Mi ricordo che quando ero piccola, avrò avuto 9 o 10 anni, e andavo a lezione di solfeggio in Conservatorio, prima di entrare nell’aula, sostavo nel corridoio. L’edificio era austero come il professore che, stanco dal viaggio e annoiato dalla monotonia degli esercizi, fingeva di ascoltare e dormiva. E, mentre aspettavo, lo sguardo andava all’ambiente e si posava in particolare su una parola, scritta in caratteri metallici sopraelevati sulla porta accanto: CONTRAPPUNTO.
Che vorrà dire? Che sarà mai, questo contrappunto? [Leggi di più…]
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