Pubblichiamo la seconda parte del dialogo
tenutosi fra Marco Guzzi e gli studenti dell’Accademia Teatro Dimitri
di Locarno, accompagnati dal Professor Giampaolo Gotti,
a cui va il nostro ringraziamento. [Leggi di più…]
La Rivoluzione della Bellezza
L’ARTE di TRASFORMARE il MONDO
Pubblichiamo il dialogo organizzato dall’Accademia di teatro Dimitri di Locarno con Marco Guzzi, nel quale sono state affrontate tematiche importanti per ciò che riguarda l’arte contemporanea e il ruolo dell’artista nel mondo attuale. [Leggi di più…]
PSICOLOGIA e SPIRITUALITÀ: un Dialogo Rivoluzionario
Pubblichiamo l’intervista, curata da Diego Lenzi, praticante dei gruppi Darsi pace e laureando in psicologia clinica presso l’Università Carlo Bo di Urbino in dialogo con Marco Guzzi.
L’intervista è stata pensata e realizzata per essere inserita come capitolo nella tesi di laurea magistrale di Diego, e ha quindi un valore scientifico e accademico di rilievo. È fonte di gioia il constatare che iniziano ad esserci delle tesi di laurea che parlano esplicitamente dei gruppi Darsi pace, e del lavoro e dell’opera di Marco Guzzi. [Leggi di più…]
Parlare di Cristo come se fosse la prima volta
Pubblichiamo la conferenza tenuta da Marco Guzzi a Fiume Veneto, il 23 settembre 2022, presso l’Aula Magna della Casa dello Studente, intitolata “Parlare di Cristo come se fosse la prima volta”.
È innegabile infatti che vi sia una certa difficoltà a parlare oggi del cristianesimo e della figura di Cristo. Ad un primo livello la mentalità comune, soprattutto nelle fasce più giovani, associa immediatamente il cristianesimo ad un ad un certo bigottismo e oscurantismo religioso, ai “preti e alle suore”, e ad una certa rigidità mentale e vitale.
Per molte delle persone che frequento nella mia quotidianità infatti, il cristianesimo è “quella roba là”, ripeto, le messe, la comunione, il battesimo, la chiesa, il Papa; esso è totalmente distante dalle loro vite e anzi, ogni qual volta vi entrano in contatto la reazione è connotata da una certa stizza, da una critica rabbiosa e da una certa ironia verso la realtà cristiana. [Leggi di più…]
Liberi! Dal sistema della disperazione
Il pericolo che stiamo correndo nella versione 2.0 del capitalismo della sorveglianza è quello di ridurre gli esseri umani a un flusso di informazioni, guidate da intelligenze artificiali impersonali, al servizio di una ristrettissima oligarchia tecnocratica.
«Proprio lo sviluppo dei condizionamenti algoritmici ci spinge a ricercare una libertà che non sia condizionabile. Ci sta ponendo di fronte ad una domanda antica, che diventa nuova e per tutti: [Leggi di più…]
11 luglio … a 1500 anni di distanza …
L’11 luglio è la Festa di San Benedetto, patrono d’Europa e fondatore del monachesimo occidentale. Ho visitato per la prima volta il Monastero di San Benedetto e il santuario del Sacro Speco a Subiaco all’inizio di Luglio. Sento che è importante per noi oggi riscoprire questo patrimonio immenso della Chiesa, a livello culturale, artistico e umano. Ovviamente con una operazione di vaglio critico, di setaccio, che è illuminata d’altronde dallo Spirito stesso di Cristo nuova umanità. [Leggi di più…]
È Indispensabile tornare a sperare
L’alternativa è ineluttabile:
o l’umanità entra in una nuova fase che potremmo definire post-istorica
e rappresenta una mutazione dello stesso essere umano,
o una minoranza della specie ominide farà esplodere il pianeta
provocando un aborto cosmico che viola le viscere della terra
e lo schiudersi della vita».[1]
[1] Citato in G.Vacchelli, L’inconscio è il mondo là fuori. Dieci tesi sul Capitalocene: pratiche di liberazione, p.85/6.
Parlare seriamente di SPERANZA equivale oggi ad essere spesso etichettati, non senza delle valide ragioni, come ingenui o addirittura come folli. “Ma di quale speranza, di quale pace, di quale rivoluzione vorreste parlare?”- chiede giustamente la mentalità comune.
“Vogliamo parlare di speranza? Dopo due anni di pandemia, con una guerra che coinvolge le maggiori potenze della terra?
Vogliamo parlare di speranza con una crisi climatica che nel giro di qualche decennio porterà a desertificazione, disastri idrogeologici, deforestazione e scioglimento dei ghiacciai più importanti della terra?
Vogliamo parlare di speranza a fronte di una situazione economica che vede i 10 miliardari più ricchi del Pianeta possedere 6 volte tanto lo stock economico di ricchezza netta del 40% più povero, in termini patrimoniali, dei cittadini adulti di tutto il mondo, come ci dice l’Oxfam[1]? [Leggi di più…]
Oltre nichilismo e fondamentalismo: per una cultura rivoluzionaria della pace
I. “La lotta della tradizione contro il liberalismo”
Mi hanno colpito le parole utilizzate da Aleksandr Dugin, filosofo russo che viene appellato come “l’ideologo di Putin”, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Verità il 21/3/2022.
Dugin parla, a proposito dell’attuale conflitto in Ucraina, di “lotta della tradizione contro il liberalismo”, e aggiunge che da parte russa «il rifiuto delle pressioni dell’Occidente liberale globalista potrebbe creare i presupposti per la restaurazione della tradizione. La vittoria dell’Occidente liberale globale ci priverebbe anche di questa possibilità».
La filosofia di Dugin esprime la reazione identitaria nei confronti di un Occidente liberale percepito quale nemico della tradizione, come portatore cioè di una civiltà nichilista che annulla le culture, uniformandole agli standard egemonici del mercato. [Leggi di più…]
Dialoghi nel presente
Nel 2018, assieme all’amico e video-maker Alberto Danelli,
abbiamo vinto un bando artistico, chiamato “Metropoli senza periferie”.
La consegna del bando era quella di realizzare un’opera finale
che esprimesse le mutazioni profonde di un contesto urbano
non più definibile con le categorie invalse finora, come ad esempio
il nesso centro-periferie.
Intervista a Fëdor Dostoevskij
(per i 200 anni dalla nascita)
Per i 200 anni dalla sua nascita, ho immaginato di fare un’intervista “impossibile” a Fëdor Dostoevskij.
Quello che segue è il testo originale dell’incontro.
Incontro Fëdor Dostoevskij nel suo studio di San Pietroburgo. Mi accoglie con semplicità e senza inutili cerimoniali, dandomi la sensazione di una grande presenza di spirito e calore umano. Mi fa sedere di fronte a lui, guardandomi con uno sguardo diretto e umile, ma allo stesso tempo imperscrutabile e profondo, come se fosse capace di leggermi dentro.
Nella stanza dove si svolge l’intervista noto un Vangelo sul suo scrittoio, e sparpagliati qua e là dei fogli scritti a mano, che lasciano indovinare un fermento creativo in atto.
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