la nostra discendenza divina, a meno che non si vogliano attribuire al Caso le stesse peculiarità di Dio.
Chi resta saldo?
Così si interrogava il teologo Dietrich Bonhoeffer negli anni tragici della persecuzione nazista.
Come è accaduto per Etty Hillesum, che abbiamo ricordato nella conferenza di Marco Guzzi pubblicata recentemente, una situazione drammatica di guerra, prigionia, violenza, fame, freddo, può far emergere insospettate energie di resistenza e di contrapposizione pacifica al male.
Felicità, gioia, piacere
Felicità, gioia, piacere: queste tre parole riassumono bene quello che in fondo tutti vorremmo per la nostra vita. Però le sfumature di significato sono diverse: con la parola felicità spesso si indica una pienezza del benessere a tutti i livelli della persona, mentre con il termine gioia si fa riferimento soprattutto alla soddisfazione dei desideri più profondi, quelli dell’anima.
E il piacere?
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